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Francesco Oradini

scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Francesco Oradini
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Francesco Oradini (Trento, 5 ottobre 1698Trento, 15 giugno 1754) è stato uno scultore e architetto italiano.

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Busto di Francesco Oradini sul Palazzo Ranzi

Biografia

Riepilogo
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Putto con pastorale (1741), conservato presso il Museo diocesano tridentino

Francesco Oradini, figlio di Tomio, intagliatore di Bezzecca in Val di Ledro e Maddalena Tomazzoli, nacque a Trento il 5 ottobre 1698.[1]

Professionalmente si formò nella bottega paterna dove concretizzò le prime opere di intaglio, nel 1720 soggiornò a Venezia con Giovanni Oradini, suo consanguineo.[1]

Nella chiesa della Confraternita del Carmine a Trento realizzò la Madonna con Bambino sul portale e la facciata, la quale, in seguito alla demolizione dell'edificio, fu spostata nella chiesa parrocchiale della Natività di Maria di Borgo Valsugana. Nella chiesa di San Giuseppe delle orsoline eseguì alcune opere scultoree che decorano i due altari successivamente posti nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Revò.[1]

Nel 1731, come ingegnere architetto, si occupò dello disfacimento della cripta di Santa Massenza nel duomo di Trento.[1]

Nel 1742 realizzò un progetto per la costruzione della fontana pubblica di Bolzano. A Venezia acquistò del marmo africano che fu utilizzato da Antonio Giuseppe e Domenico Sartori per il baldacchino del Duomo.[1]

Il 9 luglio 1747 fu nominato ispettore e ingegnere di tutte le fabbriche del principato dal vescovo Domenico Antonio Thun, tale incarico fu confermato da Leopoldo Ernesto Firmian l'8 aprile 1750.[1]

A metà del Settecento, su commissione di Francesco Moser, preparò due medaglioni in pietra raffiguranti il Martirio di Simonino e il Simonino in Gloria che si elevano sul palazzo Salvadori.[1]

Nel duomo di Bressanone l'altare del Rosario è opera dell'Oradini.

Nel quartiere di San Martino a Trento progettò la chiesa dedicata al santo, sua l'opera di maggior rilievo, che nel 1944 a causa dei bombardamenti fu distrutta.

Padre di tre figli avuti dalla consorte Margarita Godfridin, si sposò con quest'ultima nel 1736. Morì a Trento il 15 giugno 1754.[1]

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Note

Bibliografia

Altri progetti

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