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Gerard Manley Hopkins
gesuita e poeta britannico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Gerard Manley Hopkins (Stratford, 28 luglio 1844 – Dublino, 8 giugno 1889) è stato un gesuita e poeta inglese.

Biografia
Studiò a Oxford, dove si convertì al cattolicesimo (1866). Nel 1868 iniziò il novizato fra i gesuiti e nel 1877 ricevette gli ordini. Fu attivo come sacerdote e predicatore a Londra, Oxford, Liverpool, Glasgow. Nel 1884 ottenne la cattedra di letteratura greca all'università di Dublino.
Si stabilì in modo definitivo in Irlanda, come insegnante, per obbedienza ai superiori religiosi, ma sentendosi sempre un esule, nostalgico dell'Inghilterra e degli amici inglesi[1].
Morì in Irlanda nel 1889, colpito da febbre tifoide. Le sue liriche uscirono solo nel 1918, postume.
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Opere
La più famosa e lunga è la poesia Il naufragio del Deutschland (The Wreck of the Deutschland, 1876). Interessanti sono anche le composizioni più brevi, quali La grandezza di Dio (God's Grandeur), Il gheppio (The Windhover), Variopinta bellezza (Pied Beauty), I pioppi di Binsey (Binsey Poplars), Primavera e autunno (Spring and Fall), Scritto sulle foglie della Sibilla (Spelt from Sybil's Leaves). Da segnalare anche i cosiddetti «sonetti oscuri», nei quali il poeta manifesta la sua fede tormentata. Si può considerare uno dei poeti più audacemente sperimentali ed innovativi della letteratura anglosassone: è da citare soprattutto il suo utilizzo molto personale delle allitterazioni.[2] Fu ritenuto dalla critica dell'età vittoriana ed edoardiana come un eccentrico e soltanto dopo l'esperienza di Ezra Pound e di Thomas Stearns Eliot è stato in pieno riconosciuto come grande sperimentatore e innovatore del linguaggio poetico e della metrica.
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Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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