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Makella
città della Sicilia antica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Makella (in latino Macella o Magella, in greco antico Μάκελλα) fu una città del nord-ovest della Sicilia citata da Polibio, abitata dagli Elimi o dai Sicani[1], conquistata dai consoli romani Gaio Duilio e Gneo Cornelio Scipione Asina al ritorno dall'assedio di Segesta nel 260 a.C. Secondo Diodoro Siculo, i Romani l'avevano già assediata senza successo. Nel 211 a.C. la città si rivoltò in favore dei Cartaginesi, quando Marcello abbandonò la Sicilia, ma venne sottomessa.
«τότε μὲν οὖν προσσχόντες τῇ Σικελίᾳ τήν τ᾽Αἰγεσταίων ἔλυσαν πολιορκίαν ἐσχάτως αὐτῶν ἤδη διακειμένων κατά τε τὴν ἐκ τῆς Αἰγέστης ἀναχώρησιν Μάκελλαν πόλιν κατὰ κράτος εἷλον.»
A detta di Cluverio, che nel 1629 la citò in alcuni suoi studi, la città sarebbe stata definitivamente distrutta nel II secolo a.C. insieme a Morgantina durante le guerre servili.
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Ubicazione
Sulla sua esatta ubicazione vi sono ipotesi contrastanti e corrisponderebbe
- alla moderna località di Macellaro, 20 km circa ad est di Segesta;
- all'acropoli di Monte Rossomanno, in territorio di Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, secondo lo storico seicentesco Cluverio;
- all'area archeologica denominata "Montagnola" nei pressi di Marineo (paese 20 km a sud di Palermo)[2]
- alla contrada San Matteo di Bivona, in provincia di Agrigento[3].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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