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Kentrosaurus aethiopicus

genere estinto di dinosauro ornitischio del Giurassico superiore Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Kentrosaurus aethiopicus
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Kentrosaurus è un genere estinto di dinosauro stegosauride, vissuto nel tardo Giurassico, circa 155-150 milioni di anni fa, in quella che oggi è l'odierna Tanzania (Africa orientale). L'unica specie ascritta a questo genere è K. aethiopicus, nominata nel 1915, dal paleontologo tedesco Edwin Hennig. Nonostante sia spesso considerato un "primitivo membro" della famiglia degli stegosauria, recenti analisi cladistiche hanno dimostrato che si tratta di un genere più derivato ed evoluto rispetto ad altri stegosauridi, nonché uno stretto parente del nordamericano Stegosaurus.

Dati rapidi Come leggere il tassobox, Stato di conservazione ...

I fossili di K. aethiopicus furono ritrovati all'interno della Formazione Tendaguru, datata dal tardo Kimmeridgiano e ai primi del Titoniano, circa 152 milioni di anni fa. Tra il 1909 e il 1912, grazie ad alcune spedizioni tedesche, nell'Africa orientale furono scoperte molte ossa fossili e anche se non tutti erano scheletri completi, i resti fornirono un quadro quasi completo dell'anatomia dell'animale.

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Descrizione

Riepilogo
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Kentrosaurus era un piccolo stegosauride. La morfologia dell'animale era molto simile a quello dell'affine Stegosaurus: corpo tozzo, sorretto da quattro zampe corte ma robuste di cui le posteriori avevano una limitata capacità di piegatura, testa piccola con un piccolo becco perfetto per strappare e masticare la vegetazione di cui si nutriva. Lungo la schiena possedeva ben due tipi di placche: dal collo fino alle scapole erano presenti delle piccole placche ossee, mentre dalle scapole fino alla punta della coda l'animale era ricoperto di spine ossee che proteggevano l'animale dagli attacchi dei predatori. Negli anni è stato descritto solo un singolo dente dell'animale, descritto nel 1925, da Hennig nella sua monografia. In seguito, è stato anche descritto la parte anteriore dell'osso mascellare e alcuni frammenti di dente. I denti mostrano una certa affinità con quelli dell'affine Stegosaurus, solo più piccoli.

Dimensioni e postura

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Dimensioni di Kentrosaurus in confronto a un umano

Rispetto ad altri stegosauridi come Stegosaurus, Hesperosaurus, Dacentrurus o Tuojiangosaurus, Kentrosaurus era di dimensioni nettamente inferiori ma comparabili con quelle di Huayangosaurus. Un esemplare adulto poteva raggiungere una lunghezza totale di 4,50 metri (15 ft), di cui poco più della metà era costituita dalla coda. Tuttavia nuovi resti indicano che alcuni esemplari potevano raggiungere una lunghezza di circa 5,50 metri (18 ft). Nel 2010, Gregory S. Paul stimò un peso di circa settecento kg, per un animale di quattro metri. Tuttavia una successiva stima sul peso, portò a un peso tra 1 e 1,5 tonnellate, a seconda della muscolatura della coda.

La lunga coda di Kentrosaurus indica che la posizione del centro della massa è insolitamente lontana per un animale quadrupede. La muscolatura poggiava proprio di fronte all'anca, in una posizione di solito riscontrata nei dinosauri bipedi. Tuttavia, i femori in questi animali erano dritti, al contrario dei normali dinosauri bipedi, il che indica una posizione dell'arto diritta e verticale. Il che indica che le zampe posteriori, se disposte di massicci muscoli, sorreggevano circa il 90% del peso dell'animale, mentre gli arti anteriori, più robusti ma più corti, sostenevano circa il 10-15% del peso corporeo dell'animale.

Cranio e dentatura

La testa del Kentrosaurus era molto piccola e di forma piatta e allungata; il muso terminava con un becco corneo privo di denti, molto utile per strappare le fronde o per schiacciare piccoli semi dal guscio legnoso. Il cervello non era più grande di una noce, alloggiato in una cavità lunga almeno 6 cm. Nonostante ciò, il kentrosauro si era saputo adattare bene al suo ambiente.

Scheletro

Il collo era formato da 13 vertebre cervicali, la prima delle quali era l'atlante, fortemente fuso alla regione occipitale del cranio, seguito dall'epistrofeo (asse). Le restanti 11 cervicali presentavano centri vertebrali a forma di clessidra e carene ventrali arrotondate. Le diapofisi erano ampie, fortemente inclinate posteriormente e disposte in parallelo. Le apofisi spinose aumentavano di dimensioni verso la parte posteriore, mentre le postzigapofisi si riducevano e risultavano meno orizzontali, conferendo alla parte anteriore del collo una notevole mobilità laterale. La colonna dorsale era composta da 13 vertebre dorsali, alte e con centri brevi. L'arco neurale risultava oltre il doppio in altezza rispetto al centro vertebrale e quasi completamente occupato da un canale neurale estremamente ampio, carattere unico di Kentrosaurus. Anche in queste vertebre le diapofisi erano molto allungate lateralmente, formando in vista anteriore una struttura a forma di Y. Il sacro comprendeva sei centri fusi: il primo costituiva un sacrodorsale isolato, mentre gli altri avevano i processi trasversi fusi alle porzioni dorsali delle coste sacrali, formando una compatta piastra sacrale. Le coste sacrali, a loro volta, si saldavano all'ileo, generando un sacro completamente anchilosato e robusto. L'ileo era particolare poiché il processo preacetabolare (la "lama" anteriore) si allargava lateralmente in avanti senza assottigliarsi, a differenza degli altri stegosauri. Un altro carattere distintivo era che la lunghezza dell'ileo era pari o superiore a quella del femore.[1]

La coda era composta da circa 29 vertebre caudali (in alcuni casi 27-29), coossificate nelle porzioni terminali per l'attacco dei thagomizer (le spine caudali). Le vertebre caudali erano uniche per la presenza combinata di processi trasversi fino alla 28ª vertebra e di processi a forma di bastoncino nelle caudali posteriori. Questi ultimi presentavano basi strette che non raggiungevano la piastra formata dalla fusione dei processi sacrali. Kentrosaurus si distingueva dagli altri membri degli Stegosauria per la disposizione dei processi caudali, che non correvano in modo sub-parallelo come nella maggior parte dei dinosauri. Nel terzo anteriore della coda erano rivolti all’indietro (come di norma), nella parte centrale erano quasi verticali, mentre più posteriormente assumevano una forma ricurva a uncino, orientata obliquamente in avanti. I chevron, ossa che si proiettavano ventralmente dalle vertebre caudali, avevano la tipica forma a T rovesciata.[1]

Armatura

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Scheletro di Kentrosaurus aethiopicus, estratto dagli scavi di 'St' a Kindope, Tendaguru, Tanzania; è lungo 4,5 m ed è esposto al Museum für Naturkunde di Berlino

Uno degli aspetti più curiosi del Kentrosaurus è rappresentato dalle placche e dagli spuntoni del collo, del dorso e della coda. Dal collo fino alla sommità della schiena questo dinosauro presentava una doppia fila di placche ossee a forma di foglia e ricoperte di pelle, forse percorse da una fitta rete di capillari. Secondo i paleontologi, le placche vascolarizzate avevano lo scopo di regolare la temperatura, come nello stegosauro. Dalla metà del dorso le placche erano sostituite da spine ossee che arrivano anche a 60 cm di lunghezza: esse terminavano sulla coda con una coppia di spuntoni lunghi circa un metro. A queste difese si aggiungeva una coppia di spine che fuoriuscivano dal bacino.

Come in tutti gli Stegosauri, la muscolatura del kentrosauro era particolarmente sviluppata tra la base della coda e il femore. Era inoltre potenziata da un sistema di tendini, raccolti in fasci, che permettevano di mantenere la coda sollevata. In caso di pericolo l'animale voltava le spalle all'assalitore, agitando la coda con le sue temibili spine come arma di difesa. Pur non essendo un animale di grande cervello, il kentrosauro doveva essere dotato di una certa agilità e adattabilità. Ciò è testimoniato dalla diffusione di questi dinosauri, confermato anche dal gran numero di reperti.

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Storia della scoperta

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Montatura scheletrica obsoleta (lectotipo e paralectotipi), Museum für Naturkunde. Questo supporto è stato eretto nel 1925 ed è stato smontato nel 2006. Nel 2007 è stato rimontato con una postura leggermente modificata

I primi fossili di Kentrosaurus furono scoperti nel 1909 dalla spedizione tedesca di Tendaguru; il 24 luglio 1910 l'esploratore e capo della missione Werner Janensch li riconobbe come appartenenti a uno stegosauro, e nel 1915 il paleontologo tedesco Edwin Hennig li descrisse scientificamente.[2] Il nome Kentrosaurus fu coniato da Hennig e deriva dal greco kentron (κέντρον), che significa "punta aguzza" o "spina", e sauros (σαῦρος), cioè "lucertola".[3] Hennig aggiunse l’epiteto specifico aethiopicus per indicarne la provenienza africana.[2] Subito dopo la descrizione sorse una controversia sul nome, giudicato troppo simile a quello del ceratopside Centrosaurus. Le regole della nomenclatura zoologica vietano l'omonimia, stabilendo infatti che i due animali non possano avere lo stesso nome. Per questo motivo Hennig ribattezzò il suo stegosauro Kentrurosaurus ("lucertola dalla coda appuntita") nel 1916,[4] mentre, nello stesso anno, il paleontologo ungherese Franz Nopcsa propose il nuovo nome Doryphorosaurus ("lucertola portatrice di lancia").[5][6] Se fosse stato necessario un cambiamento di nome, quello proposto da Hennig avrebbe avuto la priorità.[7] Tuttavia, poiché l'ortografia è diversa, sia Doryphorosaurus che Kentrurosaurus risultano nomi sostitutivi superflui; Kentrosaurus rimane il nome valido per il genere, mentre Kentrurosaurus e Doryphorosaurus ne sono sinonimi oggettivi più recenti.[8]

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Paleobiologia

Comportamento

Non è inverosimile immaginare che i giovani si affrontassero per gioco in finti duelli che permettevano di irrobustire la muscolatura e imparare le diverse tecniche di difesa. Branchi numerosi potevano essere molto utili nella difesa degli individui più deboli, anche se pare che il Kentrosaurus non avesse troppi nemici: persino i terribili allosauri che abitavano l'emisfero meridionale del Giurassico temevano le difese del Kentrosaurus.

Riproduzione

Dopo l'accoppiamento le femmine deponevano uova di forma ovale, lunghe forse una ventina di centimetri, in un nido costituito da terriccio e vegetali che marcendo avrebbero tenuto al caldo le uova, come in una sorta di incubatrice naturale. I giovani e i cuccioli erano probabilmente protetti dalla madre fino al raggiungimento dell'indipendenza alimentare.

Nella cultura di massa

Lo stesso argomento in dettaglio: Dinosauri nella cultura di massa § Kentrosaurus.

Il Kentrosaurus ha avuto una presenza limitata ma significativa nella cultura di massa, comparendo principalmente in videogiochi, film e produzioni museali. Tra le sue apparizioni più famosi quella nel film L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri (2009), sebbene venga ritratto con un collo straordinariamente lungo e senza le caratteristiche spine laterali, e in alcuni videogiochi come Jurassic Park: Operation Genesis (2003), Ark: Survival Evolved (2017), Jurassic World Evolution (2018), Evolution 2 (2021) e Evolution 3 (2025).[9]

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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