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Forlì

comune italiano, co-capoluogo della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Forlì (AFI: /forˈli/ ascolta, Furlè in romagnolo[4][5]) è un comune italiano di 117 841 abitanti[1], capoluogo della provincia di Forlì-Cesena insieme a Cesena, in Emilia-Romagna.

Disambiguazione – Se stai cercando il comune in provincia di Isernia, vedi Forlì del Sannio.
Dati rapidi Forlì comune, Localizzazione ...

Si caratterizza per l'estesa piazza Aurelio Saffi e per la concatenazione di nuclei medievali[6], palazzi rinascimentali[7] e architetture del Novecento[8], che ne definiscono l'eclettico profilo urbano. Centro culturale[9], universitario[10] e manifatturiero[11], nonché polo di ricerca aeronautico e aerospaziale[12], ospita festival e rassegne d'arte, forte di una dinamica vita sociale.[13][14][15]

Costituita come presidio romano[16] lungo la via Emilia, la città si sviluppò come centro agricolo e commerciale già in età antica. Nel medioevo emerse come libero comune e importante roccaforte ghibellina[17], attraversando fasi di autonomia e di dominazione, fino all’affermazione della signoria degli Ordelaffi e al successivo governo di Caterina Sforza, che ne rafforzò le difese e il prestigio[18]. Durante il Rinascimento si affermò come centro artistico e culturale[19], specialmente tramite la scuola forlivese[20], che contribuì in modo significativo allo sviluppo della pittura prospettica e dell’arte romagnola tra Quattrocento e Cinquecento; parallelamente maturava una consolidata attività di studio in campo medico e scientifico[21][22][23]. Dopo la caduta della signoria Forlì entrò stabilmente nei domini pontifici, con la sola parentesi napoleonica, fino all’Unità d’Italia, partecipando attivamente ai moti risorgimentali[24][25]. Sin dall'inizio del Regno d'Italia è stata capoluogo della provincia di Forlì; dopo il distacco da questa del comprensorio di Rimini, divenuto provincia nel 1992, il territorio rimanente prese la nuova denominazione di provincia di Forlì-Cesena.

È sede vescovile della diocesi di Forlì-Bertinoro.

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Geografia fisica

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Territorio

Forlì si trova nella parte sud-orientale della Pianura Padana, in Romagna, in un’area di transizione tra la pianura alluvionale e le prime colline dell’Appennino forlivese, a circa 5 km dalle propaggini collinari e 26 km dalla costa adriatica[26].

Il territorio comunale è prevalentemente pianeggiante, costituito da depositi alluvionali quaternari, ma presenta a sud-ovest aree collinari caratterizzate da versanti dolci alternati a zone di calanchi, tipici delle formazioni argillose plioceniche della Romagna. Questa posizione di cerniera tra pianura e collina conferisce a Forlì un paesaggio vario e una vocazione agricola storicamente legata a colture intensive, come cereali, vite e frutteti[27].

L’idrografia locale è dominata dal fiume Montone, che attraversa la periferia occidentale e riceve, presso il quartiere di Vecchiazzano, le acque del fiume Rabbi[28]. Il Montone lambisce poi le antiche mura urbane in prossimità di Porta Schiavonia. A est scorre il fiume Ronco, che attraversa l’omonimo quartiere e confluisce nel Montone a valle della città, nei pressi di Ravenna[29].

Geologia

Il territorio di Forlì si colloca nel bacino dei Fiumi Uniti, dove affiorano rocce che testimoniano l’evoluzione geologica dall’Appennino alla pianura. Le formazioni più antiche sono rappresentate dal macigno (37–18 milioni di anni fa) sul crinale appenninico, seguito dalla formazione marnoso-arenacea (15–7 milioni di anni fa) in area montana e collinare. Alla fine del Miocene il bacino si colmò, con la comparsa delle coltri liguridi e dei depositi gessoso-solfiferi. Nel Pliocene il mare tornò a occupare le zone collinari, lasciando sedimenti argillosi, sabbiosi e lo spungone, tipica pietra locale. Tra Pliocene e Pleistocene si depositarono argille marine e sabbie gialle, testimonianza di antiche coste frequentate dall’Homo erectus a Monte Poggiolo. Durante le glaciazioni del Pleistocene medio si formarono coperture eoliche di loess e ambienti steppici popolati da grandi erbivori. Nell’era quaternaria, infine, processi erosivi e alluvionali hanno modellato l’attuale paesaggio, caratterizzato da colline argillose ondulate, rilievi marnoso-arenacei e spessori alluvionali superiori ai 200 m in pianura.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Forlì Aeroporto.

Forlì ha un clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa).

Il clima è influenzato dal trovarsi vicina alla costa del mare Adriatico, al margine meridionale della Pianura Padana e a ridosso del crinale appenninico, il quale, insieme ai contrafforti montani tra le valli, orientate da sud-ovest a nord-est, influenza notevolmente l'andamento dei venti al suolo.

Il mese più freddo, gennaio, ha una temperatura media di 3,1 °C, mentre quello più caldo, luglio, ha una temperatura media di 24,7 °C. La temperatura più alta registrata a Forlì è stata di 43,0 °C nell'agosto del 2017 mentre quella più bassa è di −19,0 °C registrata nel gennaio del 1985. L'escursione annua, data dalla differenza tra la temperatura media del mese più caldo e quella del mese più freddo, oscilla tra i 18 e i 23 °C

Le precipitazioni medie annue di Forlì sono all'incirca di 745 mm di pioggia, e il numero di giorni piovosi è in media di 75. Le piogge sono distribuite in modo piuttosto regolare durante l'anno, con valori massimi in novembre (79 mm) e minimi in gennaio (38 mm), febbraio e luglio (40 mm).

Il fenomeno della nebbia si presenta regolarmente ogni anno, soprattutto nei mesi invernali, o a fine autunno, manifestandosi a diversi livelli di intensità e di frequenza con prevalente accentuazione delle zone di pianura nelle depressioni morfologiche e diradandosi più a sud a partire dalle propaggini appenniniche.

A Forlì predominano i venti di nord-ovest, di est e di sud-ovest. In primavera, in estate e in autunno prevalgono venti da est, in inverno quelli da nord-ovest.

Ulteriori informazioni Forlì Aeroporto (1961-1990), Mesi ...
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Origini del nome

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Il toponimo della città è tradizionalmente riconducibile all'originario romano "Forum Livii", ovvero "Foro di Livio", dal console Gaio Livio Salinatore.[30]

Nel Libro Biscia, una raccolta di atti prevalentemente giuridici archiviati nell’Abbazia di San Mercuriale, Forlì è indicata come “Figline qui vocatur Livia” in documenti datati 1092, 1114, 1116, appellativo derivante dall’attività dei vasai (i “figularii”), dizione poi decaduta. L'epiteto "Livia" venne altresì utilizzato per indicare una parte di città oltre il fiume Montone, sorta sui resti di un Castrum: il nome rimase affermato tra i poeti, forgiando la definizione alternativa dei forlivesi “liviensi”. Nel XIII secolo l’uso di “Forum Livii” o “Forum Livi” si contrasse in “Forlivium”. Da quando la lingua volgare iniziò a nobilitarsi, il toponimo mutò in Forlivio, Forlivo, Forlivi.[31]

La variante attuale venne ideata da Dante Alighieri[32][33] nella stesura della Divina Commedia per esigenze metriche, recuperando e declinando la dizione popolare “Furlì” (da cui deriverà il dialettale "Furlè"):

«Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ’nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante.»

Inoltre:

«Vidi messer Marchese, ch'ebbe spazio
già di bere a Forlì con men secchezza,
e sì fu tal, che non si sentì sazio»

La denominazione venne successivamente adottata e consolidata dagli storici e cronisti Giovanni di Mastro Pedrino, Andrea Bernardi e Sebastiano Menzocchi.[31]

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Storia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Forlì.

Origini ed epoca antica

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La Venere di Schiavonia, il reperto romano più prezioso rinvenuto in città.

Il territorio forlivese fu abitato già nel Paleolitico, come attestano i ritrovamenti di Monte Poggiolo, datati a circa 800 000 anni fa, tra i più antichi d'Europa[34].

L’insediamento etrusco denominato Ficline (“terra di vasai”) divenne poi il municipio romano Forum Livii, fondato nel 188 a.C. come da tradizione dal console Gaio Livio Salinatore[35].

Restano tracce di viabilità, ponti e abitazioni, con scavi significativi in località Pieve Acquedotto e in via Curte[36].

Medioevo

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Abbazia di San Mercuriale

Dopo la caduta dell’Impero romano d'Occidente, Forlì passò agli Ostrogoti, quindi ai Bizantini, entrando successivamente nei domini della Chiesa grazie alle donazioni di Pipino il Breve.

Nel corso del Medioevo la città si sviluppò come libero comune, affermandosi poi come signoria sotto gli Ordelaffi, spesso in contrasto con lo Stato Pontificio, come dimostra la crociata contro i Forlivesi (1355-1359).

Forlì fu una delle principali roccaforti ghibelline dell’Italia centro-settentrionale e, nel 1282, resistette strenuamente all’assedio dei francesi inviati da Papa Martino IV. L’episodio è ricordato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, con il riferimento al “sanguinoso mucchio”, memoria della feroce battaglia[37].

Parallelamente la città conobbe una vivace vita culturale: è documentata la presenza di una comunità ebraica già dal XIII secolo, che nel 1418 ospitò un importante congresso rabbinico; nello stesso periodo si sviluppò la tradizione medica con maestri come Iacopo da Forlì, e nel 1425 fu fondata la prima scuola laica cittadina.

Età moderna

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Torre civica di Forlì

Nel Rinascimento Forlì raggiunse grande notorietà sotto Caterina Sforza, protagonista delle vicende politiche tra Medici, Borgia e Stato Pontificio[38]. La città visse una stagione culturale intensa con la diffusione della stampa (1495), lo sviluppo della scuola forlivese d’arte (da Melozzo da Forlì a Marco Palmezzano) e l’affermazione della medicina con studiosi come Girolamo Mercuriale e Giovanni Battista Morgagni.

Nel 1630, durante la peste, la popolazione attribuì la salvezza alla Madonna del Fuoco, da allora patrona della città.

Durante il periodo napoleonico Forlì fu capoluogo del Dipartimento del Rubicone, per poi tornare sotto il dominio pontificio fino ai moti risorgimentali, che videro attivi, oltre alla maggioranza dei cittadini, personaggi come Aurelio Saffi e Piero Maroncelli.

Età contemporanea

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Palazzo delle Poste di Forlì

Nell’Ottocento Forlì crebbe grazie a agricoltura, mezzadria, commercio lungo la via Emilia e prime industrie (fornaci, feltro, officine meccaniche)[39]. Nel 1915 fu inaugurato l’ospedale Morgagni[40].

Durante il fascismo, Forlì fu soprannominata "città del Duce"[41] per la nascita nella vicina Predappio di Benito Mussolini. Il regime la trasformò conseguentemente in “vetrina nazionale dell'architettura razionalista[42][43], con la realizzazione di edifici come la nuova stazione ferroviaria, il Palazzo delle Poste e il Palazzo del collegio aeronautico. Nel 1936 fu inaugurato l’aeroporto "Luigi Ridolfi".

Durante la seconda guerra mondiale, la città subì pesanti bombardamenti e stragi, come l’eccidio di Forlì[44]. Fu liberata il 9 novembre 1944 dalle truppe britanniche e indiane con l’aiuto dei partigiani.

Nel dopoguerra riprese lo sviluppo agricolo, industriale e artigianale, nonostante la permanenza del legame al cosiddetto “complesso del Duce”[45]. Il 16 aprile 1988 le Brigate Rosse assassinarono il senatore Roberto Ruffilli nella sua abitazione in Corso Diaz[46].

Dagli anni Novanta Forlì ha progressivamente ridotto il peso dell’agricoltura e dell’industria tradizionale, sviluppando il settore dei servizi e della formazione universitaria con il polo dell’Università di Bologna. Sono stati avviati e ultimati interventi di riqualificazione del patrimonio storico e architettonico, con particolare rilievo per il Museo San Domenico.

Nel maggio 2023 è stata colpita da gravi alluvioni, che hanno causato ingenti danni.

Simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Forlì.

Lo stemma, riconosciuto con decreto del 15 maggio 1931, ha la seguente blasonatura:

«D'oro, all'aquila spiegata di nero, coronata e membrata del campo, tenente nell'artiglio destro uno scudetto ovale posto in banda di rosso alla croce d'argento, e in quello sinistro uno scudetto pure ovale posto in sbarra d'argento alla fascia dello stesso, bordata e caricata del motto Libertas, il tutto di nero. Ornamenti esteriori da città.»

Il gonfalone comunale, con al centro lo stemma cittadino, è diviso in due metà: la superiore bianca, l'inferiore rossa.

Secondo la tradizione il segno zodiacale di Forlì è il Capricorno[47].

Onorificenze

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Concessione sovrana di papa Innocenzo III»
 1195

Titolo poi confermato con regio decreto 15 maggio 1931[48][49].

Grande medaglia d'argento di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908) - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla Città di Forlì»
 Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911 [50] (già di Brozno, Regio Decreto 5 giugno 1910 [51])

Forlì è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della Medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici e il coraggio delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[52]:

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante quattordici mesi di dura lotta contro l'oppressione tedesca esprimeva e sosteneva coraggiosamente le formazioni partigiane che operarono nella regione contro le forze armate nemiche logorandole e rendendo loro oneroso il movimento sulle rotabili romagnole e sulla linea ferroviaria Forlì - Faenza, costituenti importanti assi di alimentazione del loro sforzo operativo sul fronte. All'azione dei volontari armati, affiancava quella, non meno efficace, dei lavoratori che sabotando gli impianti industriali impedivano l'attuazione di un loro predisposto trasferimento in Germania. Il contributo di caduti e martiri civili, le sofferenze e le distruzioni subite dalle genti forlivesi nella loro ostinata opposizione alla sopraffazione nemica, testimoniarono la loro assoluta dedizione ai più alti ideali di Patria, libertà e giustizia. Zona di Forlì, 8 settembre 1943 - novembre 1944.»
 7 febbraio 1975[53]
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Monumenti e luoghi d'interesse

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Il patrimonio storico e artistico di Forlì riflette le diverse epoche che hanno segnato la città, dal Medioevo al Rinascimento fino all’età contemporanea. Nel centro cittadino si concentrano edifici religiosi e civili di grande rilievo, come l’abbazia di San Mercuriale e il complesso di San Domenico, mentre le architetture rinascimentali e barocche testimoniano la vitalità culturale tra XV e XVIII secolo. La città conserva inoltre numerosi palazzi nobiliari, teatri, conventi e attività artigiane e industriali storiche, integrati da interventi urbanistici e architettonici del Novecento, che contribuiscono a un panorama monumentale vario e in continua evoluzione.

Architetture religiose

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Abbazia di San Mercuriale
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Cattedrale di Santa Croce
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Chiesa e Monastero del Corpus Domini, foto di Paolo Monti, 1971. Fondo Paolo Monti, BEIC.

Chiese medievali e rinascimentali

Chiese barocche e moderne

Chiese contemporanee

Chiese scomparse

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese scomparse di Forlì.

Numerose sono le chiese, sia nel centro cittadino sia all'interno del suo comune, che sono scomparse nel corso dei secoli. La scomparsa di tali edifici religiosi ha molteplici motivazioni, le principali rintracciabili nelle devastazioni causate da guerre a seguito delle quali non è stata approntata alcuna riedificazione, nonché nella soppressione di ordini religiosi o nel riutilizzo degli edifici a uso diverso da quello religioso. Tra queste la chiesa di San Tommaso di Canterbury, scomparsa in tempi antichi, già nei pressi dell'attuale corso Garibaldi. La parrocchia del Duomo prende il nome di San Tommaso Cantauriense benché la cattedrale sia dedicata alla Santa Croce.

Cimiteri

Architetture civili

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Il Palazzo Comunale con la Torre Civica
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Particolare del Palazzo Paulucci de Calboli
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Palazzo Albertini e Palazzo del Podestà
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Palazzo Sassi Masini

Palazzi e residenze nobiliari

  • Palazzo Comunale: sede storica del municipio di Forlì, sorto nel Medioevo e più volte rimaneggiato nei secoli. La torre civica retrostante ne caratterizza l'aspetto.
  • Palazzo Numai: costruito tra il XIV e il XV secolo dalla famiglia ghibellina dei Numai, unica superstite tra le numerose case-torri medievali di Forlì; caratterizzato da una facciata in cotto con portale rinascimentale a diamante e cortile porticato quattrocentesco con colonne corinzie; ospita il Museo Ornitologico Ferrante Foschi; originariamente collegato alla vicina Torre Numai da un passaggio sotterraneo.
  • Palazzo del Podestà: edificato tra il 1458 e il 1460 dallo zio di Melozzo da Forlì, presenta una facciata gotico-rinascimentale in cotto dal disegno irregolare, resa celebre dal terrazzino aggiunto come “falso storico”.
  • Palazzo Albertini: elegante edificio quattrocentesco in stile veneziano; conserva pregevoli elementi decorativi interni e affreschi, ed è oggi utilizzato per mostre, eventi culturali e iniziative pubbliche.
  • Case Maldenti: complesso di abitazioni storiche di origine medievale; caratterizzate da portici, logge e cortili interni.
  • Palazzo Talenti-Framonti: edificio rinascimentale in cotto situato in piazza Aurelio Saffi; caratterizzato da eleganti bifore e portale centrale, conserva decorazioni interne settecentesche.
  • Palazzo Sangiorgi: edificio rinascimentale che ospita istituzioni culturali e scolastiche.
  • Monte di Pietà: costruito nel XVI secolo come sede del Monte di Pietà cittadino, oggi ospita spazi culturali ed espositivi.
  • Casa Palmeggiani: tipica dimora patrizia forlivese con elementi tardo-rinascimentali; al suo interno sono presenti saloni affrescati e dettagli architettonici che richiamano lo stile delle residenze nobiliari della città.
  • Palazzo Gaddi: costruito su un aggregato di case medievali e trasformato nel XVII–XVIII secolo dalla famiglia Gaddi in sontuosa dimora barocca; restaurato da Antonio Torri e Francesco Maria Angelini con scalone monumentale e affreschi interni, oggi sede museale.
  • Palazzo Serughi: residenza nobiliare del XVII secolo con facciata sobria; ospita sale di rappresentanza decorate con stucchi e dipinti e spazi espositivi dedicati a mostre temporanee e culturali.
  • Palazzo Sassi Masini: costruito verso la fine del XVII secolo, oggi è adibito a studentato universitario e viene utilizzato per uffici e attività culturali.
  • Palazzo Orsi Mangelli: residenza nobiliare settecentesca costruita per la famiglia Merlini e acquistata nel 1802 dal cardinale Paolo Orsi Mangelli; situato in Corso Diaz, conserva decorazioni pittoriche attribuite ad Angelo Zaccarini.
  • Palazzo Hercolani: dimora signorile settecentesca, oggi sede universitaria e di rappresentanza.
  • Palazzo Paulucci de Calboli: palazzo nobiliare del XVIII secolo, legato a una delle famiglie più influenti della città.
  • Palazzo Paulucci di Calboli dall'Aste: altro palazzo della medesima casata, con ambienti storici di pregio.
  • Palazzo Piazza Paulucci: residenza patrizia situata nella zona centrale, appartenuta anch’essa ai Paulucci.
  • Palazzo Romagnoli: costruito nel XVIII secolo dalla famiglia Romagnoli, originaria di Cesena, che si stabilì a Forlì nel 1806 con Lorenzo Romagnoli, nominato prefetto della città durante il dominio napoleonico; acquistato nel 1965 dal Comune di Forlì; oggi sede di collezioni d'arte contemporanea e della Biblioteca comunale Aurelio Saffi.
  • Palazzo Merlini: residenza settecentesca con elementi architettonici barocchi.
  • Palazzo Morattini: elegante edificio settecentesco appartenuto a una famiglia aristocratica.
  • Palazzo Savorelli Prati: edificio nobiliare del Settecento situato nel centro cittadino.
  • Palazzo Monsignani: palazzo signorile con cortile interno, usato oggi per eventi e attività culturali.
  • Palazzo dei Signori della Missione: sede storica della congregazione dei Missionari, con ambienti interni di pregio.
  • Palazzo Benzi: residenza signorile in stile rinascimentale, con eleganti decorazioni architettoniche.
  • Palazzo del Merenda: costruito nel 1722 su progetto dell'architetto Giuseppe Merenda come Ospedale della Casa di Dio per gli Infermi; trasformato nel 1922 in sede degli Istituti Artistici e Culturali della città; ospita la biblioteca comunale, collezioni e archivi storici.
  • Cassa dei Risparmi: edificio monumentale inaugurato nel XIX secolo, con decorazioni, affreschi e dettagli in ferro battuto, progettato come sede storica della Cassa dei Risparmi di Forlì.

Architetture del Novecento e contemporanee

  • Riunione Adriatica di Sicurtà: edificio costruito tra fine Ottocento e inizio Novecento in stile eclettico; originariamente sede della compagnia assicurativa RAS, presenta facciata ornata con balconi in ferro battuto e dettagli neorinascimentali.
  • Villino Boni: realizzato intorno al 1910 su progetto dell’ingegner Arnaldo Fuzzi, è un raffinato esempio di architettura liberty, caratterizzato da decorazioni floreali e ringhiere in ferro battuto; oggi mantiene la funzione originaria di residenza privata.
  • Palazzo delle Poste: edificio monumentale in stile razionalista, progettato da Cesare Bazzani e realizzato tra il 1932 e il 1935 come sede postale centrale.
  • Case economiche dei ferrovieri: costruite tra il 1933 e il 1935 per i dipendenti delle ferrovie, costituiscono un esempio di edilizia pubblica razionalista; attualmente ospitano abitazioni private.
  • Case economiche per i postelegrafonici: edificate tra il 1934 e il 1936 per il personale delle poste e dei telegrafi, presentano uno stile razionalista sobrio e funzionale; oggi sono utilizzate come complessi residenziali privati.
  • Scuola primaria Edmondo De Amicis: costruita tra il 1932 e il 1934 su progetto di Cesare Bazzani, rappresenta un importante esempio di architettura razionalista applicata all’edilizia scolastica; è tuttora sede della scuola.
  • Casa del Balilla (Palazzo GIL): realizzata nel 1933 su progetto di Cesare Valle, è un edificio simbolo del razionalismo fascista, destinato in origine all’Opera Nazionale Balilla; oggi utilizzato per attività sportive e culturali.
  • Istituto Tecnico Industriale Statale: completato nel 1938, probabilmente su progetto di Cesare Valle, presenta linee rigorose e un’impostazione funzionalista; ospita a tutt'oggi l'ITI “Guglielmo Marconi”.
  • Palazzo dell'ex collegio aeronautico: costruito tra il 1935 e il 1939 su progetto di Cesare Valle, il monumentale complesso fu sede del Collegio Aeronautico durante il regime; oggi adibito a sede scolastica.
  • Palazzo degli Uffici Statali: grande complesso pubblico edificato negli anni Trenta per ospitare uffici governativi e amministrativi.
  • Hotel della Città et de la Ville con il Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti: unico complesso forlivese realizzato nel dopoguerra da un maestro internazionale, progettato dall’architetto Gio Ponti tra il 1953 e il 1957, su incarico di Aldo Garzanti; notabile per gli spioventi invertiti, le finestre esagonali e gli spazi aperti tra i corpi, simbolo dell’architettura anni cinquanta.
  • Teatro Diego Fabbri: inaugurato nel 2000 e intitolato al drammaturgo forlivese, è il principale teatro cittadino; sostituisce l’originario Teatro Comunale, edificato nel 1830 e distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nel Novecento, larga parte dell'architettura forlivese è stata segnata dagli interventi del fascismo. Per questo, la città partecipa, come capofila, al progetto europeo "ATRIUM", che ha "come obiettivo principale quello di indagare e gestire il patrimonio architettonico, archivistico ed immateriale dei regimi del ‘900, per la costruzione di un itinerario culturale transazionale, con l'obiettivo di ottenere il riconoscimento di "Rotta Culturale europea""[57].

Architetture militari

Rocca di Ravaldino

Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca di Ravaldino.
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La Rocca

La Rocca di Ravaldino, denominata anche Rocca di Caterina, ha origini che risalgono al XIV secolo, quando sorsero le prime strutture sul sito.

Intorno al 1460 fu edificata come vera e propria fortezza dalla famiglia Ordelaffi, con l’intento di consolidare il proprio potere.

Alla fine del XV secolo, tra il 1488 e il 1499, Caterina Sforza ne curò importanti fortificazioni, rendendola una delle roccaforti più solide della Romagna.

Nei secoli successivi la rocca subì varie modifiche e un progressivo declino, pur mantenendo un ruolo strategico nelle vicende locali fino all’età moderna.

Mura e Porte

Lo stesso argomento in dettaglio: Mura di Forlì e Porte di Forlì.
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Resti della cinta muraria

Come in molte altre città italiane, anche a Forlì le mura cittadine furono quasi completamente demolite all’inizio del Novecento per favorire l’espansione urbana oltre l’antico nucleo medievale e liberare nuovi spazi destinati all’edilizia. Lo spazio ricavato dalla demolizione fu utilizzato per la costruzione dei viali di circonvallazione che oggi delimitano il centro storico. Della primitiva cerchia, probabilmente di origine romana, non restano tracce materiali, ma la toponomastica consente di ipotizzarne il percorso e la posizione delle antiche porte, come la Porta Merlonia.

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Porta Schiavonia

Nel corso del Medioevo le esigenze difensive determinarono ripetute modifiche al sistema di accessi, con aperture e chiusure che resero incerta la memoria di molte porte. Secondo la Descriptio Romandiolae, le principali erano Ravaldini, Cotogni, San Pietro e Clavanie, mentre San Biagio, Merlonia e della Rotta appartenevano a un circuito più antico. Con l’ampliamento della cinta si aggiunsero Porta Liviense, Santa Croce e San Mercuriale. A occidente sorgevano Porta Liviense, chiusa nel 1356 da Francesco Ordelaffi, e Porta Schiavonia, che ne assunse la funzione lungo la via consolare.

La cerchia realizzata tra XV e XVI secolo consolidò quattro accessi principali — Porta Schiavonia, San Pietro, Cotogni e Ravaldino — delle quali solo Porta Schiavonia è tuttora conservata.

Altro

Piazze e Corsi

Piazza Aurelio Saffi
Lo stesso argomento in dettaglio: Piazza Aurelio Saffi.
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Piazza Saffi

Ai tempi del forum romano, la piazza Aurelio Saffi era solo un largo spazio ai confini della centuriazione, lungo la via Emilia verso Rimini.

Diventa, come è tutt'oggi, luogo centrale della città nel Medioevo, con il nome di Campo dell'Abate (il riferimento è all'abbazia di San Mercuriale) e poi di piazza Maggiore.

Dopo l'unificazione d'Italia, viene dedicata a Vittorio Emanuele II e di seguito ad Aurelio Saffi, sostituendo la colonna della Madonna (spostata presso il duomo) con un monumento dedicato a Saffi. Al termine della seconda guerra mondiale, durante la permanenza delle truppe anglo-americane a Forlì (successiva alla liberazione della città dai nazi-fascisti), la piazza è ribattezzata St. Andrew's Square ("piazza di S. Andrea"). Con il ritorno alla normalità, i danni della guerra furono risanati e fu ripristinato il monumento a Saffi andato distrutto durante i bombardamenti.

Sulla piazza si affacciano, oltre all'Abbazia, anche il palazzo del Municipio ed edifici definiti in un periodo compreso tra il quattrocento e il novecento.

Il risultato è una piazza che Antonio Paolucci ha definito "uno scenario metafisico alla Giorgio de Chirico".[58]

Via delle Torri
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Via delle Torri

Si tratta della strada che collega piazza Saffi con piazza Ordelaffi e piazza del Duomo, costeggiando il lato settentrionale del Palazzo del Comune. Percorrerla verso oriente, concede una suggestiva vista sull'Abbazia di San Mercuriale, mentre, nell'altro senso, la via prospetta sulla Chiesa del Corpus Domini, con l'attiguo Monastero.

Presso il Palazzo della Prefettura, sullo stesso lato, la via si apre sui Giardini Orselli, adiacenti a Piazza delle Erbe, con il suo mercato agricolo alimentare[59].

Piazza del Duomo e Piazza Ordelaffi
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Piazza Ordelaffi, con l'illuminazione tricolore di Palazzo Piazza Paulucci

I due spiazzi contigui di Piazza del Duomo e Piazza Ordelaffi sono sovrastati dalla fabbrica del Duomo, già chiesa di Santa Croce, la cattedrale cittadina.

A nord di piazza Ordelaffi si trova l'imponente Palazzo Piazza Paulucci o Paulucci-Piazza, dal nome delle due antiche famiglie nobiliari già sue proprietarie, ora sede della Prefettura: si tratta di un palazzo del XVII secolo costruito in modo da ricordare il Palazzo del Laterano e il Palazzo Farnese, a Roma.

Al centro di piazza del Duomo si erge la colonna votiva della Madonna del Fuoco, protettrice della città; fu eretta originariamente in piazza Saffi, da dove fu spostata alla fine dell'Ottocento per lasciar posto al monumento commemorativo del patriota forlivese Aurelio Saffi.

Il 1º maggio 2007, una parte di piazza del Duomo ha preso il nome di piazza Giovanni Paolo II, in ricordo della visita che il Papa fece a Forlì l'8 maggio 1986.

Corso della Repubblica
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I portici della Cassa dei Risparmi

Corso della Repubblica è una delle principali strade moderne di Forlì e costituisce il ramo della via Emilia verso est interno al centro storico. Rappresenta la spina dorsale del rione tradizionalmente chiamato Borgo Cotogni, per un antico insediamento dei Goti (Gotogni) nel V secolo[60]. La via si presenta come un lungo rettilineo, al termine del quale si scorge l'obelisco del monumento ai caduti in piazzale della Vittoria. Negli anni 1930, la via era denominata Corso Vittorio Emanuele.

Lungo il corso si trovano la Chiesa di Santa Maria della Visitazione, di pianta ellittica e nota anche come Chiesa del Suffragio, e la Chiesa di Santa Lucia, dedicata alla protettrice della vista. Sono inoltre presenti la Biblioteca comunale Aurelio Saffi, che custodisce preziose raccolte storiche, e il Palazzo del Merenda, sede della pinacoteca e di altri musei cittadini.

Sempre lungo il corso sorgono la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori dell’Università di Bologna e l’Hotel della Città et de la Ville con il Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti, progettato da Gio Ponti e considerato un esempio significativo dell’architettura del dopoguerra.

Corso Giuseppe Mazzini
Lo stesso argomento in dettaglio: Corso Giuseppe Mazzini (Forlì).
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Chiesa del Carmine

Questo corso, via di porticati e negozi, congiunge piazza Saffi con la via Ravegnana (per Ravenna), verso nord, dove un tempo sorgeva la Porta di San Pietro. L'antica chiesa, ora scomparsa, di San Pietro in Scottis, rifugio per pellegrini scozzesi, dà nome al rione "San Pietro".

Appena imboccato il Corso, provenendo da piazza Saffi, dopo il Palazzo degli uffici statali si trova, in una via a sinistra, la Torre Numai, ricordo di un'antica famiglia nobiliare.

Importante è la Chiesa del Carmine, che ospita il convento dei carmelitani: l'ingresso presenta un pregevole fregio in marmo d'Istria, in origine abbellimento dell'entrata del Duomo.

Corso Giuseppe Garibaldi
Lo stesso argomento in dettaglio: Corso Giuseppe Garibaldi (Forlì).
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Palazzo del Monte di Pietà

Si tratta del corso più lungo, che da piazza Saffi arriva a Porta Schiavonia e costituisce la parte di via Emilia verso ovest, cioè verso Faenza e Bologna, attraversando la zona più antica della città, dove notevoli palazzi signorili si sono conservati fino a oggi. È la strada più antica della città, attorno alla quale Forlì ha cominciato a svilupparsi. Il nome "Schiavonia", ampliato tuttora all'intero rione (il vecchio "Borgo Schiavonia"), deriva dal ricordo degli schiavi forlivesi deportati in Spagna dal barbaro Alarico e liberati dal vescovo Mercuriale. Per magnificare l'epopea risorgimentale, su proposta dell'onorevole forlivese Tito Pasqui, il corso fu poi dedicato a Giuseppe Garibaldi.

Corso Armando Diaz
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Chiesa di Sant'Antonio Vecchio

Questo corso porta da piazza Saffi al piazzale di Porta Ravaldino (porta non più esistente), e al viale dell'Appennino che, verso sud, collega la città a Predappio e Castrocaro Terme, dirigendosi poi a Firenze. È l'asse portante del rione "Ravaldino", nome di origine incerta, ma noto fin dal Medioevo; esiste, nelle prime colline forlivesi, anche una località chiamata "Ravaldino in Monte".

Lungo il corso si incontra il Palazzo Orsi Mangelli, edificio storico situato vicino al centro, e il Teatro Comunale Diego Fabbri, dedicato al celebre drammaturgo forlivese. Sono inoltre presenti la Chiesa di Sant’Antonio Vecchio, oggi Sacrario dei Caduti, e la Chiesa di Sant’Antonio Abate in Ravaldino, che conserva opere di Marco Palmezzano e un pregevole organo settecentesco. A dominare l’area è la Rocca di Ravaldino, fulcro delle difese medievali e luogo legato alla figura di Caterina Sforza. In questa via si trova anche la casa del senatore Roberto Ruffilli, dove fu assassinato dalle Brigate Rosse nel 1988.

Piazzale della Vittoria
Lo stesso argomento in dettaglio: Piazzale della Vittoria (Forlì).
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Monumento ai Caduti o alla Vittoria

Proseguendo per corso della Repubblica da piazza Aurelio Saffi si arriva al piazzale della Vittoria, che funge sia da grande rotatoria sia da svincolo tra corso della Repubblica, viale Roma, via Corridoni, viale Matteotti e viale della Libertà. Al centro emerge su un'alta colonna il monumento ai caduti, costruito nel 1932. Sul piazzale si affaccia il palazzo dell'ex collegio aeronautico, in stile razionalista, ora adibito a scuole. Ai due lati dell'imbocco di corso della Repubblica vi sono le Palazzine gemelle, costruite nel 1933. Vi si affaccia anche la facoltà di economia dell'Università di Bologna e l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Dal piazzale inoltre, si accede all'ingresso monumentale del parco della Resistenza.

Viale della Libertà
Lo stesso argomento in dettaglio: Viale della Libertà (Forlì).
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Istituto Tecnico Industriale Statale

Proseguendo dal Piazzale della Vittoria in direzione della stazione ferroviaria, si percorre il Viale della Libertà, uno degli assi urbani più rappresentativi della Forlì razionalista. Con una larghezza di circa quaranta metri e un tracciato perpendicolare alla Via Emilia, il viale fu concepito negli anni Trenta come parte integrante del piano di rinnovamento urbanistico promosso durante il Ventennio fascista. Lungo il suo percorso si susseguono edifici di notevole valore architettonico – dalle case economiche per i postelegrafonici e dei ferrovieri, ai complessi scolastici e istituzionali come la Casa del Balilla e l'Istituto Tecnico Industriale – che testimoniano la varietà e l’evoluzione degli stili del periodo, dal razionalismo monumentale al funzionalismo sobrio dell’edilizia civile. Il risultato è un insieme urbano coerente e armonioso, che conserva ancora oggi un forte valore storico e identitario per la città.

Mercati

Mercato delle Erbe

Il Mercato delle Erbe è un mercato coperto situato nel centro storico in piazza Camillo Benso Conte di Cavour. L’edificio ha origine nel Foro Annonario, costruito fra il 1837 e il 1840 su progetto dell’architetto comunale Giacomo Santarelli e finanziato dal Comune sotto il governo dei Legati pontifici, fra cui Nicolò Grimaldi e Alessandro Spada[61][62]. L’area occupata fu in precedenza parte dell’antico Convento di San Francesco e della Chiesa di San Francesco Grande, demoliti quasi interamente nel 1815 per lasciare spazio ai nuovi fabbricati e alla riqualificazione urbana.

Nel corso dei decenni il mercato fu punto di riferimento per la vendita di frutta, verdura, erbe aromatiche, carni e pesce, ospitando numerose botteghe e costituendo un luogo vivo di commercio locale. Con il tempo, anche a causa della diffusione della grande distribuzione e del mutamento delle abitudini d’acquisto, l’attività si è ridimensionata, pur mantenendo la sua funzione originaria di mercato alimentare. Negli ultimi anni il Comune ha avviato interventi di restauro e riqualificazione per rafforzarne la funzione sociale e culturale[63][64].

Antica Pescheria

L'Antica Pescheria, corrispondente ai locali adiacenti all'omonima "Piazzetta", è un angolo situato in una traversa di Corso Diaz, nel quartiere Ravaldino. Progettata alla fine del Settecento dall’architetto Matteo Masotti, era originariamente destinata al commercio di carne e pesce, in una zona allora ricca di botteghe e attività artigianali. Nel corso dei secoli, il luogo ha assunto vari nomi, tra cui "Beccaria" e "Pescaria", come documentano fonti dal XIV al XVIII secolo. Con l’evolversi della città e per motivi igienici, le attività legate al mercato vennero progressivamente spostate, prima nel cortile del Palazzo Comunale e poi, dal 1840, nel nuovo Foro Annonario di Piazza Cavour.

Lo spazio è oggi di proprietà comunale e, pur avendo perso la sua funzione originaria, mantiene un pregevole valore storico e urbanistico. Negli ultimi anni è stata al centro di discussioni sulla sua destinazione d’uso: alcuni cittadini e comitati si sono opposti all’idea di trasformarla in sede della Polizia Locale, proponendone invece una valorizzazione a fini culturali e sociali.[65]

Foro Boario

Il Foro Boario è un complesso architettonico lungo la via Ravegnana, costruito nel 1927 per ospitare il mercato del bestiame cittadino, con tettoia, pesa e lavaggio[66]. Tra il 1932 e il 1935 fu ampliato dall’ingegnere Arnaldo Fuzzi con tre corpi di fabbrica collegati da grandi arcate, diventando nel dopoguerra uno dei mercati più importanti d’Italia, con punte di 2.500 capi trattati negli anni ’50. L’attività calò dagli anni ’60-’70 fino alla chiusura definitiva nel 1987. In seguito l’area, di proprietà comunale, è stata destinata a usi sociali e culturali, ospitando servizi, associazioni, un asilo nido e spazi per eventi. Negli ultimi anni sono stati realizzati interventi di manutenzione e restauro, ed è in atto un progetto di riqualificazione[67][68].

Monumenti e Statue

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Statua di Icaro
  • Monumento alla Vittoria / ai Caduti: progetto di Cesare Bazzani con sculture bronzee di Bernardo Morescalchi e rilievi di Bernardino Boifava, inaugurato nel 1932, in marmo/pietra di Trani con statue in bronzo e bassorilievi lapidei, in stile monumentalista fascista con richiami classici, situato al centro di Piazzale della Vittoria.[69]
  • Statua di Icaro: opera di Francesco Saverio Palozzi del 1941, scultura monumentale in marmo di Carrara alta cinque metri, di stile figurativo-simbolico ispirato al mito classico, collocata davanti all’ex Collegio Aeronautico in Piazzale della Vittoria.[70]
  • Colonna della Madonna del Fuoco: colonna votiva con statua attribuita a Clemente Molli, eretta nel 1636 e successivamente ricollocata, in marmo di Carrara e pietra, situata accanto alla Cattedrale di Santa Croce in Piazza del Duomo.[71]
  • Monumento ad Aurelio Saffi: statua di Filippo Cifariello del 1921, danneggiata in guerra e ricollocata nel 1961, in marmo su basamento lapideo, di stile commemorativo tardo-ottocentesco/primo Novecento, posto al centro di Piazza Aurelio Saffi.[72]
  • Albero della Chiarezza: scultura-ambiente ideata e donata da Tonino Guerra nel 2004, realizzata in pietra/lapide con inserti artistici, di stile contemporaneo e simbolico, collocata nei Giardini Orselli del centro storico.[73]
  • Monumento alle madri e vedove dei caduti e dispersi in guerra: opera dello scultore cesenate Leonardo Lucchi, realizzata in bronzo con figure slanciate su base calcarea, collocata all’interno del Parco Urbano Franco Agosto.[74]
  • Monumento ai Caduti della Grande Guerra: colonna commemorativa con allegoria della Patria in cima (statua della Vittoria armata con scudo e spada), databile circa 1919–1930, realizzata in cemento e pietra grigia con probabili inserti marmorei, recante le iscrizioni “Alere Flammam” e “Ai caduti della Grande Guerra”, con due colonne con capitelli corinzi e basamento circolare, collocata su Viale Roma (antistante la scuola materna) a Ronco.[75]
  • Il grande Pugilatore: statua in bronzo con base marmorea collocata nel Parco della Resistenza verso viale Spazzoli, realizzata da Giannantonio Bucci e dedicata al pugile Primo Carnera.[76]
  • Monumento a Giovanni Battista Morgagni: raffigura il celebre medico anatomopatologo, situata nella piazzetta a lui dedicata. La statua è descritta come imponente, con Morgagni che tiene in mano un teschio, simbolo delle sue scoperte scientifiche.[77]
  • Monumento alle vittime dei lager nazisti: situato nel Parco della Resistenza vicino a viale Spazzoli, questo monumento in bronzo e marmo di Leonardo Poggiolini commemora le vittime dei campi di concentramento e di tutte le prigionie.[78]

Siti archeologici

L'area di Forlì è caratterizzata dalla presenza di numerosi siti archeologici che documentano la frequentazione umana dalla preistoria all’età romana:

  • Ca’ Belvedere: sito paleolitico sul versante settentrionale di Monte Poggiolo, con industrie litiche datate a circa 850.000 anni fa, tra le testimonianze più antiche di presenza umana in Europa. Gli scavi sistematici iniziarono negli anni 1980-1990 e hanno restituito oltre 4.000 manufatti; i reperti sono conservati presso il Museo archeologico Antonio Santarelli.[79][80]
  • Scavi della Pieve di Santa Maria in Acquedotto: indagini architettoniche e archeologiche hanno portato alla luce parti della primitiva chiesa medievale e della struttura romana dell’acquedotto di Traiano/Teodorico, frammenti di affreschi quattro-cinquecenteschi e murature antiche parzialmente sopravvissute; alcuni livelli originari risultano interrati sotto il piano attuale.[81][82]
  • Scavi di via Curte: emerse strutture edilizie e materiali di epoca romana (pavimentazioni, ceramiche) e stratificazioni medievali, che documentano la continuità di vita urbana dalla fondazione della colonia fino al Medioevo.[83]
  • Complesso dell’ex Monte di Pietà ("Il Monte"): indagini archeologiche hanno messo in luce fondazioni e livelli stratificati medievali e rinascimentali (XIII–XVI secolo).[85]
  • Scavi del Duomo: lavori di ristrutturazione e restauri hanno portato alla luce sepolture di epoca medievale e rinascimentale, oltre a resti murari più antichi.[86]
  • Scavi del complesso di San Domenico: durante i restauri sono state rinvenute tombe medievali, medagliette votive, monete e frammenti ceramici.[87]
  • Località Bertarina (Vecchiazzano), Villanova e San Varano: aree del territorio comunale dove sono stati ritrovati materiali di età romana e medievale (ceramiche, oggetti metallici, frammenti architettonici), già raccolti da Antonio Santarelli nell’Ottocento.[88]
  • Carpena: ritrovamenti significativi di armi e corredi funerari di epoca preromana e romana; tra i reperti più noti un elmo in bronzo, oggi conservato al Museo archeologico.[89]
  • Tratti della Via Emilia: in più punti del centro (via delle Torri, corso della Repubblica) gli scavi hanno restituito acciottolati e livelli stradali di età romana, confermando l’asse viario antico tuttora seguito dalla città.[90]
  • Rinvenimenti sporadici urbani: in diversi cantieri cittadini sono emerse sepolture dell’età del Bronzo, frammenti ceramici, lucerne romane e mosaici. Sono documentati nei rapporti della Soprintendenza e confluiti in parte nelle collezioni museali.[91]

Aree naturali

Lo stesso argomento in dettaglio: Parchi di Forlì.

Il territorio comunale e cittadino è decisamente ricco di piccole aree verdi e di quattro grandi parchi pubblici:

  • Parco di via Dragoni: area verde molto frequentata dai forlivesi, collegata al centro città tramite piste ciclabili; ospita percorsi pedonali, spazi sportivi e zone per famiglie.
  • Parco della Resistenza: parco storico situato vicino al centro, nato a inizio Novecento e intitolato alla Resistenza; ricco di viali alberati, aree gioco e un laghetto con animali, è uno dei luoghi più suggestivi e “classici” della città.
  • Parco urbano Franco Agosto: il più grande parco di Forlì, con ampie distese verdi, laghetti, fauna, zone sportive e percorsi ciclopedonali; sede di eventi, spettacoli e installazioni artistiche, è considerato il “polmone verde” cittadino.
  • Parco Paul Piercy Harris: intitolato al fondatore del Rotary International, si trova nei pressi del Foro Boario; è caratterizzato da un laghetto centrale e offre spazi curati con alberi, camminamenti e aree di sosta.

La città infatti è attrezzata di molte zone verdi e parchi che arrivano a un'estensione totale di 300 ettari.

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Platano nei pressi di Carpinello

Prima dell’abbattimento delle mura, Forlì disponeva di un anello verde interno alla cinta, utilizzato come orti medievali per il sostentamento in caso di assedio; quest’area sopravvisse fino ai primi del XX secolo, quando fu progressivamente edificata. Nel territorio comunale sono ancora presenti antichi gelsi, testimoni della fiorente bachicoltura che alimentava l’industria della seta. Alcune vie, come la via Lughese e la via Cervese, conservano tratti alberati, sebbene ridotti per motivi di sicurezza. In base alla legge regionale n. 2/1977 sono stati censiti alberi monumentali, tra cui una roverella bicentenaria, tre pioppi neri, un platano orientale noto come “albero di Giosuè Carducci”, oltre a un giuggiolo secolare e un albicocco. Tra i relitti boschivi spicca la Selva di Ladino, residuo della Selva Litana e riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria, affiancata da un bosco a Ravaldino in Monte e da un querceto a Farazzano. Di rilievo è anche l’oasi di Magliano, istituita nel 1984 per la tutela dell’avifauna acquatica, che si estende per 680 ettari tra Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro. Singolare infine il “Ronco lido”, area balneare ottocentesca ricavata sulle sponde del fiume Ronco, utilizzata dai forlivesi come surrogato dei lidi marittimi.

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Società

Riepilogo
Prospettiva

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[92]

La più antica fonte demografica è la Descriptio provinciæ Romandiolæ del 1371, redatta dal cardinale Anglico de Grimoard, che censiva 2 300 focularia, equivalenti a una popolazione stimata tra i 10 000 e i 13 000 abitanti, esclusi i religiosi. Nel XVIII secolo la città contava 10 632 abitanti (1770), saliti a 11 619 nel 1786, a cui si aggiungevano oltre 13 000 nelle campagne. Secondo l’Almanacco del Dipartimento del Rubicone del 1811 Forlì era la città più popolosa della Romagna con 12 955 abitanti (13 565 considerando il comune), davanti a Faenza, Ravenna, Cesena e Rimini. Dopo l’aumento settecentesco, la crescita rallentò: tra il 1830 e il 1860 il tasso medio annuo non superò lo 0,4%, anche a causa della crisi del 1816-1817. Nel 1881 il comune contava 40 934 abitanti, suddivisi in 16 016 in città e oltre 22 000 nelle campagne, mentre nel 1892 si raggiunsero 44 285 abitanti, con netta prevalenza della popolazione rurale. Il censimento del 1881 registrava una società a maggioranza agricola (14 000 addetti), seguita da artigiani, commercianti, militari, impiegati e professionisti. Nel 1901 gli abitanti erano 43 325, di cui circa due terzi residenti nelle campagne, ma già si avviava un progressivo spostamento verso la città, favorito dalla meccanizzazione agricola e dalle prime attività industriali. La popolazione era inoltre molto giovane, con circa il 30% di minori e una quota di anziani pari al 7–8%.

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 15 298, ovvero il 13,07% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[93]

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua romagnola.

Il dialetto forlivese è una varietà del romagnolo parlata principalmente nella città di Forlì e nelle aree circostanti.

Si distingue per la peculiarità di terminare in p la terza persona singolare nel perfetto di molti verbi, quando è seguita da vocale[94]: andò-andép, mandò-mandép, chiamò-ciamép, fu-fop. Inoltre, a Forlì si suole “permutare in e muta l’a finale degli imperfetti, come pure di parecchi nomi e avverbi: era-ere, voleva-vleve, veniva-vneve, roba-robe, festa-feste, allora-allore, senza-sense[95].

Dal punto di vista lessicale, conserva termini arcaici e specifici che lo differenziano dalle altre parlate romagnole, ad esempio, il termine «bușàna», vento burrascoso, nell'appennino forlivese si esprime con «u bofa»; cioè, è vento di bufera.[96]

Religione

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Forlì-Bertinoro.

La Diocesi di Forlì-Bertinoro appartiene alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nata nel 1986 dall’unione della diocesi di Forlì con quella di Bertinoro, ha come cattedrale il Duomo di Forlì (Santa Croce) e come concattedrale la Cattedrale di Bertinoro (Santa Caterina d’Alessandria). Oggi conta circa 160.000 fedeli, suddivisi in più di 100 parrocchie.

Nel Duomo cittadino è venerata l'immagine della Madonna del Fuoco. La Vergine con Bambino si trovava originariamente all'interno di un'abitazione privata adibita a scuola di pittura. Vi insegnava il maestro Lombardino da Ripapetrosa. La notte del 4 febbraio 1428 un incendio distrusse completamente l'edificio. L'immagine rimase miracolosamente intatta. Successivamente fu traslata nel Duomo (dove si trova tutt'ora nella Cappella della Madonna del Fuoco); da allora è venerata dai forlivesi come simbolo di protezione e speranza.[97]. Oggi è la patrona della Città.

Ogni anno il 4 febbraio si celebra la Festa della Madonna del Fuoco. Questa festa religiosa comprende una solenne processione che attraversa il centro storico, accompagnata da celebrazioni liturgiche e momenti di preghiera comunitaria.

Tradizioni e folclore

Tra le tradizioni desuete di Forlì si annovera il Palio di San Mercuriale, legato al culto del patrono cittadino e documentato in età medievale. Le fonti locali collocano la celebrazione al 30 aprile (giorno del Santo prima che fosse spostato al 26 ottobre), data che nella città assumeva il valore di un vero e proprio "capodanno forlivese", poiché coincideva con il rinnovo delle magistrature comunali.

Le origini risalgono all’alto medioevo, quando le quattro contrade storiche della città – San Mercuriale, San Pietro, San Biagio e Santa Croce – eleggevano i propri gonfalonieri attraverso una prova di corsa sulla “Scala Grande” del Palazzo Comunale: il primo a raggiungere il gonfalone diventava capo della contrada per un anno.

Accanto a questo rito civico si sviluppò una vera e propria corsa di cavalli, che percorreva l’attuale corso della Repubblica (allora “Strada Petrosa”), con partenza da Porta Cotogni o dal Ronco e arrivo in piazza Saffi, detta anche Campo dell’Abate. La gara, che prevedeva premi simbolici e drappi ricamati, si trasformò nel tempo in un evento di grande partecipazione popolare, con sfilate, giostre e tornei.

Il Palio è ricordato anche per episodi storici di rilievo: nel 1282, durante i giorni della festa, i forlivesi sconfissero le truppe francesi, episodio celebrato da Dante Alighieri nel canto XXVII dell’Inferno come il “sanguinoso mucchio”. Nei secoli successivi la manifestazione assunse forme spettacolari, arricchite da macchine barocche e giochi cavallereschi. Nel 1481, per celebrare l’ingresso di Girolamo Riario e Caterina Sforza, fu allestito in piazza un castello ligneo usato per giochi militari e prove di destrezza.

Il Palio sopravvisse in varie forme fino all’età moderna, con tentativi di rievocazione anche nel Novecento sotto il nome di Palio del Sanguinoso Mucchio, senza però radicarsi stabilmente.[98][99]

Istituzioni, enti e associazioni

Tra le strutture sanitarie, l'ospedale pubblico più rilevante è l'Ospedale Morgagni-Pierantoni, in località Vecchiazzano[100]. Accanto ad esso, sono presenti strutture private accreditate come Villa Serena, Villa Igea e Villa Orchidee, che offrono servizi sanitari specialistici e di riabilitazione[101].

Il primo ospedale cui si abbia memoria a Forlì, sorse tra l'XI e XII secolo ed era noto con il nome di casa di Dio. Per tutto il Medioevo gli ospedali, erano in prevalenza delle confraternite di carità o congregazioni di carità. Erano istituzioni a carattere laico e, essendo numerose, si distinguevano per il colore del saio, lo stesso dell'ordine che appartenevano. Queste pubblicazioni avevano degli ospizi e possedevano una loro piccola chiesa. Le più importanti congregazioni erano quelle dei battuti.

In ambito militare, Forlì è sede, presso la Caserma "De Gennaro", del 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste", un'unità dell'Esercito Italiano con compiti di difesa e supporto alle operazioni nazionali e internazionali[102].

Per quanto riguarda il terzo settore, il comune è un punto di riferimento per numerose associazioni attive nel sociale e nella cultura. Tra queste, VolontaRomagna ODV svolge un ruolo centrale nel coordinamento del volontariato provinciale, con sede in viale Roma 124[103]. Altre realtà significative includono l'Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali (ANFFAS), che offre servizi di supporto e socializzazione per persone con disabilità[104], e l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), che fornisce informazioni e servizi di assistenza per i malati di sclerosi multipla[105].

In ambito culturale, il Centro Culturale Khatawat promuove l'incontro tra le culture del Medio Oriente e l'Italia attraverso corsi, incontri e conferenze, contribuendo alla diversità culturale della città[106].

Infine, a livello educativo e formativo, Forlì ospita numerosi enti di formazione professionale e culturale, tra cui IRECOOP Emilia Romagna, ASQ STS e CNA Formazione Forlì-Cesena, che offrono corsi e percorsi di aggiornamento per giovani e adulti[107].

Qualità della vita

La città è tra le più ecologiche d'Italia secondo il rapporto "Ecosistema Urbano" di Legambiente[108], consolidando da diversi anni il suo posizionamento in classifica nella top 10 nazionale e al primo posto in Romagna.[109][110][111] Ha inoltre ottenuto riconoscimenti tra le migliori città italiane per la diffusione degli orti urbani (ISTAT)[112] e per la gestione del verde pubblico (ISPRA)[113].

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Cultura

Riepilogo
Prospettiva

Archivi e biblioteche

Archivio di Stato - Forlì

L’Archivio di Stato di Forlì-Cesena è articolato nella sede centrale di Forlì e nella sezione distaccata di Cesena. I fondi archivistici presenti nella sede forlivese riflettono le vicende e le istituzioni della realtà cittadina, iniziando dal momento storico in cui Forlì si trovava sotto la signoria di Caterina Sforza, negli anni tra il 1488 e il 1499, fino alla nascita del Regno d’Italia.[114]

Biblioteca Comunale "Aurelio Saffi"

La biblioteca civica ha sede presso il Palazzo Merenda. Dal 2025 trasferisce le sezioni "Moderna" e "Ragazzi" a Palazzo Romagnoli, mentre vi resta attivo il servizio di consultazione degli archivi antichi, i manoscritti e l'archivio Piancastelli.[115]

Biblioteca Centrale "Roberto Ruffilli"

Biblioteca del Campus universitario, a disposizione di studenti, ricercatori, docenti e cittadini.[116]

Biblioteca Comunale per Ragazzi "Paul Percy Harris"

Fondata nel 1968 nella parte meriodionale del Parco della Resistenza, è l'unica biblioteca di Forlì ad essere ospitata in un edificio costruito appositamente a tale scopo, ed è il centro di catalogazione di tutte le biblioteche decentrate. L'intera collezione della biblioteca conta più di 5300 libri.[117]

Ricerca

Polo Tecnologico Aeronautico e Spaziale

Lo stesso argomento in dettaglio: Polo Tecnologico Aeronautico-Spaziale Forlivese.

Il polo aeronautico, situato nelle vicinanze dell'aeroporto, include strutture e laboratori dedicati alla formazione, alla ricerca e alla sperimentazione legate al volo, all'aeronautica e all'aerospazio.[118][119]

Questo complesso di edifici costituisce uno degli impianti più tecnologici e avanzati del settore in Italia.[120][121]

Scuole

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuole di Forlì.

Gli asili sono divisi in comunali, statali e paritari[122]; le scuole comunali primarie (e i relativi istituti comprensivi) sono paritarie[123].

Tra gli istituti e le scuole secondarie di secondo grado sono menzionabili[124]:

Università

Lo stesso argomento in dettaglio: Campus di Forlì.

In città è presente il Campus universitario, che fa parte della struttura Multicampus creata dall'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Al suo interno sono stati attivati diversi corsi di laurea, tra cui: economia e management; lingue e letterature, traduzione e interpretazione; scienze internazionali e diplomatiche; medicina e chirurgia; sociologia, scienze criminologiche; ingegneria meccanica, aerospaziale, nautica; scienze agro-alimentari.[125]

Accademie

In città hanno storicamente operato diverse accademie[126]:

  • Accademia dei Filergiti
  • Accademia dei Filodrammatici
  • Accademia dei Filarmonici
  • Accademia dei Filoginnastici
  • Accademia Ecclesiastica
  • Accademia dell'Onor Letterario
  • Accademia degli Icneutici
  • Accademia di Giove Cretense
  • Accademia dei Mononomici
  • Accademia dei Ponoterasti

Musei

Le istituzioni museali della città di Forlì sono[127][128]:

Museo Civico San Domenico

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo Civico San Domenico.
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Mostra "Wildt - L'anima e le forme, da Michelangelo a Klimt", 2012, Museo Civico San Domenico

I Musei di San Domenico sono un complesso museale ricavato all’interno dell’ex convento domenicano del XIII secolo, restaurato e riadattato a spazio espositivo a partire dagli anni Novanta del XX secolo.

Oltre a ospitare mostre temporanee di rilievo internazionale, comprende diverse sezioni permanenti:[129]

  • Pinacoteca Civica, con opere che spaziano dal Medioevo al Novecento;
  • Collezione Pedriali, costituita da lasciti e opere d’arte moderna;[130]
  • Collezione Verzocchi, con oltre settanta opere sul tema del lavoro realizzate da artisti italiani del XX secolo;[131]
  • Grandi Donatori, percorso museale dedicato alle opere d’arte donate alla città da collezionisti e mecenati.[132]

Museo di Palazzo Romagnoli

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Romagnoli (Forlì).

Il "Museo in Biblioteca" è ospitato negli spazi di Palazzo Romagnoli, edificio ottocentesco già adibito a sede della Biblioteca Comunale Aurelio Saffi. La collezione offre una panoramica sull’arte del Novecento italiano e valorizza importanti donazioni private, tra cui[130]:

Museo Romagnolo del Teatro

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo romagnolo del teatro.

Il Museo Romagnolo del Teatro, ospitato negli spazi di Palazzo Gaddi, documenta la storia delle arti sceniche e musicali della Romagna dal XVIII al XX secolo. Conserva scenografie, bozzetti, costumi, strumenti musicali, manifesti, fotografie e documenti d’epoca, testimoniando il ruolo del teatro e della musica nella vita culturale del territorio.

Museo del Risorgimento Aurelio Saffi

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo del Risorgimento (Forlì).

Il Museo del Risorgimento, ubicato in Palazzo Gaddi, è dedicato all’epoca risorgimentale e alla figura di Aurelio Saffi, patriota e politico forlivese. La raccolta illustra il ruolo della città nel processo di unificazione nazionale attraverso documenti, stampe, opere d’arte, armi e cimeli legati ai protagonisti locali del Risorgimento.

Museo Storico Dante Foschi

Il Museo Storico Dante Foschi, situato presso la Casa del Mutilato, è dedicato alla memoria della Resistenza e della Seconda guerra mondiale nel territorio forlivese. Le collezioni, costituite in gran parte da donazioni, comprendono armi, uniformi, giornali clandestini, manifesti, fotografie e testimonianze personali dei partigiani.[134]

Casa museo Villa Saffi

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Saffi.

La Casa museo Villa Saffi si trova nella campagna forlivese ed è stata residenza di Aurelio Saffi e della sua famiglia. Oltre a conservare ambienti e arredi originali dell’Ottocento, custodisce una ricca raccolta di libri, documenti e oggetti legati al patriota, configurandosi come luogo di memoria storica e civile del Risorgimento italiano.

Altri musei e collezioni

  • Museo ornitologico Ferrante Foschi: ospitato in Palazzo Numai, custodisce una delle più importanti collezioni ornitologiche italiane, con circa 4.000 esemplari provenienti da varie regioni d'Italia.[135]
  • Museo Archeologico Antonio Santarelli, con reperti preistorici, romani e medievali rinvenuti nel territorio.[136]
  • Museo etnografico romagnolo Benedetto Pergoli: documenta la cultura contadina e artigiana tradizionale della Romagna.[137]
  • Armeria Albicini: prestigiosa collezione di armi e armature dal XV al XIX secolo, allestita all’interno di Palazzo del Merenda.[138]
  • Fondazione Dino Zoli: museo d’arte contemporanea che ospita esposizioni temporanee e valorizza artisti italiani e internazionali, con particolare attenzione al dialogo tra arte, impresa e territorio.[139]
  • Museo della ginnastica Bruno Grandi: in fase di riallestimento presso la Casa del Balilla, dedicato alla storia e ai protagonisti della ginnastica italiana.[140]
  • Villa Carpena (Villa Mussolini – Casa dei ricordi): residenza storica della famiglia Mussolini, oggi casa museo aperta al pubblico.
  • Museo Ercole Baldini: esposizione di biciclette, trofei e cimeli legati al campione di ciclismo forlivese.[141]
  • Museo Bandini Auto: conserva auto da competizione progettate dall’ingegnere Ilario Bandini e cura il relativo registro storico.[142]
  • Collezione Otello Buscherini: raccolta dedicata al pilota forlivese, con moto, cimeli sportivi e documenti.[143]
  • Museo delle Ferrovie e delle Tranvie: museo dedicato alla storia delle ferrovie e al modellismo ferroviario.[144]
  • Museo dei Mestieri: in località Vecchiazzano, ospita circa 60.000 strumenti di lavoro prodotti tra il X e il XX secolo in rappresentanza di circa 320 professioni.[145]
  • Museo del Plaustro: a Villagrappa, racconta la storia culturale, artigiana e contadina lungo la via Emilia, per mezzo dei simboli pittorici o intagliati sui carri agricoli.[146]

Nel 2024 viene avviato il progetto "SAN - spazi artistici nuovi" per riunire i principali spazi espositivi cittadini in un unico contenitore informativo: il Museo San Domenico e i suoi Giardini, l'Ex Asilo Santarelli, l'oratorio di San Sebastiano e la chiesa di San Giacomo Apostolo.[147]

Media

Stampa

  • Il Resto del Carlino – Forlì, quotidiano a diffusione regionale con redazione locale in città.[148]
  • Corriere di Romagna, quotidiano con redazione e uffici anche a Forlì.[149]
  • RomagnaOggi, testata giornalistica online che segue la cronaca e la vita cittadina forlivese.[150]

Radio

  • Radio Forlì, storica emittente cittadina con programmazione locale di informazione e intrattenimento.[151]
  • Radio Gamma, radio comunitaria con sede a Forlì, attiva su temi sociali e culturali.[152]

Televisione

  • Teleromagna, principale emittente televisiva della Romagna, con sede di redazione anche a Forlì.[153]

Arte

Scuola forlivese

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola forlivese.
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Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano di Marco Palmezzano presso l'Abbazia di San Mercuriale

La Scuola forlivese fu un importante movimento artistico del Rinascimento romagnolo, attivo tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. Nata attorno alla figura di Melozzo da Forlì, essa si distinse per la ricerca prospettica, la resa luminosa e l’armonia delle composizioni, elementi che riflettono l’influenza di Piero della Francesca e Andrea Mantegna.[154]

Melozzo fu tra i primi a sperimentare la prospettiva “da sotto in su”, che trovò espressione magistrale negli affreschi di Roma e Forlì, anticipando sviluppi della pittura rinascimentale centro-italiana.[155] Il suo principale allievo, Marco Palmezzano, ne proseguì la lezione fondendo la solidità prospettica con una pittura più morbida e narrativa, divenendo il principale interprete della cultura figurativa forlivese e mantenendo viva la tradizione locale per oltre mezzo secolo.

Attorno a loro operò una rete di artisti e artigiani che, pur meno noti, contribuirono alla diffusione di un linguaggio comune, caratterizzato da equilibrio formale, colori limpidi e una spiritualità serena. La Scuola, pur radicata nella realtà locale, ebbe quindi un ruolo significativo nella formazione del Rinascimento padano-adriatico, influenzando le botteghe attive in Romagna e nell’area marchigiana.[156]

Cenacolo Artistico Forlivese

Lo stesso argomento in dettaglio: Cenacolo Artistico Forlivese.

Il Cenacolo Artistico Forlivese è un sodalizio culturale nato a Forlì nel 1920 per iniziativa di Giovanni Marchini e di don Tommaso Nediani. Aveva sede in un padiglione dell’ex barriera doganale di Porta Cotogni/Vittorio Emanuele, dove fu inaugurato ufficialmente il 25 novembre 1920.

Il Cenacolo riuniva artisti, pittori, scultori e cultori locali con lo scopo di promuovere l’arte “pura”, valorizzare le forze artistiche del territorio e favorire lo studio di varie correnti e tecniche artistiche. Tra i suoi membri figuravano personalità come Maceo Casadei, Pietro Angelini, Umberto Zimelli, Bernardino Boifava, Francesco Olivucci e altri.

Pur molto attivo e apprezzato, il Cenacolo cessò le sue attività nel 1928, in buona parte a causa di problemi legati alla perdita della sede (la barriera doganale fu demolita/incorporata in nuovi edifici) oltre che per difficoltà finanziarie.

Le sue opere, mostre e iniziative ebbero comunque un impatto significativo sulla vita culturale forlivese del primo Novecento, contribuendo a far emergere un “linguaggio artistico forlivese” con contatti anche nazionali.[157][158]

Murali

Nel centro città si trovano numerosi murali realizzati tra il 2016 e il 2019 nell’ambito di un progetto comunale di riqualificazione urbana dedicato alla street art. Tra le opere principali spicca Melodia del sogno e della realtà di Luis Gomez presso i Musei San Domenico. Già nel 1976 la città aveva scelto la street art per celebrare eventi storici e culturali di rilievo, coinvolgendo artisti di spicco.

Le edizioni 2018 e 2019 del Festival Murali hanno visto artisti internazionali realizzare pitture murali sul tema della Costituzione italiana e del Risorgimento italiano, affiancati da workshop con la partecipazione di giovani locali.[159][160]

Teatro

Il principale spazio teatrale di Forlì è il Teatro Diego Fabbri, inaugurato nel 2000 e gestito dal Comune di Forlì. Con una capienza di circa 550 posti in platea e 160 in galleria, è sede di una ricca stagione teatrale e musicale, oltre a ospitare eventi di danza e prosa contemporanea.[161]

La vita culturale forlivese è animata da numerose realtà teatrali e associative, tra le quali::

  • Masque Teatro: attiva dal 1994, la compagnia è nota per la sua produzione di spettacoli teatrali e per l'organizzazione del Festival Crisalide, un appuntamento annuale di rilievo per il teatro contemporaneo e la danza.[162]
  • Compagnia Bella: offre corsi di recitazione e drammaturgia, oltre a progetti artistici e allestimenti teatrali. Collabora con enti e compagnie teatrali e partecipa a festival e rassegne.[163]
  • Teatro delle Forchette: propone corsi di dizione, spettacoli teatrali e attività culturali.[164]
  • C’erac’è Playback Theatre: compagnia che trasforma le storie del pubblico in spettacoli attraverso l’arte dell’improvvisazione, promuovendo l’ascolto empatico e la connessione sociale.[165]
  • QAOS Gruppo Teatrale: attivo nella produzione di spettacoli teatrali, offre anche laboratori e attività culturali.[166]
  • Città di Ebla: collettivo artistico fondato nel 2004, impegnato nella produzione e promozione di teatro e arti performative contemporanee, oltre all'organizzazione di eventi quali Ipercorpo presso i locali di EXATR.
  • Compagnia Quelli della Via: Propone spettacoli teatrali e musicali, con un focus educativo e culturale.[167]
  • Compagnia della Lanterna: attiva da oltre 30 anni, la compagnia è impegnata nella ricerca teatrale e nella valorizzazione della tradizione locale.
  • O.G.M. - Organismi Geneticamente Musicalizzati: specializzata in musical originali.
  • La Compagnia dell'Anello - Centro Culturale Artistico: attiva dal 1997, è nota per il suo approccio irriverente e originale al teatro.
  • Gruppo Teatrale Grandi Manovre: fondato nel 1996.
  • Cambioscena: attiva dal 2010, questa compagnia si distingue per la produzione di musical originali e inediti.
  • Malocchi & Profumi: fondata nel 1990 e costituitasi legalmente nel 1994.
  • I Funamboli: compagnia amatoriale teatrale di giovani.[168]
  • Compagnia delle Ventirose: la compagnia si distingue per l'impegno nella promozione della cultura locale.
  • stabilemobile: compagnia attiva nel panorama teatrale di Forlì con produzioni originali e contemporanee.[169]

Cinema

La città è divenuta un punto di riferimento per il cortometraggio, grazie a rassegne che hanno favorito la diffusione di questo formato come strumento di sperimentazione e di valorizzazione di giovani autori. Un altro ambito rilevante è quello del documentario, proposto in festival e iniziative che ne sottolineano il valore come mezzo di indagine storica, sociale e ambientale. Accanto a questi filoni, trovano spazio anche il cinema indipendente e d’autore, con particolare attenzione a opere premiate in contesti internazionali e a produzioni legate a temi di attualità e diritti civili. Manifestazioni come Sedicicorto Forlì International Film Festival e Meet the Docs! Forlì Film Fest hanno contribuito a consolidare questa vocazione, delineando un panorama culturale in cui il cinema è inteso principalmente come occasione di conoscenza e riflessione critica.[170][171]

Film girati o ambientati a Forlì:

  • Un amore targato Forlì (1976) – Commedia di Riccardo Sesani sul giovane violoncellista di provincia che cerca il successo a Roma; il titolo risale al periodo in cui Rimini era sotto la Provincia di Forlì (FO), difatti il protagonista è riminese.[172]
  • La tenda nera (1996) – Thriller televisivo diretto da Luciano Manuzzi, tratto da un racconto di Carlo Lucarelli, girato per gli esterni a Forlì.[173]
  • Happy Clown (2018) – Drammatico di Andrea Petrini, girato interamente a Forlì, racconta la crisi esistenziale di un clown.[174]
  • Rwanda (2018) – Film di Riccardo Salvetti basato su eventi reali del genocidio ruandese, girato a Forlì.[175]
  • Solamente tua (2019) – Film di Andrea Petrini, girato interamente a Forlì; indaga la violenza sulle donne nei rapporti di coppia.[176]
  • Potevo farmi Santo (2023) – Lungometraggio diretto da Romeo Pizzol, girato interamente a Forlì e ambientato nella città; racconta la vita di Giuseppe Prati, noto come Don Pippo.[177][178]

Musica

Forlì è legata intrinsecamente al liscio romagnolo: vi morì e vi è sepolto Carlo Brighi detto Zaclén, considerato il fondatore del genere[179]. Il Fondo Brighi, che comprende la sua intera collezione di spartiti, è stato donato dalla figlia Angelina all'archivio Piancastelli della Biblioteca comunale Aurelio Saffi[180].

Alla città sono stati dedicati dei brani: Secondo Casadei (musica) e Raoul Casadei (testo) composero il valzer “Cara Forlì”[181]; inoltre Secondo incise nel 1958 “Il treno di Forlì”, pezzo dedicato al campione ciclista forlivese Ercole Baldini (detto appunto “il treno di Forlì”)[182].

Per celebrare il genere musicale e la sua connessione con il territorio, dal 2021 la città ospita la kermesse “Cara Forlì – La Grande Festa del Liscio” in Piazza Saffi, organizzata con la Famiglia Casadei e il sostegno della Regione. È oggi uno dei palchi-simbolo di promozione del liscio[183].

Cucina

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina romagnola.

Forlì fa riferimento alla cucina regionale romagnola, con alcune preparazioni locali distinte, quali per esempio la Piadina della Madonna del Fuoco, una torta lievitata a base di farina, zucchero, uova e burro aromatizzata con anice, preparata in occasione della festività dell'omonima patrona.[184]

Eventi

Arti performative e interdisciplinari

  • Ipercorpo: festival internazionale delle arti dal vivo – si svolge negli spazi dell’ex deposito ATR (EXATR). Propone spettacoli di teatro, danza, musica e arti visive, con un’attenzione particolare alla sperimentazione e alla ricerca artistica[185]
  • Ibrida: Festival delle arti intermediali – rassegna dedicata alla videoarte e alle arti performative contemporanee, ospitata alla Fabbrica delle Candele; nata nel 2015, presenta performance audiovisive, installazioni e mostre con artisti internazionali[186].
  • Crisalide – festival di teatro contemporaneo organizzato dalla compagnia Masque Teatro. Attivo dal 1994, ospita spettacoli, performance e incontri che intrecciano arti sceniche, filosofia e ricerca interdisciplinare[187].
  • EXTRAterrestre – rassegna estiva che anima gli spazi di EXATR con concerti, proiezioni, mostre fotografiche, laboratori e performance. L’iniziativa, organizzata da Città di Ebla e Spazi Indecisi, trasforma l’ex deposito delle corriere in un centro di sperimentazione culturale[188].

Musica

  • Cara Forlì: la grande festa del Liscio – manifestazione che si svolge in piazza Saffi a settembre, dedicata alla tradizione musicale romagnola del liscio. L’evento propone concerti gratuiti con orchestre storiche e artisti contemporanei, piste da ballo all’aperto ed eventi collaterali di carattere culturale[189][190].
  • Sadurano Serenade – rassegna di musica da camera che porta a Forlì artisti di fama internazionale, ospitata presso l’Istituto Musicale Angelo Masini e Palazzo Sangiorgi, con un programma che valorizza giovani talenti e repertori classici[191].
  • Organi Callido a Forlì – rassegna musicale che valorizza i pregiati organi costruiti da Gaetano Callido nel XVIII secolo e conservati in diverse chiese forlivesi. Il programma prevede concerti, visite guidate e masterclass dedicate alla musica organistica[192].
  • Forlì Open Music – rassegna dedicata alla musica contemporanea e jazz, con concerti e incontri in vari spazi cittadini[193].

Cinematografia

  • Sedicicorto International Film Festival – festival internazionale del cortometraggio che si tiene ogni anno a ottobre. Nato nel 2004, è oggi una delle principali rassegne italiane dedicate al cinema breve, con sezioni competitive per opere italiane e straniere, incontri con registi e attività di educazione all’immagine[194].
  • Meet the Docs! Forlì Film Festival – festival dedicato al cinema documentario, che propone proiezioni, incontri con registi e dibattiti su temi di attualità, con particolare attenzione al linguaggio audiovisivo come strumento di riflessione sociale[195].

Cultura e Società

  • Festival del Buon Vivere – rassegna culturale che si svolge ogni anno a settembre presso i Musei San Domenico e in altri spazi cittadini, con incontri, spettacoli e conferenze dedicate a temi sociali, culturali e ambientali[196].
  • Festival Caterina Sforza – rassegna culturale che si svolge alla Rocca di Ravaldino, dedicata alla figura storica di Caterina Sforza. Il programma comprende incontri, spettacoli, concerti e dibattiti che intrecciano storia, attualità e arti performative[197].
  • Forlì Pride – corteo e manifestazione cittadina nata nel 2022, che si svolge nel mese di giugno con partenza dal Foro Boario e arrivo al Campus universitario. L’evento è promosso da associazioni locali e dà visibilità alla comunità LGBTQIA+ del territorio[198].
  • Notte Europea dei Ricercatori – iniziativa promossa a livello europeo che coinvolge musei e campus universitari, con laboratori, esperimenti e incontri divulgativi[199].

Urbani e Fieristici

  • Fiera di San Mercuriale – manifestazione che si tiene ogni anno il 26 ottobre, giorno dedicato al patrono della città, San Mercuriale. L’evento anima il centro storico con bancarelle, prodotti tipici, mercatini e iniziative religiose e culturali legate all’Abbazia[200].
  • Fiera di San Pellegrino (o dei Cedri) – tradizionale fiera cittadina che si svolge il 1° maggio in centro storico, legata al compatrono San Pellegrino Laziosi[201].
  • Fiera di San Martino – appuntamento autunnale con mercatini e stand gastronomici nel centro storico[202].
  • Mercoledì in Corso – serie di eventi che si svolgono nei mercoledì estivi e primaverili nel centro storico. Le principali vie cittadine vengono pedonalizzate e animate da spettacoli, musica dal vivo, mercatini, attività sportive e iniziative per famiglie[203].
  • Forlì Wine Festival – rassegna enologica con degustazioni e incontri con produttori[204].
  • Vintage! La moda che vive due volte – mostra-mercato dedicata al modernariato, al collezionismo e al design del Novecento, ospitata alla Fiera di Forlì e divenuta negli anni una delle principali manifestazioni del settore in Italia[205].
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Geografia antropica

Riepilogo
Prospettiva

Urbanistica

L’impianto urbano di Forlì ha origine in epoca romana, con la definizione di una pianta regolare a cardo e decumano. Nel Medioevo la città si sviluppò attorno al nucleo originario, con la costruzione delle mura e la formazione delle principali piazze.

Tra il basso medioevo e il rinascimento furono rafforzate le strutture difensive, e la città iniziò a espandersi oltre le mura. Con l’Unità d’Italia e l’arrivo della ferrovia si avviò una fase di modernizzazione, che portò alla nascita di nuove aree produttive e residenziali.

Nel periodo fascista Forlì fu interessata da interventi di architettura razionalista, con la realizzazione di edifici pubblici e complessi monumentali che modificarono l’assetto urbano. Sul fronte della mobilità, interventi mirati hanno migliorato la fluidità del traffico e la sicurezza stradale, con esempi come il Piazzale della Vittoria, progettato nel periodo fascista come importante snodo viario. I bombardamenti della seconda guerra mondiale causarono gravi danni, seguiti da una ricostruzione orientata sia al ripristino del centro storico sia all’espansione verso le periferie.[206]

Nel secondo dopoguerra la città partecipò al Piano INA-Casa (1949-1963), volto a costruire alloggi popolari: i principali quartieri realizzati furono La Cava, Benefattori e Ca’Ossi, progettati come insediamenti autosufficienti con servizi collettivi, spazi verdi e strutture sociali[207][208].

Negli anni successivi i piani regolatori hanno guidato la crescita della città, favorendo la nascita di nuovi quartieri e infrastrutture. In età contemporanea l’attenzione si è concentrata sulla riqualificazione del centro, sulla valorizzazione del patrimonio architettonico e su politiche di sostenibilità e mobilità urbana.

Determinante è stato il progetto del sistema tangenziale, infrastruttura viaria che si sviluppa per circa 17 km e collega i principali assi di penetrazione urbana con la viabilità extraurbana[209]. La sua realizzazione è avvenuta per lotti successivi a partire dagli anni 1990, con l’obiettivo di alleggerire il traffico di attraversamento e migliorare l’accessibilità ai quartieri periferici e alle zone industriali. Il terzo e ultimo lotto della Tangenziale Est è stato approvato con intesa Stato-Regione nel 2020 ed è previsto in completamento entro dicembre 2026[210][211].

Suddivisioni storiche

La tradizione storica di Forlì racconta di una ripartizione del centro che veniva identificata con quattro rioni[212], riferiti ai principali corsi:

  • Borgo Schiavonia – associato al Corso Garibaldi.
  • Borgo Ravaldino – legato al Corso Diaz.
  • Borgo Cotogni – identificato con il Corso della Repubblica.
  • Borgo San Pietro – collegato al Corso Mazzini.

Questa suddivisione, che nel tempo venne rappresentata anche tramite differenti colori sui parchimetri del centro storico, è il retaggio di una storica organizzazione urbana riconosciuta a partire dal quattrocento: documentazioni storiche testimoniano la precedente esistenza di una ventina di circoscrizioni, ovvero le Contrade, ognuna gestita da uno o due sindici contratarum, ufficiali eletti per sei mesi con il compito di mantenere l’ordine e riferire al podestà eventuali crimini o disordini.[213]

Suddivisioni amministrative

Quartieri

Con Deliberazione di Consiglio Comunale 62/2021 è stato approvato il Regolamento dei Quartieri[214][215], successivamente modificato con Deliberazione di Consiglio Comunale 15/2024. Il territorio comunale è suddiviso in 21 ambiti territoriali[216][217]:

  1. Centro Storico
  2. Villafranca, San Martino in Villafranca
  3. Roncadello, Branzolino, San Tomè, Barisano
  4. Pieve Acquedotto, Durazzanino, Malmissole, Poggio, San Giorgio
  5. Carpinello - Castellaccio - Rotta, Bagnolo, Durazzano - Borgo Sisa
  6. Pievequinta - Casemurate - Caserma
  7. La Selva - Forniolo, San Leonardo
  8. Pianta - Ospedaletto - Coriano
  9. Foro Boario - San Benedetto
  10. Cava - Villanova
  11. Romiti
  12. Resistenza
  13. Spazzoli - Campo di Marte - Benefattori
  14. Musicisti - Grandi Italiani
  15. Ronco
  16. Bussecchio
  17. Ca' Ossi
  18. Villagrappa - Castiglione - Petrignone - Ciola, San Varano, Rovere
  19. Vecchiazzano - Massa - Ladino
  20. San Martino in Strada, San Lorenzo in Noceto, Grisignano - Collina
  21. Magliano, Carpena - Ravaldino in Monte - Lardiano

Comitati territoriali

I Quartieri sono aggregati secondo criteri di contiguità territoriali e comuni esigenze in 8 aree territoriali cui fanno capo altrettanti Comitati Territoriali dei Quartieri:[216][218]

  1. Centro storico
  2. Cava-Villanova; Romiti; Villagrappa - Castiglione - Petrignone - Ciola - San Varano - Rovere
  3. Villafranca, San Martino in Villafranca, Roncadello, Branzolino, San Tomè, Barisano, Pieve Acquedotto, Durazzanino, Malmissole, Poggio, San Giorgio
  4. Pianta - Ospedaletto - Coriano, Foro Boario, San Benedetto
  5. Carpinello - Castellaccio - Rotta, Bagnolo, Durazzano - Borgo Sisa
  6. Spazzoli - Campo di Marte - Benefattori, Musicisti - Grandi Italiani, Ronco, Bussecchio
  7. San Martino in Strada, San Lorenzo in Noceto, Grisignano - Collina, Magliano, Carpena, Ravaldino in Monte - Lardiano
  8. Resistenza, Ca' ossi, Vecchiazzano - Massa - Ladino

Frazioni

Bagnolo, Barisano, Borgo Sisa, Branzolino, Bussecchio, Ca' Ossi, Carpena, Carpinello, Casemurate, Caserma, Castiglione,Cava, Collina, Coriano, Durazzanino, Fornò, Forniolo, Grisignano, Ladino, Magliano, Malmissole, Massa, Ospedaletto, Pescaccia, Petrignone, Pieve Acquedotto, Pievequinta, Poggio, Ponte Vico, Quattro, Ravaldino in Monte, Romiti, Roncadello, Ronco, Rotta, Rovere, San Giorgio, San Lorenzo in Noceto, San Martino in Strada, San Martino in Villafranca, San Tomè, San Varano, Vecchiazzano, Villafranca, Villagrappa, Villanova, Villa Selva.

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Economia

Riepilogo
Prospettiva

Forlì si configura come un centro economico significativo dell’Emilia-Romagna, caratterizzato da un’economia diversificata che integra industrie manifatturiere, settore dei servizi e attività commerciali. La città si distingue per la presenza di poli industriali storici, aziende di livello nazionale nei comparti della meccanica e dell’alimentare, e un tessuto di piccole e medie imprese altamente specializzate, che contribuiscono al dinamismo economico del territorio.

Agricoltura

Il territorio è attivo nel settore primario con produzione e commercio di ortaggi, frutta, cereali, barbabietole, e nella zootecnia (suini, ovini e pollame).[219]

Il Comune di Forlì ha istituito nel 2024 un Ufficio Agricoltura, affidato all’assessore Marco Catalano, un’iniziativa rara in Romagna e tra le poche in Italia. Questo ufficio, inserito all’interno dell’Area Servizi alle Imprese e al Territorio, si occupa di pratiche relative ad agriturismo, fattorie didattiche, enoturismo, vendita diretta di prodotti agricoli, farmer market in area privata, allevamento animali, stalla di sosta, pesca professionale e acquacoltura, attraverso il SUAP e la piattaforma regionale “accesso unitario”[220][221].

A supporto della cittadinanza, il Comune promuove anche progetti di orti urbani: nel 2025 sono stati messi a bando 48 orti urbani disponibili, riservati in parte a persone over 60 e a nuclei familiari vulnerabili, e in parte a ortisti singoli o di gruppo, residenti nel territorio comunale[222]. Inoltre, l’amministrazione ha promosso, nell’ambito dell’Ora della Terra 2025, l’evento “Impollinatori e agricoltura” in collaborazione con il WWF, Ceas Mause, il Liceo Classico G. B. Morgagni e il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste[223].

Artigianato

Per quanto riguarda l'artigianato, la città è rinomata soprattutto per la produzione di ceramiche e per i laboratori di oreficeria.[224]

Botteghe e negozi storici

Nel 2008 il Comune di Forlì ha censito botteghe e negozi storici ritenuti di rilevanza regionale. Si tratta di:

  • "Cicli Servadei", attività avviata nel 1949;
  • "Coltelleria Compostella", con attività di arrotino condotta dalla famiglia Compostella prima in forma ambulante e poi (verso i primi anni venti del Novecento), con una bottega stabile;
  • "Farmacia Ospedale"
  • "Farmacia Mancini", sorta nei primi anni dell'Ottocento col nome di "Spezieria Croppi": gli arredi, opera dell'ebanisteria Cicognani, sono stati progettati nel 1930 dall'architetto Leonida Emilio Rosetti;
  • "Salsamenteria Tomba", fondata nel 1906. Dopo essere stata sovvenzionata dal Comune nell'ultimo periodo, per scelta dei proprietari cessa la sua attività nel 2017.
  • "Tumidei e Savorani", bottega e negozio di biancheria per la casa e di cordami, fondata nel 1821 (si tratta della "più antica attività commerciale esistente in tutta la Romagna")[225].

A queste attività va aggiunto lo storico mercato coperto di Piazza Cavour, costruito fra il 1837 e il 1840 col nome di "Foro annonario" su disegno dell'architetto Giacomo Santarelli, sotto il governo dei Legati pontifici Nicola Grimaldi e Alessandro Spada[226].

Industria

Forlì presenta un tessuto industriale diversificato, con vocazioni storiche nel metalmeccanico (carrozzerie per autoveicoli pesanti, componentistica per macchine agricole, utensileria ed elettrodomestici), nella siderurgia, nell’elettronica, nella nautica (costruzione di panfili), nel tessile e nell’arredo (in particolare il comparto del mobile imbottito), nell’abbigliamento, nel calzaturiero e nell’alimentare (vino e olio).

In particolare il distretto del mobile imbottito di Forlì è riconosciuto come un’area a elevata specializzazione produttiva e contribuisce in modo rilevante all’export: nel 2023 le esportazioni provinciali hanno superato i 3 miliardi di euro, di cui circa il 30% derivante dal comparto della meccanica e il 15% dall’arredo e dal mobile[227][228].

Thumb
Il termovalorizzatore Hera, progettato dalla Gae Aulenti Architetti Associati[229]

Nella zona industriale di Coriano sono presenti due inceneritori, a poca distanza l'uno dall'altro, uno attivo dal 1976, l'altro entrato in funzione nel 1991. Al momento il primo gestisce rifiuti solidi urbani e assimilati[230], mentre il secondo è un termovalorizzatore che tratta rifiuti speciali sanitari[231].

Servizi

Forlì è un importante centro di servizi per l’intera Romagna. Oltre alla presenza di strutture sanitarie e amministrative di livello provinciale, la città ospita realtà attive su scala nazionale nei settori della consulenza, della formazione e dell’assistenza alle imprese. Tra queste, la CNA Servizi Forlì-Cesena, che fornisce supporto contabile, fiscale e formativo alle imprese artigiane e commerciali[232], e la SEDI – Rete Servizi Agricoltura, con attività di consulenza e innovazione rivolte alle aziende agricole e vitivinicole[233]. Un ruolo rilevante è svolto anche da Techne, società consortile che gestisce iniziative di formazione professionale e progetti di sviluppo locale con ricadute regionali[234].

Le strutture dedicate a fiere, congressi e ricreazione sono avanzate: il quartiere fieristico della "Fiera di Forlì" si estende su circa 50000 m², suddiviso in tre aree (sport e spettacolo, congressuale, fieristica) e dispone di sala conferenze per eventi di portata nazionale. [235][236] A queste si aggiungono le numerose sale meeting e centri congressi presenti in città, usati per convegni, eventi aziendali e manifestazioni culturali[237].

Nel panorama ricreativo, parchi e aree dedicate offrono attrezzature per lo sport, piste pedonali, aree per bambini e aggregazione giovanile.

Turismo

Forlì rappresenta una meta di interesse nel panorama turistico dell’Emilia-Romagna, con un’offerta che unisce patrimonio storico, architettura razionalista del Novecento e importanti poli espositivi. La città, pur avendo volumi di arrivi e presenze inferiori rispetto a mete costiere e artistiche di maggiore richiamo come Rimini, Ravenna o Bologna, si distingue per la capacità di attrarre un turismo culturale qualificato.[238]

Le principali attrazioni includono i percorsi della cultura e dell'arte con i Musei Civici, che oltre alle collezioni ospitano mostre di rilievo internazionale, i percorsi del Novecento, con l'architettura del regime, e i percorsi del medioevo e del rinascimento, che includono la Basilica di San Mercuriale e il complesso di Piazza Aurelio Saffi, oltre alla Rocca di Ravaldino, testimonianza della signoria degli Ordelaffi e della forte influenza di Caterina Sforza.[239]

Il turismo forlivese si inserisce in un contesto regionale molto dinamico: se l’Emilia-Romagna nel suo complesso è trainata soprattutto dal turismo balneare e termale, Forlì contribuisce al segmento culturale e fieristico, grazie a eventi temporanei, percorsi cittadini come "Esplora Forlì – tra Musei e Narrazioni" e una crescente offerta ricettiva legata al settore extra-alberghiero.[240]

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Infrastrutture e trasporti

Riepilogo
Prospettiva

Strade

Forlì è collegata alla rete autostradale nazionale tramite l'omonimo casello della Autostrada A14 Bologna-Taranto. Altre strade importanti che toccano la città sono la Strada statale 9 Via Emilia che la collega con tutti i capoluoghi della Regione Emilia-Romagna, tranne Ravenna e Ferrara, più Lodi e Milano e la Strada statale 67 Tosco-Romagnola che la collega sia con le città toscane di Firenze e Pisa sia con la vicina Ravenna. È inoltre collegata alla Strada europea E45 grazie alla Strada statale 9 Via Emilia. La città è anche munita di una tangenziale, la Strada statale 727 Tangenziale di Forlì.

Ferrovie e tranvie

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La stazione di Forlì

La stazione di Forlì è posta sulla ferrovia Bologna-Ancona ed è servita da treni regionali e a lunga percorrenza.[241]

Tra il 1881 e il 1930, la città fu collegata a Ravenna e a Meldola da una tranvia interurbana a vapore, costituita dalle linee Forlì-Ravenna e Forlì-Meldola.

Aeroporto

Lo stesso argomento in dettaglio: Aeroporto di Forlì.

Forlì è dotata di un proprio aeroporto sito a circa 4 km a sud-est dal centro cittadino, intitolato a Luigi Ridolfi. Opera su tratte nazionali e internazionali.[242]

Mobilità urbana

La gestione dei servizi di trasporto locale è affidata a Start Romagna che gestisce tutte le linee sia urbane sia interurbane della provincia di Forlì-Cesena, della provincia di Ravenna e della provincia di Rimini. Questa società di gestione dei trasporti pubblici è stata creata dall'unione delle aziende provinciali di Ravenna (A.T.M.), Forlì-Cesena (A.V.M) e Rimini (TRAM servizi).

In passato Forlì ha avuto anche un effimero servizio tranviario, realizzato grazie a una breve diramazione urbana delle tranvie Forlì-Ravenna e Forlì-Meldola, che furono in esercizio fra il 1881 e il 1930. Questo si svolgeva fra piazzale della Vittoria e piazza Vittorio Emanuele II (attuale piazza Aurelio Saffi), lungo l'allora corso Vittorio Emanuele (poi corso della Repubblica)[243].

Piste ciclabili

Lo stesso argomento in dettaglio: Bicipolitana di Forlì.

La rete ciclabile comunale è confluita nel progetto Bicipolitana, un sistema di percorsi ciclabili identificabili per colore e direzione attraverso le vie urbane e le principali direttrici extracittadine, attrezzati con punti di bike sharing e stazioni di ricarica per biciclette elettriche.[244]

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Amministrazione

Riepilogo
Prospettiva

Sindaci

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Forlì.
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Il Palazzo Comunale, sede del Municipio

La carica di sindaco di Forlì è stata istituita nel 1860 con il Regno d'Italia. Poi, nel 1926, durante il periodo fascista, tale carica e lo stesso consiglio comunale vennero sostituiti dal podestà, che veniva scelto dal Partito Nazionale Fascista. I sindaci ripresero ad amministrare la città a partire dal 1946. Il sindaco in carica è Gian Luca Zattini.

Gemellaggi

Lista delle città gemellate con Forlì:

Altre informazioni amministrative

Forlì fece parte dell’Unione di Comuni della Romagna Forlivese, nata ufficialmente il 18 gennaio 2014 dall’aggregazione di diverse precedenti unioni e comunità montane dell’area forlivese, con l’obiettivo di gestire in forma associata servizi e funzioni comunali. L’Unione comprendeva inizialmente i Comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia e Tredozio.[252][253]

Con Delibera del Consiglio Comunale n. 23 del 6 aprile 2020, il Comune di Forlì deliberò il proprio recesso dall’Unione, motivato dalla volontà di riacquisire la piena gestione diretta delle funzioni comunali precedentemente trasferite (come la polizia locale, lo sportello unico per le attività produttive e altri servizi amministrativi). Il recesso divenne efficace dal 1° gennaio 2022, riportando tali competenze sotto l’amministrazione diretta del Comune.[254][255]

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Sport

Riepilogo
Prospettiva

La città di Forlì è rappresentata in numerose discipline sportive e nel 2018 ha ricevuto il titolo di Città Europea dello sport, per l’impegno diffuso nella promozione dell’attività fisica, la qualità degli impianti e la varietà delle società presenti[256].

Calcio

Il Forlì FC è la principale squadra calcistica della città; dopo anni nei campionati dilettantistici, è tornata in serie C nella stagione 2025-2026. Per l'occasione il club adegua lo stadio Morgagni agli standard richiesti, con la mobilitazione di tifosi e risorse per consolidare la sua posizione nella categoria professionistica[257][258][259].

Pallacanestro

La Pallacanestro Forlì 2.015 è nata nel 2015 come continuazione della tradizione cestistica forlivese dopo la Libertas Pallacanestro Forlì e la Fulgor Libertas Forlì. Ha rapidamente guadagnato promozioni e oggi disputa il campionato di serie A2. La squadra gioca nella Unieuro Arena, che serve da punto di aggregazione per gli appassionati e ospita eventi anche al di fuori delle gare ufficiali[260].

Pallavolo

La squadra maschile storica, Volley Forlì, fondata nel 1975, ha vissuto stagioni in Serie A1 e A2; dopo periodi altalenanti, attualmente milita in serie B, con nuovi assetti societari e un progetto di rilancio che coinvolge ex giocatori nazionali nella gestione[261]. Dal lato femminile, la Bleuline Libertas Forlì disputa la Serie B1[262].

Rugby

Il Rugby Forlì 1979, fondato nell’autunno del 1979 da studenti e appassionati, alterna le stagioni in Serie C1 e C2, spesso sfiorando la promozione in Serie B. Il club è noto per il suo settore giovanile, le squadre femminili (vincitrici in passato della Coppa Italia Under-16) e per progetti come il “touch rugby” che coinvolgono praticanti più maturi o amatori[263][264].

Softball

Il Softball Forlì milita nel massimo campionato italiano, con un palmarès di grande prestigio: è campione d’Italia sei volte (2002, 2006, 2008, 2017, 2021, 2023) e ha vinto nel 2015 la Coppa delle Coppe[265].

Altri Sport

Ulteriori attività sportive con presenza rilevante a Forlì includono:

  • Atletica leggera, con la Libertas Atletica Forlì che conta circa 250 atleti, numerosi podi e ori regionali e nazionali, e che gestisce il Campo Gotti come centro sportivo per allenamenti e gare[266][267].
  • Nuoto (incluso nuoto sincronizzato / artistico), con società come Rari Nantes Romagna che ottengono successi nazionali giovanili, e manifestazioni organizzate da UISP nella piscina comunale di Forlì[268][269][270].
  • Tennis, la città nel 2017 ha ospitato la Fed Cup all'interno del PalaGalassi. Dal 2020 hanno sede gli Internazionali di Tennis Città di Forlì che si svolgono al Circolo Tennis Villa Carpena e che fanno parte dell'ATP Challenger Tour.
  • Roundnet, con l’associazione Roundnet_Forlì che organizza corsi e incontri per appassionati della disciplina emergente[271].

Impianti sportivi

  • PalaGalassi - Unieuro Arena
  • Palasport Comunale "Villa Romiti"
  • Piscina comunale
  • Campi da calcio e calcetto
    • Stadio Tullo Morgagni
    • Impianto Sportivo Comunale "Pievequinta"
    • Impianto Sportivo Comunale "Villanova"
    • Impianto Sportivo Comunale "Borgo Sisa"
    • Impianto Sportivo Comunale "Devis Zanfini"
    • Impianto Sportivo "Antistadio 2 - 3"
  • Polisportivi comunali
    • Polisportivo Comunale "Alberto Giulianini"
    • Polisportivo Comunale "Albo Sansavini"
    • Polisportivo Comunale "Valdimiro Cimatti"
    • Polisportivo Comunale "Giorgio Casadei"
    • Polisportivo Comunale "Guido Monti"
    • Polisportivo Comunale "Nevio Treossi"
    • Polisportivo Comunale "Otello Buscherini"
  • Campi da tennis
    • Impianto Sportivo "Tennis Campo di Marte" (Forum Tennis Forlì)
    • Impianto Sportivo Villa Carpena
    • Impianto Sportivo Comunale "Cise"
    • Impianto Sportivo Comunale "Marconi"
  • Campi da Rugby
    • Impianto Sportivo Comunale "Villa Selva"
    • Campo da Rugby Comunale "T. Monti"
  • Impianto Comunale di Atletica "Carlo Gotti"
  • Ginnasio Sportivo Comunale "G. Ambrosini"
  • Palestra Comunale di Ginnastica Artistica "Girolamo Mercuriali"
  • Pattidromo scoperto "Bruno Patrignani"
  • Pattidromo coperto e Pista Ciclopattinabile Comunali
  • Impianto Sportivo Skate Park
  • Velodromo Comunale "Glauco Servadei", l'unico impianto di ciclismo su pista esistente in Romagna[272][273]
  • Bocciodromo Comunale Parco Incontro
  • Complesso ex G.I.L.
  • Pista moto Galliano Park
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Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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