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Johnny Spanish
criminale statunitense (1889-1919) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Johnny Spanish, pseudonimo di Giovanni Mistretta poi anglicizzato in John Mestrett (New York, 1889 – New York, 29 luglio 1919), è stato un criminale statunitense, noto soprattutto per la rivalità con l’ex socio Nathan Kaplan, esplosa durante uno sciopero dei lavoratori dell’industria dell’abbigliamento. Quel conflitto, degenerato in una violenta faida, passò alla storia come la Seconda guerra dei picchiatori dei sindacati (1918-1919).[1]
Prima di affermarsi come capo di una propria banda, Johnny Spanish fu attivo in diversi ambiti della criminalità organizzata: dal racket sindacale alle rapine ai danni di saloon e altre attività commerciali, fino a episodi di omicidio. Con il tempo riuscì a strutturare un gruppo autonomo, entrando stabilmente nel sottobosco criminale newyorkese dell’epoca.
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Biografia
Nato nel 1889 con il nome di Giovanni Mistretta nel Lower East Side di New York, sostenne in seguito di essere imparentato con Valeriano Weyler, ultimo governatore di Cuba sotto il dominio spagnolo.[1] In realtà era figlio di un padre italiano e di una madre spagnola, e anglicizzò il proprio nome in John Mestrett.[1]
Carriera criminale
Riepilogo
Prospettiva
Ancora giovanissimo entrò nel mondo della criminalità: si dedicò al racket sindacale e agli omicidi, e secondo alcune fonti sarebbe stato coinvolto in un assassinio già all’età di diciassette anni, prima di organizzare una banda di picchiatori legata alla Five Points Gang. Divenne rapidamente noto per le sue rapine audaci ai saloon e ad altre attività commerciali, in particolare per il colpo messo a segno in un locale di Norfolk Street di proprietà di Mersher “Strong Arm” Miller. Dopo aver pubblicamente annunciato che sarebbe tornato a rapinare il saloon a un’ora precisa, si presentò puntualmente, aprì il fuoco all’interno del locale, aggredì alcuni clienti che tentarono di opporsi e riuscì infine a fuggire.[2]
Nel 1909 iniziò a collaborare con Nathan “Kid Dropper” Kaplan. Il sodalizio durò poco e degenerò in una violenta rottura, culminata in un accoltellamento in strada, scatenato da una disputa per la donna che all’epoca era la compagna di Spanish.[1] Nella colluttazione Kaplan arrivò quasi a uccidere il rivale. Una volta ristabilitosi, Spanish cercò di impadronirsi delle partite clandestine di stuss (o faraone ebreo) - una variante del faraone - gestite nel Lower East Side da Kid Jigger, che però respinse con disprezzo le sue minacce. Durante uno scontro a fuoco particolarmente violento, scoppiato nel tentativo di prendere il controllo di una di queste attività di gioco, una bambina di otto anni rimase uccisa. Costretto a lasciare la città, al suo ritorno dopo alcuni mesi Spanish scoprì che la sua compagna lo aveva abbandonato per Kaplan. In preda alla furia, rapì la donna, ormai incinta, e la condusse in una zona paludosa nei pressi di Maspeth, nello Stato di New York, dove la legò a un albero e le sparò più volte all’addome. La donna fu ritrovata viva alcune ore dopo e riuscì a partorire; il neonato, però, aveva tre dita amputate dai colpi di arma da fuoco.[2]
Nel 1911 Spanish venne arrestato e condannato a sette anni di carcere, quasi in coincidenza con l’arresto di Kaplan per rapina.[3] Scarcerato nel 1917, tornò a collaborare con Kaplan e con altri ex membri della Five Points Gang, operando come picchiatore al servizio delle lotte sindacali.[2]
La tregua durò poco. Spanish e Kaplan ripresero presto a combattersi, mentre la banda si divideva in due fazioni rivali, entrambe determinate a conquistare il controllo delle operazioni di violenza sindacale a New York. In quel periodo Johnny Spanish divenne anche uno dei maggiori trafficanti di droga di Manhattan, commerciando cocaina ed eroina, aiutato dal fratello Joseph, soprannominato “Joey Spanish”.
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Morte
L’odio tra lui e Kaplan era però ormai insanabile. Il 29 luglio 1919 Spanish fu colpito a morte da tre uomini non identificati mentre stava entrando in un ristorante di Manhattan, al numero 19 di Second Avenue.[4][1] Kaplan, identificato sul luogo dell’agguato, fu inizialmente incriminato, ma le accuse vennero successivamente archiviate. Anche lui sarebbe stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nell’agosto del 1923.[2]
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