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Indice K
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L'indice K misura il disturbo della componente orizzontale del campo magnetico terrestre. È espresso attraverso un numero intero compreso fra 0 e 9, con i valori uguali o superiori a 5 che indicano l'occorrenza di una tempesta geomagnetica. È derivato dall'escursione massima delle fluttuazioni della componente orizzontale del campo magnetico terrestre, rilevate da un magnetometro in un intervallo di tre ore. La lettera 'K' ha origine dalla parola tedesca Kennziffer che significa "numero caratteristico" (la parte intera di un numero decimale) ed è stato introdotto da Julius Bartels nel 1938[1][2][3] e adottato dall'International Association for Terrestrial Magnetism and Electricity nel 1939 (divenuta, in seguito, l'International Association of Geomagnetism and Aeronomy, IAGA).[4]
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Calcolo dell'indice K
La scala K è quasi-logaritmica. Indicando con R l'escursione massima (o ampiezza picco-picco) delle fluttuazioni della componente orizzontale del campo magnetico terrestre, espresse in nanotesla (nT), la tabella di conversione tra R e K varia da osservatorio a osservatorio in modo da associare analoghi valori dell'indice K agli stessi eventi. Questo perché l'ampiezza delle fluttuazioni del campo magnetico terrestre dipende dalla latitudine magnetica, con osservatori posti a una latitudine elevata che rilevano fluttuazioni caratterizzate da un'ampiezza maggiore.[5] Per fare degli esempi, perché una tempesta geomagnetica sia contraddistinta da un valore di K pari a 9, devono essere misurati valori di R pari a 1500 nT e 300 nT, rispettivamente, dagli osservatori di Qeqertarsuaq (in Groenlandia) e Honolulu (alle Hawaii).[6] Gli intervalli orari di misura non sono arbitrari, ma sono otto giornalieri: 00:00–03:00, 03:00–06:00, ..., 21:00–24:00.[6]
È stato anche introdotto un valore medio Kp, calcolato come media pesata dai valori misurati presso 13 osservatori posti a medie latitudini in entrambi gli emisferi, al termine di ciascun intervallo orario.[6][7]
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L'indice A

L'indice A è stato introdotto per esprimere una media giornaliera dell'attività geomagnetica. Poiché K è determinato attraverso una calcolo logaritmico, una media tra gli 8 valori giornalieri non fornirebbe un dato significativo. Conseguentemente, è stata sviluppata una procedura che prima converte K nel parametro a scalato linearmente; il valore dell'indice A è quindi calcolato come media semplice dei valori a ottenuti per ciascun intervallo orario.[8]
La tabella di conversione di K in a è la seguente:[8][9]
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Scala G
Riepilogo
Prospettiva
L'agenzia statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha introdotto al termine degli anni novanta[10] una scala di valutazione dell'intensità delle tempeste geomagnetiche (Geomagnetic Stroms scale o G-scale[11]),[12][13] eseguita analizzando i danni prodotti principalmente sui sistemi di generazione e distribuzione dell'energia elettrica, sulle telecomunicazioni e sui satelliti in orbita terrestre, e l'ampiezza ed intensità dei fenomeni atmosferici ad esse collegati (principalmente le aurore polari), in modo sostanzialmente analogo alla scala Mercalli per i terremoti.
Esiste una corrispondenza tra la Scala G e l'indice Kp.[11]
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Note
Bibliografia
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