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Manduria
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Manduria (già Casalnuovo) è un comune italiano di 29 552 abitanti[1] della provincia di Taranto in Puglia.
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Geografia fisica
Riepilogo
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Territorio
La città è situata nel Salento settentrionale alle falde delle Murge tarantine a 79 m s.l.m., ma nel territorio è situato anche il monte Bagnolo, al confine col comune di Sava. Il territorio si estende inoltre su una fascia costiera lunga 18 km, tramite alcune frazioni. In esso scorre il fiume Chidro, uno dei più importanti fiumi del Salento, che oltre ad essere un sito di importanza comunitaria è compreso nella riserva naturale regionale orientata del Litorale Tarantino Orientale. Presso la frazione di Borraco scorre anche il fiume Borraco.

Clima
La città di Manduria sorge in una fertile piana che si estende ad est sino alla cittadina di Oria e ad ovest verso le basse colline del "Diavolo" che fungono da spartiacque tra il microclima costiero e quello più continentale dell'entroterra. Il "Monte dei Diavoli" ("Lu monti ti li tiàuli" in salentino settentrionale) è il più alto del territorio coi suoi 117 m dal livello del mare.
La temperatura media annua si attesta sui 16,5-16,7 °C. D'inverno non sono rari episodi di gelo notturno specie durante periodi anticiclonici, d'estate sovente il termometro può superare i 40° con picchi eccezionali di 43°-44° quando si verificano caldi e secchi venti settentrionali.
La piovosità media nel periodo 1961-1990 è stimata in 610 millimetri, la nevosità fra 3 e 4 centimetri annui.
Il 28 ottobre 2018, intorno alle ore 20:00, una tromba d’aria di grado compreso tra EF0 e EF1 si è abbattuta nel comune recando ingenti danni a case, chiese e auto, facendo volare alberi e creando parecchio disagio tra i cittadini.
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Origini del nome
Manduria si è denominata "Casalnuovo" dalla sua ricostruzione nell'XI secolo sino al 1789, quando fu ripreso il nome della città antica.[4]
Il toponimo è di origine messapica e vi si riconosce la radice indoeuropea mando- "cavallo". Va confrontato con il sanscrito mandurắ "recinto, stalla per cavalli" e non si può escludere un significato analogo per Manduria. Sicuramente l'allevamento dei cavalli era particolarmente diffuso nel Salento antico, dove era oggetto di venerazione Iuppiter Menzana (un Giove-padre cui erano sacrificati cavalli). A quest'ambito si può forse ricondurre il nome di un altro centro abitato salentino, Cavallino.[4]
Le prime attestazioni del toponimo si trovano in Tito Livio (Ab Urbe condita, XXVII, 15) e in Plinio il Vecchio (Naturalis historia, II, 26). Nella Tabula Peutingeriana è riportato come Manduris, mentre la forma greca è Μανδὐριοη.[4]
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Storia
Riepilogo
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Fondata dai Messapi,[senza fonte] porta ancora numerose testimonianze del suo antico passato, tra le quali le mura megalitiche, circondate dai resti del fossato che circondava la città, e la necropoli. Affrontò varie guerre con la vicina Taranto, durante una delle quali trovò la morte Archidamo III nel 338 a.C., re di Sparta, alleato dei Tarantini.[5]
Manduria intorno al 266 a.C. entrò a far parte dei domini di Roma assieme agli altri centri messapici del Salento, a seguito della presa di Brindisi. Durante la discesa di Annibale in Italia, Manduria si schierò tra le città ribelli a Roma e per questo la repressione fu molto dura: le fonti storiche riferiscono della deportazione di migliaia di uomini (Q. Fabius consul oppidum in Sallentinis Manduriam vi cepit. Ibi ad tria milia hominum capta et ceterae praedae aliquantum).[6]
Per Manduria passava la via Traiana Sallentina o via Sallentina, strada romana che iniziava dalla via Appia nei pressi di Taranto, giungeva a Manduria e si dirigeva ad Avetrana, Nardò, Alezio, Ugento per terminare ad Otranto. Era larga almeno 4 metri e lastricata. Sulla Tabula Peutingeriana oltre al tracciato si leggevano anche le distanze in miglia: «Taranto XX Manduris XXIX Neritum» (20 miglia tra Taranto e Manduria e 29 miglia tra Manduria e Nardò).
Distrutta nei secoli successivi dai Saraceni, venne rifondata nell'XI secolo con il nome di Casalnuovo, occupando solo parzialmente la vecchia città di Manduria ed espandendosi verso occidente, lasciando inedificata la zona orientale già destinata all'antica necropoli.
La cittadina di Casalnuovo in Terra d'Otranto fu infeudata alla famiglia Hugot (dal 1339), alla quale successero i De Tremblay (XV secolo) e quindi i De Raho, i Montefuscoli, i Dentice, i Castromediano, i Bonifacio, i Borromeo, i Chyurlia ed infine gli Imperiali di Francavilla, che la tennero sino alla fine del secolo XVIII.
Con decreto reale del 17 novembre 1789 Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie, le restituì il suo antico nome di Manduria. Il 14 febbraio 1895 Umberto I re d'Italia, concesse al comune di Manduria il titolo di città. Lo stesso anno il comune deliberava che una lapide murata sotto l'arco di Porta Napoli ricordasse le date memorabili della città.
Simboli
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 14 febbraio 1895.[7] La sua blasonatura araldica è la seguente:[8]
«D'argento, al fonte pliniano fondato sulla pianura erbosa, dal quale esce un mandorlo fiorito, il tutto al naturale; la pianta accostata dalle sigle F (ons) M (andurinus) in maiuscole di nero. Lo scudo sarà sormontato da corona formata di un cerchio di muro aperto di quattro porte e quattro finestre semicircolari, sostenente otto torri merlate, il tutto d'oro; le torri unite da muriccioli d’argento, ciascuno con una guardiola d'oro.»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 30 ottobre 1924,[7] è un drappo partito di bianco e di verde.
La bandiera è un drappo partito di bianco e di verde.
Onorificenze
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Monumenti e luoghi d'interesse
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Note
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