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Giovanni II di Castiglia

re di Castiglia e León (r. 1406-1454) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Giovanni II di Castiglia
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Giovanni Enriquez, anche Giovanni II di Trastámara[1] (Toro, 6 marzo 1405Valladolid, 20 luglio 1454), è stato re di Castiglia e León dal 1406 al 1454, quarto monarca della casa dei Trastámara a sedere sul trono di Castiglia e León.

Fatti in breve Re di Castiglia e León, In carica ...
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Origine

Era il figlio terzogenito del re di Castiglia e León Enrico III l'Infermo[2] e di Caterina di Lancaster[3][4][5][6][7].

Biografia

Riepilogo
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Ritratto ottocentesco di Giovanni II conservato presso l'Ayuntamiento di León.
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Sigillo di Giovanni II.

Giovanni, alla nascita, fu nominato principe delle Asturie, cioè erede al trono.

Nel 1406, alla morte del padre, Giovanni divenne re, all'età di circa due anni, sotto la reggenza della madre e dello zio Ferdinando[4].

Reggenza

Lo stesso argomento in dettaglio: Compromesso di Caspe.

I reggenti di Giovanni II si divisero il regno di Castiglia, Caterina governava il nord: Galizia, Asturie, Cantabria, la Rioja e il nord della Castiglia, mentre Ferdinando ebbe il governo di Estremadura, parte dell'Andalusia, parte della regione di Murcia, e del sud della Castiglia. Le restanti parti dell'Andalusia e di Murcia erano in mano ai musulmani del Sultanato di Granada, governato dalla dinastia dei Nasridi.

Ferdinando nella veste di reggente, efficacemente coadiuvato, si distinse per la sua prudente gestione degli affari di Stato; proseguì la guerra contro il regno di Granada, iniziata da suo fratello Enrico III e si comportò con molto valore alla conquista di Antequera, tanto che gli fu dato il soprannome di el de Antequera. Caterina, invece, si appoggiò ad un consiglio della corona e non governò altrettanto bene, in particolare perché si affidò ad una consigliera che le era diventata molto intima, Eleonora López de Córdoba, che, a quanto pare, era molto astuta e si arricchì, aumentando le sue proprietà fino a quando, nel 1412, fu fermata e allontanata dalla corte.

Nel 1411 Ferdinando d'Antequera, a nome di Giovanni II, stipulò la pace con il re del Portogallo Giovanni I, ponendo fine alla guerra che era iniziata nel 1383.

Nel periodo in cui suo zio era reggente del regno di Castiglia, Giovanni II fu promesso in matrimonio, ancora minorenne, alla cugina prima Maria (maggiore di lui di nove anni), che era figlia di Ferdinando I e di Eleonora d'Alburquerque (1374-1435).

Quando, nel 1410, morì il re della corona d'Aragona e re di Sicilia Martino l'Umano, prozio di Giovanni (sua nonna, madre di Enrico III e di Ferdinando, Eleonora, era sorella di Martino l'Umano), lo zio Ferdinando fu tra i pretendenti al trono aragonese e nei due anni che seguirono, conosciuti come interregno catalano-aragonese, non disdegnò di entrare armato in Aragona per difendere i propri interessi.
Prima che si arrivasse ad una guerra civile, le Corti di Catalogna, di València e d'Aragona decisero per un arbitrato, che portò al Compromesso di Caspe del 1412.

Interferenze aragonesi sul regno di Castiglia

Dopo il compromesso di Caspe (1412) lo zio Giovanni, Ferdinando, divenne re della Corona d'Aragona e dovette abbandonare la Castiglia per l'Aragona; la madre del giovane re, Caterina, rimase unica reggente, sempre coadiuvata dal consiglio della corona. Comunque Ferdinando lasciò in Castiglia i tre figli Alfonso (futuro re di Aragona Alfonso V), Giovanni (il futuro re d'Aragona e di Navarra, Giovanni II) ed Enrico, detti gli infanti d'Aragona, che presero il suo posto alla guida della famiglia reale di Castiglia (Trastámara) e lo sostituirono nel consiglio reale che assisteva la reggente, Caterina, come da espressa volontà del defunto re Enrico III. Dopo che Alfonso, nel 1415, dovette lasciare la Castiglia per coadiuvare il padre nel governo dei territori della Corona d'Aragona (nel 1416, alla morte del padre, sarebbe poi divenuto re d'Aragona), gli infanti d'Aragona Giovanni ed Enrico, costantemente in lotta con la fazione di nobili capeggiata da Álvaro de Luna che si opponeva all'invadenza dei due principi, coadiuvarono la zia Caterina nella reggenza del regno.[4]

Nel 1418 la madre di Giovanni II, Caterina, morì e l'invadenza degli infanti d'Aragona, rimasti unici reggenti, aumentò;[4] il re cominciò ad appoggiarsi al nobile Álvaro de Luna, nipote dell'arcivescovo di Toledo. Nel 1419 Giovanni II fu dichiarato maggiorenne, ma continuando a preferire la letteratura, le galanterie di corte ed i passatempi vari ai gravosi impegni di governo, concesse sempre più potere ad Álvaro de Luna.

Gli infanti d'Aragona Giovanni e soprattutto Enrico furono costantemente in lotta con la fazione nobili che si stava coagulando attorno al re e ad Álvaro de Luna, e che prendeva il nome di partito realista. I due principi riuscirono comunque a prendere il controllo sul cugino: con il Golpe di Tordesillas del 1420 presero il potere nel regno;[4] mentre la corte si trovava a Tordesillas, Enrico finse di lasciare la città con il suo seguito di armati, dirigendosi invece al palazzo reale, dove alcuni complici tra cui il vescovo di Tordesillas dall'interno aprirono loro le porte, e grazie alla sorpresa riuscì a impadronirsi del palazzo. Dopo avere fatto catturare tutti i suoi oppositori, Enrico raggiunse la camera del re, che ancora dormiva, e gli comunicò la nuova situazione. La prima conseguenza del colpo di Stato fu che il 4 agosto, nella cattedrale di Avila, Giovanni II dovette sposare sua cugina Maria, sorella degli infanti di Aragona, alla quale era stato fidanzato quando era bambino.

Enrico di Trastámara riuscì così ad ottenere il pieno controllo sul regno di Castiglia.[4] Ciò provocò la reazione di Álvaro de Luna, consigliere personale del re, che accordatosi con Giovanni, il fratello di Enrico, nel giugno del 1422, lo fece arrestare a Madrid[4], e fece requisire tutte le sue proprietà.[8]

Álvaro de Luna nel 1423 fu nominato Connestabile di Castiglia e tenne il potere per diversi anni (egli sarebbe stato richiamato e allontanato da corte diverse volte, nel corso dei 43 anni che trascorse accanto a Giovanni II). Per le pressioni esercitate dal re d'Aragona, Alfonso il Magnanimo, che aveva minacciato di invadere la Castiglia, Enrico di Trastámara fu rilasciato nel 1427[4] e tutti i suoi titoli nobiliari gli furono restituiti.[8] Enrico però continuò assieme al fratello Giovanni a interferire nelle questioni del regno di Castiglia fin quanto Alfonso il Magnanimo invase il regno di Castiglia[4] nel 1429 proprio in appoggio ai suoi fratelli Giovanni ed Enrico; la guerra che si scatenò ebbe termine con le cosiddette Tregue di Majano) del luglio 1430, con cui si pose fine all'invasione aragonese della Castiglia: Enrico e Giovanni furono esiliati in Aragona mentre tutte le loro proprietà in Castiglia vennero confiscate.[4][8]

Nel 1431 Giovanni II e Álvaro de Luna ripresero la guerra contro il Sultanato di Granada e le truppe castigliane, dopo aver occupato Jimena de la Frontera, avanzarono verso la città di Granada, riportarono una vittoria nella battaglia di La Higueruela il 1º luglio del 1431 ma senza però riuscire a raggiungere la capitale del sultanato.

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Altorilievo di Giovanni II di Castiglia sulla sua tomba (sec. XV), nella Certosa di Miraflores, a Burgos.

Ascesa e caduta di Álvaro de Luna

Il potere di Álvaro de Luna continuava a crescere,[4] ma ciò provocò malcontento nell'alta nobiltà e alcune sue decisioni (come l'arresto di Pedro Manrique nel 1437[4]) diedero l'avvio ad una ribellione; la nobiltà (dopo che nel 1436 Giovanni II d'Aragona, divenuto anche re di Navarra, era stato riabilitato) tornò ad appoggiare gli infanti Giovanni ed Enrico, che nel 1438 rientrarono per l'ultima volta in Castiglia, ripresero il potere e nel 1439 fecero esiliare Álvaro de Luna.[4] Álvaro riuscì tuttavia a rientrare nel regno, riorganizzando la sua fazione. Dopo una serie di incontri e trattati,[4] a seguito del colpo di Stato di Rámaga del 1443, in cui il re Giovanni II di Castiglia fu fatto prigioniero dal cugino Giovanni II d'Aragona, si arrivò allo scontro decisivo nella prima battaglia di Olmedo, il 14 maggio 1445; gli infanti d'Aragona furono sconfitti e allontanati definitivamente dalla Castiglia:[4] Enrico venne ferito ad una mano, che andò in gangrena, e poco dopo morì, mentre Giovanni - dopo la morte della moglie Bianca di Navarra - si occupò del regno di Navarra.

Nonostante la vittoria contro gli infanti, la nobiltà continuò a ostacolare l'opera del re e del suo conestabile Álvaro de Luna.

Dopo che Maria d'Aragona era morta nel 1445, Giovanni II si sposò in seconde nozze, il 17 agosto del 1447, a Madrigal de las Altas Torres, con Isabella del Portogallo, figlia di don Giovanni d'Aviz e di Isabella di Braganza. A partire da questo momento, dato che la regina, che aveva un notevole ascendente sul re, si schierò con il partito dei nobili, il conestabile Álvaro de Luna cominciò ad avere la vita sempre più difficile, fino a che fu fatto arrestare e processare[4], davanti a un consiglio, con l'imputazione di avere tentato di controllare con la stregoneria la mente del re; trovato colpevole, fu condannato a morte e giustiziato il 2 giugno del 1453.

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Certosa di Miraflores, a Burgos.

Giovanni II morì a Valladolid il 20 luglio 1454, molto probabilmente assassinato[4], consegnando al figlio Enrico IV un trono traballante, un regno in cui il potere era fortemente condizionato dall'alta nobiltà, alla quale il re non ebbe la forza (e nemmeno il carattere) per opporsi. Giovanni fu sepolto nella Certosa di Miraflores, a Burgos[4].

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Discendenza

Giovanni ebbe quattro figli dalla moglie Maria e due da Isabella:[4][5][6][9]

da Maria ebbe

  • Caterina (1422 - 1424);
    • Eleonora (1423 - 1425);
    • Enrico (1425 - 1474), re di Castiglia e León, come Enrico IV l'Impotente
    • Maria (1428 - 1429).

Da Isabella ebbe

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Enrico II di Castiglia Alfonso XI di Castiglia  
 
Eleonora di Guzmán  
Giovanni I di Castiglia  
Giovanna Manuele Giovanni Manuele di Castiglia  
 
Bianca de La Cerda  
Enrico III di Castiglia  
Pietro IV di Aragona Alfonso IV di Aragona  
 
Teresa di Entenza  
Eleonora d'Aragona e Sicilia  
Eleonora di Sicilia Pietro II di Sicilia  
 
Elisabetta di Carinzia  
Giovanni II di Castiglia  
Edoardo III d'Inghilterra Edoardo II d'Inghilterra  
 
Isabella di Francia  
Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster  
Filippa di Hainaut Guglielmo I di Hainaut  
 
Giovanna di Valois  
Caterina di Lancaster  
Pietro I di Castiglia Alfonso XI di Castiglia  
 
Maria del Portogallo  
Costanza di Castiglia  
Maria di Padilla Giovanni García di Padilla  
 
Maria Fernández de Henestrosa  
 
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Onorificenze

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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