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Jacob Shapiro
criminale statunitense (1899-1947) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Jacob Shapiro, detto Gurrah (Odessa, 5 maggio 1899 – Sing Sing, 9 giugno 1947), è stato un criminale statunitense, esponente di primo piano della malavita newyorkese.[1]
Insieme al suo socio Louis “Lepke” Buchalter, esercitò per oltre vent’anni un controllo quasi assoluto sul racket sindacale nell’industria cittadina, costruendo una rete di intimidazione e corruzione che influenzò profondamente il mondo del lavoro dell’epoca.[1] La partnership tra Shapiro e Buchalter portò inoltre alla creazione della Murder, Inc.,[1] la struttura criminale incaricata di eseguire omicidi su commissione per conto del Sindacato nazionale del crimine.
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Carriera criminale
Riepilogo
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Gli inizi
Buchalter era la mente strategica, mentre Shapiro rappresentava la forza bruta in un sodalizio che sarebbe durato per decenni.[2] I due, consolidata la loro intesa, entrarono presto in contatto con quelli che sarebbero diventati protagonisti della futura mafia americana: Meyer Lansky e Lucky Luciano,[1][2] entrambi all’epoca sotto l’ala protettrice del boss Arnold Rothstein.[1]
Racket sindacale
Su incoraggiamento di Arnold Rothstein, Shapiro e Buchalter entrarono nel redditizio mondo del racket sindacale newyorkese lavorando per Jacob Orgen. Quest’ultimo aveva conquistato il controllo del settore dopo una lunga e sanguinosa faida decennale contro Nathan Kaplan, nota come le Guerre dei picchiatori dei sindacati (Labor Slugger Wars).[1] La banda aveva infiltrato i sindacati del trafficato Garment District di Manhattan, aggredendo e uccidendo i dirigenti sindacali per prenderne il controllo. Una volta consolidato il potere, i gangster imposero un sistema di mazzette e prelievi illeciti dalle quote associative, estorcendo contemporaneamente i produttori di abbigliamento con la minaccia continua di scioperi orchestrati.
Dopo un periodo al servizio di Orgen, Shapiro e Buchalter iniziarono a pianificare la conquista delle sue operazioni. Resosi conto del pericolo rappresentato dai due, Orgen cercò protezione alleandosi con i fratelli Eddie e Jack “Legs” Diamond.
La resa dei conti arrivò rapidamente. Il 15 ottobre 1927, Orgen e Jack Diamond si trovavano all’angolo tra Delancey Street e Norfolk Street, nel Lower East Side.[1] Due sicari, presumibilmente Shapiro e Buchalter, arrivarono in automobile: uno scese e aprì il fuoco, mentre l’altro sparava dal posto di guida. Orgen morì sul colpo; Jack Diamond rimase gravemente ferito. Eliminato Orgen, Shapiro e Buchalter presero il controllo del suo racket sindacale e, da lì, avviarono un’intensa campagna di estorsioni verso sindacati e imprese, costruendo un vasto monopolio criminale nel Garment District.
Murder, Inc.
Sebbene spesso si attribuisca a Shapiro e Buchalter la fondazione della Murder, Inc., l’organizzazione era già pienamente operativa quando i due ne divennero tra i principali clienti, insieme al Sindacato nazionale del crimine, la confederazione di famiglie criminali istituita da Lucky Luciano e Meyer Lansky nel 1929. Il Sindacato nacque con l’obiettivo di porre fine alle sanguinose guerre tra bande degli anni '20, creando un organismo dotato dell’autorità necessaria per mediare i conflitti interni al crimine organizzato e sanzionare i trasgressori. Murder, Inc. fungeva da braccio armato del Sindacato, incaricato di eseguire omicidi e azioni punitive su commissione.
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Arresto e condanna
Riepilogo
Prospettiva
All’inizio degli anni '30, il procuratore statunitense Thomas E. Dewey avviò una vasta offensiva giudiziaria contro i vertici del crimine organizzato a New York.[2] La pressione esercitata da Dewey fu tale che, nel 1935, il gangster Dutch Schultz chiese al Sindacato nazionale del crimine l’autorizzazione a eliminarlo. Shapiro e Albert Anastasia appoggiarono la proposta,[1] ma Buchalter e la maggior parte del Sindacato la respinsero: assassinare un procuratore, sostenevano, violava le consuetudini dell’organizzazione e avrebbe soltanto intensificato le indagini federali, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del Sindacato. La minaccia era considerata così grave che i boss decisero infine di ordinare a Buchalter l’eliminazione di Schultz. Il 23 ottobre 1935, Schultz e alcuni suoi uomini furono colpiti a morte da sicari della Murder, Inc. in un ristorante di Newark, nel New Jersey.
Dopo l’uccisione di Schultz, Shapiro e Buchalter divennero l’obiettivo principale delle indagini di Dewey.[1] Nell’ottobre del 1936, entrambi furono condannati in base allo Sherman Antitrust Act e ricevettero una pena di due anni da scontare a Sing Sing. Shapiro, dopo la condanna, rimase latitante per circa un anno, ma il 14 aprile 1938 decise di consegnarsi agli agenti dell’FBI. Il 5 maggio 1944, fu nuovamente giudicato colpevole, questa volta per associazione a delinquere ed estorsione, e condannato a una pena compresa tra quindici anni e l’ergastolo.[1]
Pochi mesi prima della sentenza del 1944, Shapiro avrebbe fatto recapitare di nascosto un biglietto a Buchalter, allora sotto processo per omicidio a New York. Il messaggio conteneva soltanto una frase:
Te l’avevo detto.[1]
Il 4 marzo 1944 Buchalter fu giustiziato sulla sedia elettrica a Sing Sing.[1][3]
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Morte
Shapiro trascorse il resto della sua vita in carcere, dove morì nel 1947 per trombosi coronarica,[4] convinto fino all’ultimo che, se Dewey fosse stato ucciso, lui e molti altri sarebbero rimasti in libertà.[1]
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