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Giacomo Cesaroni

militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Giacomo Cesaroni (Sutri, 19 ottobre 1921[2]Seconda battaglia di El Alamein, 29 ottobre 1942) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
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Biografia

Nacque a Sutri, provincia di Viterbo, nel 1921, figlio di Vincenzo e Maria Faraoni.[3] Lavorò in una impresa edile fino a quando, nel 1942, non fu arruolato nel Regio Esercito, assegnato all'arma di fanteria, in forza all'11º Reggimento fanteria "Casale" di stanza a Forlì.[3] Trasferito al 187º Reggimento della 185ª Divisione paracadutisti "Folgore" partì con esso per l'Africa Settentrionale Italiana nel luglio dello stesso anno.[3] Ferito in combattimento il 29 ottobre 1942, durante il corso della seconda battaglia di El Alamein, decedeva poco dopo presso l'Ospedaletto da campo n 241.[3] Per onorarne il coraggio gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Una via di Nepi porta il suo nome.

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Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Staffetta portaordini di compagnia, durante un intensissimo e tambureggiante fuoco di preparazione di artiglieria nemica, assicurava i collegamenti del comando con i vari centri di fuoco. Nel corso dell'attacco, benché ferito e grondante di sangue, portava a termine rischiose missioni. Nuovamente ferito rifiutava ogni soccorso e si offriva pel recapito di un messaggio al comando del battaglione. Al ritorno, ferito una terza volta nell'attraversare una zona scoperta molto battuta, pur immobilizzato negli arti inferiori, a forza di sole braccia e reggendosi sui gomiti, si portava al comando di compagnia e consegnava l'ordine ricevuto. Sentendo prossima la fine, al proprio comandante che lo sorreggeva dichiaravasi felice d'offrire la vita per l'Italia ma dolente di non poterla più servire. — Deir El Munassib (A.S.), 29 ottobre 1942.[4]»
 Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1953[5]
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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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