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Iturea
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Iturea è il nome greco della provincia derivato dal nome biblico Jetur, che rappresentava un figlio di Ismaele della Genesi[1]. Il nome della regione è menzionato solo una volta nella Bibbia[2], mentre tra i contemporanei il nome del popolo degli Iturei è tradotto in greco: Ἰτουραῖοι.
Storia
Riepilogo
Prospettiva
Prima dei Romani
È menzionata come una delle tribù sottomesse da Davide[3], re degli Ebrei, ed ancora da Strabone, Plinio il Vecchio, Giuseppe Flavio ed altri. Essi ritenevano che fosse una tribù di origine araba, conosciuta dai Romani come un popolo di predatori[4], ma anche apprezzato per la grande abilità dei suoi arcieri[5].
L'Iturea si trovava secondo Giuseppe Flavio[6], a nord della Galilea, mentre nel 105 a.C. Aristobulo I, avendo sconfitto gli Iturei, annesse parte di questo paese alla vicina Giudea, imponendo loro la religione ebraica. Strabone[7] include i territori dell'Iturea nel regno di Tolomeo, che regnò dall'85 al 40 a.C.
Roma in Oriente
A Tolomeo successe il figlio, Lisania, chiamato da Cassio Dione Cocceiano[8] "Re degli Iturei". Nel 23 a.C. la Iturea con le province limitrofe cadde nelle mani di un certo Zenodoro[9]. Tre anni più tardi, alla morte del re Zenodoro, Augusto dava la Iturea ad Erode il Grande, che a sua volta la diede al figlio Erode Filippo[10].
Parte della Iturea si trovava nella regione dei monti del Libano, come ci viene confermato da un'iscrizione del 6 d.C.[11], nella quale un certo Q.Æmilius Secundus fu inviato dall'allora governatore di Galazia e Panfilia, Publio Sulpicio Quirinio, contro gli Iturei del Libano. Nel 38 Caligola diede in dono la Iturea ad un certo Soemo, che è chiamato da Cassio Dione Cocceiano[12] e da Cornelio Tacito[13] "Re degli Iturei".
Dopo la morte di Soemo, avvenuta nel 49, il suo regno fu incorporato nella provincia di Siria[14].
Coorti ausiliarie nell'esercito romano
Con la definitiva sottomissione ed alleanza di questa regione dell'antico Libano all'Impero romano, la popolazione degli Iturei iniziò a fornire truppe ausiliarie all'esercito romano:
- Ala I Augusta Ituraeorum sagittaria è attestata in Pannonia superiore ad Arrabona[15], e anche nella vicina Pannonia inferiore[16] (probabilmente ad Intercisa[17]) in un periodo non precisato (forse sul finire del I secolo). Potrebbe aver partecipato alla guerra di conquista della Dacia sotto Traiano[18]. Fu trasferita in Mauretania Caesariensis[19] forse sotto Adriano. La troviamo in Pannonia inferiore nel 139[20], nel 148[21], nel 149 e nel 156[22] sotto Antonino Pio[23], nel 166 sotto Marco Aurelio e Lucio Vero[24] e nel 192 sotto Commodo[25].
- Ala I Ituraeorum sagittariorum civium Romanorum, presente in Mauretania Tingitana sotto il regno di Adriano. A Tipasa in Numidia a metà del II secolo d.C. Sotto Antonino Pio (138-145) partecipa alla campagna di Mauritania.
- Ala II Augusta Ituraeorum sagittaria, forse operante in Pannonia, Mesia e Dacia.
- Cohors I Ituraeorum civium romanorum che potrebbe coincidere con la Cohors I Ituraeorum sagittaria, in questo caso potrebbe non essere coorte equitata (vale a dire un corpo misto di cavalieri e fanti). La troviamo in Siria nell'88 sotto Domiziano[26], poi in Mauretania Tingitana nel 110-111 sotto Traiano[27], 122[28], nel 131 sotto Adriano[29], nel 151[30], nel 153[31], nel 157[32] e nel 161[33] sotto Antonino Pio.
- Cohors I Augusta[34] Ituraeorum equitata[35] posizionata in un periodo non precisato in Germania superiore, in zona Mogontiacum[36] (I secolo?). La troviamo in Pannonia sotto Tito nel 79[37], sotto Traiano nei diplomi del 98 e 103[38] forse a Brigetio[39]. È in Dacia come I Ituraeorum Augusta nel 110 e 111[40] in zona Porolissum[41] ed ancora nel 137 sotto Adriano[42], nel 144[43] e 158 sotto Antonino Pio[44], fino almeno a Marco Aurelio nel 179[45].
- Cohors II Ituraeorum equitata si trova insieme alla III Ituraeorum in Egitto[46] già dall'epoca di Germanico nel 18[47]. È qui attestata ancora nell'82 sotto Domiziano[48], nel 106[49] sotto Traiano ed ancora sotto Antonino Pio nel 157[50].
- Cohors III Ituraeorum equitata[51] la troviamo all'epoca di Domiziano (82[48].), di Traiano nel 106[49] ed Antonino Pio in Egitto[52].
- Cohors IV Ituraeorum; Cohors V Ituraeorum; Cohors VI Ituraeorum: di loro non sappiamo nulla, se non che esistette la VII.
Cohors VI Ituraeorum è ricordata in una lapide - dell'anno 136 d.C. - del tempio egizio di Dakka, secondo la testimonianza di G. B. Belzoni, Viaggi in Egitto e Nubia, Milano 1825, I, p. 155.
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Note
Voci correlate
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