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Generazione Z

generazione nata tra il 1997 e il 2012 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Generazione Z
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La Generazione Z (o Centennials, Digitarians, Gen Z o GenZ, iGen, Plurals, Post-Millennials, Zoomers) è indicativamente la generazione delle persone nate tra la seconda metà degli anni novanta del XX secolo[1][2][3][4][5] e la prima metà degli anni duemiladieci[6][7] (anche se i numeri precisi variano a seconda delle diverse definizioni che vengono presentate)[8][9][10][11] e i cui membri sono generalmente figli della Generazione X (1965-1979) e degli ultimi baby boomer (1946-1964).[12][13]

Disambiguazione – Se stai cercando il programma televisivo omonimo, vedi Generazione Z (programma televisivo).
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Le etichette usate nel gergo giornalistico e dei media per indicare le diverse generazioni

Tale generazione è stata preceduta dalla Generazione Y, mentre la generazione successiva è stata chiamata Generazione Alfa.[14][15]

Si tratta della prima generazione ad essersi sviluppata potendo godere dell'accesso ad Internet sin dall'infanzia, e perciò i suoi membri sono considerati avvezzi all'uso della tecnologia e dei social media, che incidono per una parte significativa sul loro processo di socializzazione. Pertanto essi sono stati definiti da Marc Prensky nel 2001 "nativi digitali",[16] termine che ha suscitato vivaci critiche[17][18] e rispetto al quale lo stesso Prensky ha poi preso le distanze.[19]

Nonostante la popolarità di queste definizioni, va considerato che le categorie generazionali non sempre riflettono con precisione la complessità delle esperienze individuali.

Il sociologo Philip N. Cohen ha criticato l'uso diffuso di etichette generazionali come "Millennials", "Generazione Z" o "Boomers". Secondo Cohen, tali etichette sarebbero costruzioni arbitrarie prive di fondamento scientifico e potrebbero rafforzare stereotipi, distorcendo la comprensione delle differenze sociali e culturali tra individui.[20]

In una lettera aperta al Pew Research Center del 2021, firmata da oltre 150 studiosi, Cohen ha chiesto di abbandonare queste etichette in favore di criteri più oggettivi, come le coorti basate sui decenni di nascita, per analizzare i mutamenti sociali. Le sue critiche hanno sollevato un dibattito nel campo delle scienze sociali e hanno spinto istituzioni come il Pew Research Center a un uso più cauto delle etichette generazionali.

Nel 2023, lo stesso Pew Research Center ha riconosciuto che denominazioni come Baby Boomers, Millennials e Generazione Z non possiedono confini temporali scientificamente definiti né un consenso condiviso. Chi nasce vicino ai limiti di queste generazioni può infatti non sentirsi rappresentato da esse. Per questo motivo, il Pew ha chiarito che le classificazioni generazionali dovrebbero essere considerate strumenti utili per analisi generiche sociali o di marketing, piuttosto che definizioni rigorosamente scientifiche.[2]

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Terminologia

Riepilogo
Prospettiva

Gli autori William Strauss e Neil Howe hanno scritto alcuni saggi che hanno come oggetto di studio le generazioni; sono stati accreditati per essere coloro che hanno coniato il termine Millennial.[21] Howe affermò: "Nessuno sa come si chiamerà la generazione successiva ai Millennial".[21]

Homeland Generation

Nel 2005, negli USA l'azienda di Strauss e Howe sponsorizzò un concorso online sul nome da dare a questa nuova generazione. I partecipanti votarono in maniera massiccia per Homeland Generation. Tutto ciò non fu molto dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, e probabilmente una delle conseguenze degli attacchi fu che gli statunitensi si sentissero più sicuri a casa propria.[22] Howe si autodefinì come "non totalmente convinto" del nome e disse che "i nomi spesso sono inventati da persone che subiscono una forte pressione da parte della stampa. Tutti cercano un colpo di genio".[21]

Generazione Z

Il nome Generazione Z è stato usato perché segue in ordine alfabetico le lettere X e Y, usate rispettivamente per definire la Generazione X e la Generazione Y (termine usato per i Millennial).[23] Nel 2012, USA Today ha sponsorizzato un altro concorso online per i lettori per scegliere il nome della generazione successiva ai Millennial. Vinse il nome Generazione Z, nonostante ne fossero stati proposti altri, tra cui: iGeneration, Gen Tech, Gen Wii, Net Gen, Digital Natives e Plurals.[21][24] Secondo Horovitz, questa generazione parte dal 1995.[21]

iGeneration

iGeneration (o iGen)[25] è un nome che reclamano diverse persone. La professoressa di psicologia Jean Twenge sostiene che il nome iGen "le è venuto in mente" mentre stava guidando per la Silicon Valley, e che intendeva usarlo per il suo libro del 2006 chiamato Generation Me ma che fu ignorato dal suo editore. Il demografo Cheryl Russell dichiara di essere stato il primo ad usare il termine nel 2009.[21] Matt Carmichael, dell'agenzia Ad Age, nel 2012 disse: "Pensiamo che iGen sia il nome che meglio definisca e che meglio aiuti a comprendere questa generazione".[21] A chi obiettava che il nome fosse "una strizzata d'occhio ai prodotti della Apple, l'iPod e iPhone",[21] Matt Carmichael risponde che la "i" minuscola in iGeneration "lascia spazio all'interpretazione" e "potrebbe essere una quantità di cose diverse: può stare per interattivo, per internazionale, per qualcosa che non abbiamo ancora scoperto". Secondo Nathan Heller questa denominazione "suona come un adattatore usato per ricaricare il cellulare sull'autobus".[26]

Plural

Un'altra agenzia di comunicazione e marketing, Frank N. Magid Associates, ha denominato questo gruppo come The Pluralist Generation o Plural.[27][28] Anche la società statunitense Turner Broadcasting System ha usato il termine Plurals invece di Generazione Z.[29][30]

Post-Millennial

Un'altra denominazione diffusa è quella di Post-Millennial, che significa né più né meno che "generazione che segue quella dei Millennial".[31]

Digitarian

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La Generazione Z è stata la prima generazione ad avere un ampio accesso ad Internet sin da un'età precoce.

Nel 2015, Randy Apuzzo, esperto di tecnologia e CEO di Zesty.io, pubblicò un articolo titolato "Always Connected: Generation Z, the Digitarians",[32] nel quale chiamava la nuova generazione Digitarian[32] poiché sono la prima generazione "sempre connessa ad Internet" e che è cresciuta con dispositivi touch. Statistics Canada riporta come "la generazione Internet" sia la prima nata dopo l'invenzione della rete.[33]

Centennial

The Futures Company ha usato il termine Centennial per descrivere la generazione nata a partire dalla seconda metà del 1996.[34][35]

Zoomer

Secondo il dizionario americano Merriam-Webster, il termine Zoomer indicava originariamente un Baby boomer attivo su Internet, ma ci sono sempre più attestazioni sulla stampa e su Internet in cui gli utenti usano questa parola per riferirsi a membri della Generazione Z.[36] Secondo i lessicografi, la parola sta avendo successo sia perché si pronuncia molto meglio di "Gen Zed" e sia perché fa rima con "Boomer", generazione a cui gli Zoomer sono spesso contrapposti.[36][37]

Le prime attestazioni di questo uso risalgono almeno al 2016,[36] ma è con la pandemia di COVID-19 che sembra stabilirsi definitivamente, in quanto le misure di confinamento hanno costretto a casa milioni di ragazzi, che hanno dovuto seguire le lezioni scolastiche da remoto su piattaforme di videoconferenze come Skype, Teams e appunto Zoom.[38] In Italia, la generazione di studenti nati nel 2001 è stata la prima a subire direttamente le conseguenze della pandemia di COVID-19 sul sistema scolastico. A partire dal 2020, l'Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione ha subito modifiche straordinarie nella struttura delle prove scritte e orali, nonché nell'organizzazione generale dell'esame, che era rimasta sostanzialmente stabile per circa vent'anni (dal 1999 al 2019) salvo alcune variazioni minori nel corso del tempo.[39]

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Demografia

Riepilogo
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La Generazione Z è in gran parte composta dai figli della Generazione X.[40][41]

Non c'è consenso unanime sulla data d'inizio della Generazione Z. Un report del 2005 pubblicato in Australia dal McCrindle Research Center riporta il 2001 come l'inizio di questa generazione.[42] Uno studio successivo del 2009 dà un range di anni che va dal 1995 al 2009, a partire da un aumento registrato nel tasso di natalità in questi anni e dando come definizione di arco generazionale circa 15 anni.[43] Sotto questa definizione McCrindle usa il tasso di natalità per determinare quando emerge una nuova generazione rispetto alle altre, aggiungendo a questa analisi cambiamenti a livello di macro trend e società. Secondo Statistics Canada questa generazione nasce nel 1993.[44] Neil Howe definisce la Homeland Generation come le persone nate dal 2005 al 2025.[45][46] Il Pew Research Center ha definito il 1997 come l'anno di nascita iniziale della Generazione Z, basandosi su "diverse esperienze formative", come i nuovi sviluppi tecnologici e socioeconomici, nonché la crescita in un mondo dopo gli attentati dell'11 settembre 2001.[47] In un articolo del 2023 pubblicato dal Pew Research Center, Michael Dimock sottolinea come le classificazioni generazionali, come Generazione Z , Millennials o Boomers, vengono spesso utilizzate per raggruppare persone nate in periodi storici simili, ma tali classificazioni non sono basate su criteri scientifici definiti né condivisi universalmente. Pertanto, le definizioni generazionali dovrebbero essere considerate come strumenti indicativi e utili per comprendere le trasformazioni sociali, piuttosto che come confini rigidi o verità assolute. Pew non ha specificato l'ultimo anno di nascita per la Generazione Z, ma ha utilizzato il 2012 come l'anno provvisorio per un rapporto del 2019. In un rapporto del 2022, il censimento degli Stati Uniti d'America definì la Generazione Z come "la generazione più giovane con membri adulti (nati dal 1997 al 2012)".[48]

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Caratteristiche

Riepilogo
Prospettiva

Una ricerca del 2013 condotta da Ameritrade rileva che il 36% della Generazione Z negli Stati Uniti d'America (considerando in questa sede coloro che avevano all'epoca tra i 14 e i 18 anni) nutre preoccupazione sulla possibilità di potersi permettere un'istruzione superiore.[49] Questa generazione si trova ad affrontare un crescente divario di reddito della classe media, che aumenta il livello di stress nella popolazione.[50]

Un documento redatto dalla Frank N. Magid Associates rileva che questo gruppo generazionale mostra sentimenti positivi nei riguardi della crescente diversità etnica degli Stati Uniti,[51] e che sono più disposti rispetto ai loro predecessori ad includere nelle proprie cerchie sociali persone di diversi gruppi etnici e religioni.[52] Secondo Magid, la Generazione Z è "l'ultima a cui sia apparso verosimile che ci sia stato una cosa come il sogno americano" mentre i Baby boomer e i loro figli, i Millennial, "erano molto più propensi a credervi".[21][52][53] I giovani adulti statunitensi della Generazione Z hanno meno fede nel sogno americano "dopo aver visto i loro genitori e fratelli lottare duramente per affermarsi nel mondo del lavoro".[54] Essendo una generazione nata e cresciuta in un periodo di recessione economica, i membri di questo gruppo di persone hanno avuto esperienza in prima persona della paura e dello scoraggiamento che implica l'assenza di un impiego; come conseguenza, i membri della Generazione Z ricercano la soddisfazione personale in un impiego legato alle loro passioni più che a un salario alto. Come scrive Jeffrey Arnett, gli adulti emergenti “si aspettano di trovare un'occupazione che rispecchi la propria identità”.[55] Sono disposti, più spesso che in passato, a provare una serie di lavori e tirocini in qualcosa a cui tengono veramente, piuttosto che accettare un lavoro stabile ma insoddisfacente. Il periodico Business Insider sostiene che questa generazione sarà "più intraprendente e pragmatica riguardo all'aspetto monetario" rispetto alla precedente.[56]

I membri più giovani della Generazione Z sono i primi a vivere l'epoca dei matrimoni omosessuali legalizzati, della crisi europea dei migranti (2015) e della guerra all'ISIS. Per questi motivi sembra essere la generazione che più desidera aiutare il proprio paese d'origine.[57]

La Generazione Z è generalmente meno propensa dei Millennial ad avere una condotta rischiosa. Nel 2013 il 66% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni (i membri più anziani della Generazione Z) aveva provato l'alcol, meno rispetto all'82% degli anni '90. Sempre nel 2013, l'8% dei membri della Generazione Z non aveva mai o aveva raramente indossato la cintura di sicurezza durante un viaggio in automobile come passeggeri: negli anni '90, la percentuale era del 26%.[58]

Uno studio del 2014 chiamato Generation Z Goes to College rivela come gli studenti della Generazione Z si auto-identificano come leali, compassionevoli, riflessivi, di mentalità aperta, responsabili e determinati.[59] Il modo in cui però vedono i loro coetanei è differente da come affermano se stessi: essi li definiscono come competitivi, spontanei, avventurosi e curiosi, tutte caratteristiche che raramente vedono in loro stessi.[59]

Preponderanza di Internet, scomparsa della televisione

A partire dal 2014, in Italia si è osservato un progressivo calo nella fruizione della televisione tradizionale da parte della fascia demografica della Generazione Z. Questo fenomeno è stato largamente attribuito alla diffusione e all’adozione sempre più ampia di dispositivi digitali personali quali smartphone, tablet e computer. La disponibilità di smartphone con connessioni internet sempre più rapide e accessibili ha rappresentato un punto di svolta nelle modalità di consumo dei media da parte dei giovani. Questi dispositivi hanno consentito un accesso immediato e flessibile a contenuti on demand, caratterizzati da una varietà di formati e piattaforme digitali (come YouTube e successivamente Instagram, Netflix e TikTok), in grado di soddisfare i bisogni di personalizzazione e di interazione tipici di questa generazione.[60][61]

La diffusione di computer portatili e tablet ha ulteriormente favorito l’uso di piattaforme di streaming e social network, offrendo modalità di fruizione che si discostano significativamente dalla rigidità del palinsesto televisivo tradizionale. Tali dispositivi hanno inoltre permesso la pratica del multitasking, integrando la visione di contenuti audiovisivi con altre attività digitali, quali la messaggistica e la navigazione in rete.[62] Questo mutamento nelle abitudini ha causato un calo misurabile negli ascolti televisivi tra i giovani, fenomeno documentato a partire dal 2014-2015 da diverse rilevazioni statistiche.[63]

Inoltre, questa generazione è stata la prima a poter usufruire di Internet sin dalla prima infanzia.[16] Con la rivoluzione del web che ha caratterizzato gli anni '90 ed è stata esposta a una quantità di tecnologia impensabile per i predecessori. Mentre gli strumenti tecnologici diventavano più compatti ed economici, la popolarità degli smartphone, negli Stati Uniti, cresceva a livello esponenziale.

Nel 2016 il 76% dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni ne possedeva uno[64] rispetto al 37% registrato nel 2013.[65] Questo rappresenta un incremento di 39 punti percentuali in soli tre anni e non è difficile immaginare come questa tecnologia li influenzi in termini di studio e apprendimento. Secondo Forbes quando questa generazione si affaccerà al mondo del lavoro, la tecnologia digitale sarà un aspetto preponderante in tutti i percorsi di carriera.[49]

Secondo Anthony Turner questa generazione ha un "legame digitale con la rete", e questo rapporto può aiutare a sfuggire le delusioni emozionali e mentali che incontreranno nella vita offline.[senza fonte][66] Secondo un'indagine della società di consulenza Sparks and Honey nel 2014, il 41% degli adolescenti spendeva più di tre ore al giorno al PC per scopi non inerenti all'educazione scolastica, rispetto al 22% nel 2004.[67]

Circa i tre quarti dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni usa il proprio cellulare ogni giorno, ed è una percentuale più alta di coloro che guardano la TV.[68] Secondo Bloomberg, il 65% dei membri della Generazione Z guarda lo sport via smartphone e solo il 35% usa la televisione, una percentuale opposta a quella dei Baby boomer che al 77% si informa tramite televisione.[69]

Si stima che di 150.000 delle applicazioni mobili, circa il 10% presenti nell'App Store (iOS), erano di tipo "educational", volte a preparare i bambini per le scuole superiori.[70] Mentre ricercatori e genitori sono d'accordo nell'affermare che il cambiamento di paradigma educativo è significativo, i risultati del cambiamento stesso sono variabili. Da una parte, gli smartphone offrono opportunità di miglioramento nell'apprendimento[70] e un'istruzione più personalizzata sull'individuo, rendendo questa generazione la più istruita su più campi; dall'altra, ricercatori e genitori temono che l'uso smodato degli smartphone crei una sorta di dipendenza tecnologica[71] e una mancanza di auto-regolamentazione che ostacola lo sviluppo del bambino.[71]

Dipendenza da Internet

Secondo un periodico[non chiaro], gli adolescenti non hanno bisogno di uno smartphone, ma lo posseggono ugualmente.[72] Quando i bambini diventano adolescenti, ricevere un cellulare diventa un rito di passaggio che permette loro di tenersi in contatto con i loro coetanei; questa pratica è oggi socialmente accettata, anche possederne uno sin da piccoli. Nel 2016 la percentuale dei giovani tra i 13 e i 17 anni con uno smartphone è del 76% e questi numeri sono destinati a crescere. Il fatto che la maggior parte degli appartenenti a questa generazione possegga un cellulare durante l'infanzia e adolescenza è ciò che ne definisce le caratteristiche più salienti. Come risultato, il 24% degli adolescenti è online quasi sempre.[73] In Italia uno studio del 2019 ha mostrato che la metà dei bambini di quinta primaria ha uno smartphone proprio, e uno su cinque lo tiene acceso anche di notte.[74]

Gli adolescenti sono più propensi a condividere informazioni personali online rispetto al 2006.[75] Tuttavia, sono accorti nel prendere precauzioni per proteggere alcune informazioni che non vogliono pubblicare. Sono più propensi a "seguire" gli altri sui social media che a "condividere" e usare i diversi social per gli scopi più svariati.[59] Un test ha mostrato che molti membri della generazione Z sono infastiditi da tante caratteristiche di Facebook, ma che continuano tuttavia ad usarlo, pur progressivamente meno[76]. Twitter e Instagram stanno aumentando la loro popolarità tra i membri di questa generazione, tanto che il 24% (destinato a crescere) di teen che accedono ad Internet ha un account su Twitter.[75] Questo in parte si deve al fatto che spesso i loro genitori non utilizzano queste piattaforme, al contrario di Facebook.[75] Snapchat è diventato un social molto attraente per questa generazione perché video, immagini e messaggi sono spediti più velocemente che con altre piattaforme. Velocità e affidabilità sono due aspetti importanti nella scelta della piattaforma social per questa generazione. Questa necessità di comunicare velocemente ha fatto sì che questa generazione apprezzi in maniera particolare applicazioni come Vine[58] e TikTok[77], quest'ultimo soprattutto dopo lo scoppio e durante la Pandemia di COVID-19.[78]

Uno studio condotto da diversi psicologi ha messo in luce che i più giovani utilizzano Internet per interagire con i coetanei e per accedere alle informazioni. La tecnologia mobile, i social media, e l'uso di Internet sono diventati sempre più importanti per gli adolescenti negli ultimi dieci anni.[79] I giovani utilizzano Internet come strumento per aumentare le proprie capacità relazionali, che successivamente applicano alle situazioni della vita reale; inoltre grazie alla rete cercano contenuti che gli interessano. Gli adolescenti spendono la maggior parte del loro tempo online comunicando privatamente con persone con cui interagiscono anche nella loro vita offline. L'utilizzo dei social media non è solo finalizzato ad essere aggiornati su ciò che succede nel mondo, ma anche e soprattutto per sviluppare e mantenere vive relazioni con persone vicine. L'uso dei social media è diventato parte integrante delle vite quotidiane dei membri della Generazione Z che hanno accesso alla rete: quello che ne consegue è un vasto utilizzo dello smartphone in termine di ore. Lo sviluppo di relazioni online è diventata una norma per questa generazione.[80] La Generazione Z è generalmente contraria all'utilizzo smodato di Photoshop ed è contraria al cambiamento personale al fine di aderire ad un modello di perfezione. I genitori comunque temono l'utilizzo smodato della tecnologia, non vedono di buon occhio la condivisione di contenuti e immagini personali; d'altra parte gli adolescenti lamentano il controllo smodato dei genitori circa il loro uso della rete.[79] Questa generazione utilizza i social media per rafforzare il rapporto con gli amici e per costruirne di nuovi; essi interagiscono anche con persone che non avrebbero mai potuto incontrare nella vita reale, ed è così che i social diventano uno strumento di creazione di identità.[79]

I social media sono conosciuti per essere un veicolo di espressione dei propri gusti e di condivisione delle proprie vite; d'altra parte però, questo utilizzo non di rado provoca violenti episodi di razzismo.[81]

Salute mentale

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto non trascurabile sulla salute mentale dei bambini e soprattutto degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni nel biennio 2020–2021, sollevando diverse preoccupazioni in pediatri e psichiatri.[82][83]

In particolare, a partire dal 2020, gran parte dei membri della Generazione Z sono stati i primi a sperimentare su larga scala l’apprendimento a distanza durante il periodo in cui frequentava le scuole secondarie di secondo grado, primo grado ed perfino primarie. L’utilizzo di piattaforme di videoconferenza quali Zoom, Meet e Teams ha determinato significative conseguenze psicologiche, influenzando profondamente la percezione delle relazioni interpersonali e la visione del mondo in una fase dello sviluppo particolarmente delicata e cruciale per il processo di apprendimento.[84] In questo contesto, l’isolamento sociale prolungato, la mancanza di contatto diretto con i coetanei e la riduzione delle esperienze scolastiche vissute in presenza hanno contribuito a un senso diffuso di alienazione e solitudine. Numerosi studi internazionali hanno evidenziato un aumento significativo di sintomi ansiosi, depressivi e di disagio emotivo tra gli adolescenti, con una crescita delle richieste di supporto psicologico, anche nei contesti scolastici.[85]

Un'altra tendenza generazionale è la diffusione epidemica del narcisismo patologico. Secondo lo psicologo Peter Gray del Boston College, nel 2014 il 70% dei ragazzi statunitensi presenta dei tratti di narcisismo patologico, una percentuale senza paragoni con le generazioni precedenti.[86][87] Si tratta di cifre che superano quelle già registrate con la generazione dei Millennial dieci anni prima e che secondo gli psicologi, obbligano a studiare meglio le dinamiche tra genitore narcisista e i figli.[88][89]

Lo psicologo Jonathan Haidt ha rilevato diverse correlazioni con l'aumento esponenziale dei disturbi d'ansia ed altri disturbi psicologici nei bambini ed adolescenti, con il diffondersi dell'uso di smartphone touchscreen a partire dal 2010 negli Stati Uniti[90]. La precoce esposizione al mondo digitale, unita alla pervasività dei social media, ha profondamente trasformato le modalità relazionali e la percezione di sé, contribuendo a generare una maggiore vulnerabilità emotiva.

A tutto ciò si aggiungono fattori esterni di natura sociale ed economica che alimentano il disagio giovanile: la disoccupazione, la crescente precarietà lavorativa, la crisi climatica, i conflitti geopolitici e l’esposizione costante a notizie allarmanti rappresentano elementi di forte incertezza che condizionano negativamente la visione del futuro da parte delle nuove generazioni. In questo scenario complesso e multifattoriale, l’ansia e il malessere psicologico non possono essere attribuiti a una sola causa, ma emergono piuttosto come il risultato dell’interazione tra vulnerabilità individuali e pressioni sistemiche.[91]

Nonostante ciò, un elemento distintivo della Generazione Z è la maggiore apertura nei confronti della salute mentale: rispetto alle generazioni precedenti, i giovani di oggi mostrano una più alta propensione a parlare delle proprie difficoltà emotive, a cercare supporto psicologico e a contrastare lo stigma che tradizionalmente circonda i disturbi mentali. Questa maggiore consapevolezza rappresenta un passo importante verso un approccio più maturo e condiviso alla gestione del benessere psicologico.[92]

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Cultura

Riepilogo
Prospettiva

OK boomer!

Lo stesso argomento in dettaglio: OK boomer.

Il conflitto intergenerazionale con i Baby boomer è stato riassunto nell'espressione "OK boomer" usata a livello internazionale. Si tratta in sintesi della risposta che i membri della Generazione Y, ma soprattutto Z hanno iniziato a utilizzare per rivolgersi a Baby boomer e ai membri più anziani della Gen X ogni qualvolta questi esprimano opinioni condiscendenti nei loro confronti, in particolare su questioni come il cambiamento climatico, il cambiamento tecnologico e l'integrazione di gruppi minoritari. Viene usato anche per intendere una persona tipicamente della generazione X che non conosce bene l'utilizzo di internet e dei social.

Networking transnazionale

Le abitudini digitali all'interno di questa generazione sono molto eterogenee e dipendono da diversi fattori, tra cui l'età, l'accesso alle tecnologie e il periodo in cui ciascun individuo ha iniziato a utilizzare i social media. Molti giovani, soprattutto quelli che hanno iniziato ad accedere a internet tra la fine degli anni 2000 e i primi anni 2010, hanno fatto esperienza prima con Facebook, per poi passare a piattaforme come Instagram, la cui diffusione è aumentata dopo il 2012 grazie alla disponibilità su dispositivi Android. TikTok, pur essendo oggi una piattaforma molto popolare tra gli adolescenti e i giovani adulti, coesiste con altri social network come Instagram e YouTube, utilizzati anch'essi in modo significativo da ampie fasce della popolazione giovanile. Nel 2025, la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni risulta essere la più attiva su TikTok.[93] L’uso dei social network da parte di questa generazione solleva preoccupazioni crescenti a livello internazionale, per il loro potenziale impiego nella diffusione di fake news e propaganda. Nell'agosto 2020, il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump ha firmato un decreto che ha vietato l'uso di TikTok sul suolo nazionale, accusando la piattaforma cinese di trasferire dati sensibili di cittadini americani verso Pechino[94]. Nel marzo 2022, il governo russo di Vladimir Putin impegnato nella invasione dell'Ucraina ha bloccato diversi tra i social più usati nel resto del mondo, favorendo delle reti alternative con base in Russia[95].

Attivismo

La generazione Z  è cresciuta in un mondo fortemente digitalizzato, globalizzato e segnato da emergenze ambientali e conflitti geopolitici. In Italia, molti giovani di questa generazione hanno assunto un profilo attivo: nelle scuole superiori, ad esempio, hanno aderito su larga scala alle manifestazioni del movimento Fridays for Future, che già dal 2019 ha visto studenti e studentesse scendere in piazza in diverse città per chiedere misure concrete contro il cambiamento climatico.[96] Fridays for Future è un movimento nato in Svezia per iniziativa di Greta Thunberg, attivista Gen Z nata nel 2003, la quale è divenuta poi simbolo mondiale della lotta contro il cambiamento climatico. Parallelamente, lo stesso segmento della generazione Z nelle scuole superiori ed atenei, ha promosso occupazioni, sit‑in e cortei in solidarietà con la causa palestinese tra il 2024 e il 2025: in città come Roma, Napoli, Torino, Firenze e Pisa sono stati registrati numerosi casi di istituti occupati o in “stato di agitazione” con striscioni, assemblee autogestite e richieste di presa di posizione del governo sul conflitto. Tali mobilitazioni riflettono un profilo generazionale caratterizzato da un forte senso di urgenza collettiva verso problemi considerati sistemici , dalla crisi ambientale alla giustizia globale  e da un’attitudine all’azione sociale, favorita dalla familiarità con strumenti digitali, dall’accesso rapido all’informazione e da un desiderio di partecipazione diretta.[97]

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Microgenerazioni

Riepilogo
Prospettiva

All’interno della più ampia Generazione Z, spesso identificata come i nati tra la metà e la fine degli anni ’90 e i primi anni 2010, è possibile distinguere due microgenerazioni con caratteristiche e influenze tecnologiche e culturali differenti: gli Zillennials e gli Zalphas.

Zillennials

Gli Zillennials (o cuspidi Millennials-Gen Z), nati indicativamente tra il 1993 e il 1998, si collocano al confine tra la Generazione Y (Millennials) e la Generazione Z. Questa microgenerazione ha vissuto un’infanzia in gran parte analogica, con un accesso limitato alla tecnologia digitale, simile a quella dei Millennials, che hanno conosciuto la nascita di internet di massa e dei primi social media in modo graduale. Tuttavia, durante l’adolescenza e la prima età adulta, gli Zillennials si sono trovati immersi in un mondo sempre più dominato da smartphone, social network e comunicazione istantanea, caratteristiche tipiche della Generazione Z. Per questo motivo, fungono da ponte tra le due generazioni, mostrando una forte familiarità sia con i media tradizionali sia con le piattaforme digitali emergenti. Inoltre, condividono in larga misura la cultura millennial, avendo attraversato e interiorizzato appieno le dinamiche sociali, culturali e mediatiche degli anni 2000, caratterizzati da specifiche tendenze, mode e fenomeni culturali distintivi. Questa posizione intermedia li rende particolarmente flessibili e adattabili a contesti tecnologici e culturali in continua evoluzione, con una sensibilità crescente verso temi sociali come l’inclusione e la sostenibilità, più simile a quella della Gen Z.[98]

Zalphas

Gli Zalphas (o cuspidi tra Generazione Z e Generazione Alfa), rappresentano una microgenerazione di transizione, generalmente collocata tra i nati dal 2008 al 2013, posizionandosi al confine tra la Generazione Z e la Generazione Alfa. Cresciuti in un ambiente già profondamente digitalizzato, condividono con la Gen Z l'infanzia e la preadolescenza segnata dalla diffusione di smartphone e social media. Tuttavia, la loro adolescenza si sviluppa in un contesto ancora più iperconnesso e si configurano come una generazione-ponte, traghettando tratti della Gen Z verso il panorama culturale e tecnologico in cui crescerà la Gen Alpha. Ciò che li distingue è l’esposizione precoce e intensiva a tecnologie avanzate: assistenti vocali, ambienti digitali immersivi, intelligenza artificiale e strumenti interattivi fanno parte integrante della loro esperienza. Le modalità con cui apprendono, comunicano e si intrattengono risultano quindi ancora più evolute rispetto alle generazioni precedenti, delineando un profilo culturale profondamente influenzato dall’innovazione tecnologica.[99]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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