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Luigi Laviano
capitano s.p.e., 8° rgt. artiglieria, Divisione «Pasubio » - insignito/a di Medaglia d'oro al valor militare - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Luigi Laviano (Caserta, 1911 – Fronte del Don, 16 dicembre 1942) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria sul fronte russo durante la seconda guerra mondiale.
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Biografia
Nacque a Caserta nel 1911, figlio di Francesco[N 1] e di Mercedes Trivella.[2] Dopo aver frequentato il Collegio Militare a Roma, entrò nella Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì nell'ottobre 1929 con il grado di sottotenente dell'arma di artiglieria.[2] Al termine del corso di applicazione, promosso tenente, fu assegnato all'8º Reggimento artiglieria campale e in seguito, dal 1936, alla Scuola di applicazione d'arma come insegnante.[2] Divenuto capitano dal l° gennaio 1940 e trasferito al lº Reggimento artiglieria d'armata, dal 10 giugno successivo prese parte alle operazioni di guerra sulla frontiera occidentale contro la Francia.[2] Ritornò poi alla Scuola di applicazione nel novembre dello stesso anno, lasciandola nel giugno 1941 per ritornare all'8º Reggimento artiglieria campale, con il quale partì un mese dopo per l'Unione Sovietica al seguito della 9ª Divisione fanteria "Pasubio", inquadrata nel CSIR.[2] Cadde in combattimento durante la seconda battaglia difensiva del Don il 16 dicembre 1942 e per il coraggio dimostrato fu decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
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Onorificenze
«Comandante di batteria di artiglieria, già impegnata in aspra battaglia difensiva, declinava l’offerta di un ufficio presso un comando superiore per rimanere fra i suoi artiglieri, con i quali combatteva strenuamente per sei giorni consecutivi a protezione del ripiegamento della fanteria. Assolveva a prezzo di gravi sacrifici il difficile compito finché attaccato di fronte e di fianco, cadeva ferito. Ciononostante accorreva nei punti più tormentati, rincuorando e trascinando tutti con l’esempio ed a due irruzioni del nemico sulla posizione della batteria rispondeva con rapidi contrattacchi alla baionetta, ricacciandoli. Colpito il puntatore di un pezzo lo sostituiva personalmente e riprendeva il fuoco celere. Esaurite le munizioni e stretto da forze preponderanti anziché arrendersi continuava a lottare per assolvere alla solenne consegna di salvare le fanterie e cadeva eroicamente con i suoi artiglieri, come eroicamente aveva combattuto con essi per circa due anni. Bello esempio di attaccamento al dovere e di fermezza adamantina, confermava col suo sacrificio la tradizione eroica della Artiglieria italiana. Fronte del Don (Russia), 9-16 dicembre 1942.[3]»
— Decreto Luogotenenziale 15 marzo 1945.[4]
— Decreto Luogotenenziale 15 marzo 1945.[4]
«Comandante di batteria, in una importante operazione svolta in appoggio a truppe tedesche, nonostante la violenta controbatteria nemica, assolveva il suo compito con valore e perizia svolgendo per più giorni una azione di fuoco tempestiva, precisa efficace. Successivamente, nel corso di uno scontro improvviso di forti nuclei nemici, schierava personalmente una sezione del reparto sulla linea dei fanti concorrendo con il tiro dei suoi pezzi ad una rapida e vittoriosa risoluzione del combattimento. Zaritschanka Petrikonka (fronte russo), 22-29 settembre 1941.[5]»
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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