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Fabio Lombardi
etnomusicologo italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Fabio Lombardi (Meldola, 1961) è un etnomusicologo e organologo italiano, che ha studiato all'Università di Bologna con Roberto Leydi, Tullia Magrini e con l'organologo Febo Guizzi.
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Negli anni ottanta del XX secolo ha svolto una ricerca sul campo etno-musicale in Emilia-Romagna, vicino a Forlì e lungo la val Bidente (Meldola, Cusercoli, Bertinoro, Predappio, Forlimpopoli, Civitella, Galeata, Santa Sofia, Bagno di Romagna) che ha contribuito alla riscoperta della musica etnica italiana; in particolare per quanto riguarda gli strumenti musicali, scoprendone alcuni precedentemente ignoti.[1]
Tra gli strumenti documentati a livello etno organologico (in tutto 28, presentati in schede che forniscono dati puntuali su vari aspetti degli oggetti sonori, compresa la descrizione della tecnica costruttiva adoperata dagli informatori),[2] ricordiamo il tamburo a frizione rotante che in Romagna è chiamato “Raganella”; simile ad altri in Italia – come ad esempio il “Mumusu” sardo o la “Rùocciula” calabra – per questo tipo di strumenti a Lombardi si devono le osservazioni sull'accentuazione della resa sonora per l'effetto Doppler.[3] Quando il piccolo tamburo rotea, infatti, l'ascoltatore percepisce due picchi di frequenza modulati progressivamente ed alternativamente verso l'alto e verso il basso, per l'effetto Doppler e questo porta ad un suono simile al gracidare di rana da cui il nome dello strumento giocattolo.[4]
Altri strumenti sono la cetra pluricorde a zattera con fusti di saggina, il “Viulén”, cioè la cetra tubolare idiocorde con fusto di granturco, che in Calabria è realizzata con fusti di canna;[5] il flauto diritto con zeppa ricavata da una scheggia di canna;[6] lo Zufolo di Romagna, cioè un flauto a tre fori in legno tornito, probabilmente un tempo accoppiato ad un tamburo.[7][8] Tra i clarinetti di canna ancora verde – con funzioni di strumento giocattolo effimero – ricordiamo quello a segmenti telescopici, sul modello di altri conosciuti in Italia,[9] e un clarinetto traverso coi fori spostati di un quarto di giro rispetto al piano dell'ancia, per consentire la diteggiatura, attestato anche in Lazio sui Monti Lepini.[10] Almeno tre strumenti indagati e raccolti da Fabio Lombardi, costruiti dall'informatore Adelmo Crociani di Montevecchio di Civitella (FC), sono conservati nel Fondo Roberto Leydi Strumenti musicali, Centro di dialettologia e di etnografia di Bellinzona, Svizzera. Si tratta di:
- un oboe di corteccia arrotolata;[11]
- un flauto diritto a bocca zeppata in legno di frassino;[12]
- un flauto a coulisse in corteccia, in legno di frassino.[13]
Altri lavori di Lombardi riguardano un'opera divulgativa sui briganti in Romagna[14] oltre ad argomenti relativi alla storia locale di Meldola, Riccione, Forlì, alla descrizione di alcune Pievi romagnole e all'indagine conoscitiva su quanto di musicale è contenuto nell'Archivio Piancastelli di Forlì.[15]
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Note
Bibliografia
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