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Maserati Tipo 60
autovettura del 1959 prodotta dalla Maserati Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Tipo 60 è una autovettura da competizione costruita dalla Maserati dal 1959 al 1960.
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Il contesto generale
Riepilogo
Prospettiva
Era soprannominata "Birdcage" per via della peculiare struttura del telaio[1]. Questo era particolarmente rigido e ultraleggero, ed era composto da 200 tubi di piccolo diametro con conformazione a traliccio[1]. Richiamava dunque una gabbia di un uccellino ("Birdcage")[1]. La carrozzeria era in alluminio ed era forgiata a mano da Gentilini e Allegretti[1].
Il suo motore era basato su quello installato sulla 200S, con due carburatori Weber orizzontali a doppio corpo e lubrificazione forzata a carter secco con serbatoio laterale e pompe di mandata e recupero[1]. La testata fu modificata, e l'alesaggio fu aumentato a 93,8 mm, mentre la corsa, ridotta a 72 mm, era più corta per erogare più potenza ai regimi più elevati, più precisamente di 200 CV a 7800 giri al minuto[1]. La cilindara risultante era di 1989 cm³. Questo propulsore era installato a 45° al di sotto del cofano ribassato[1]. La frizione era a dischi multipli e il cambio era transaxle a cinque rapporti, in blocco col differenziale autobloccante ed era installato trasversalmente sul retrotreno[1]. Le sospensioni derivavano dalla 250F e dalla 300S[1]. Quelle anteriori erano formate da doppi triangoli e molle elicoidali, mentre su quelle posteriori da un ponte de Dion installato su montanti, e balestre trasversali[1]. Erano una novità per la Maserati i freni a disco con pinze Girling[1].
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Le competizioni
Progettata da Giulio Alfieri, la Tipo 60 era un modello sportivo destinato alle competizioni e ad estimatori privati[1].
Con un'ottima manovrabilità ed un buon rapporto peso/potenza la Birdcage vinse nettamente sui costruttori inglesi e la Porsche[1]. Con alla guida Stirling Moss colse la prima vittoria al suo debutto a Rouen, in Francia, il 12 luglio 1959 sconfiggendo facilmente due Lotus 15[1]. La Tipo 60 fu costruita per il seguito che aveva il campionato italiano, considerando anche le vendite del modello da strada 3500 GT[1]. Odoardo Govoni conquistò dal 1960 al 1962 tre campionati della montagna, mentre Mennato Boffa vinse il campionato italiano di velocità nel 1960 e Nino Todaro si aggiudicò i due titoli nel 1963[1].
Il primo modello della Tipo 60 costruito nel marzo del 1959 fu trasformato a novembre dello stesso anno in una Tipo 61 con motore da 2900 cm³ di cilindrata[1].
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Caratteristiche tecniche
Riepilogo
Prospettiva
L'accensione era doppia con spinterogeno di marca Magneti Marelli[1]. L'alimentazione era libera, cioè non sovralimentata, con due carburatori a doppio corpo 45 DCO3 di marca Weber[1]. La distribuzione era a due valvole per cilindro con doppio albero a camme in testa[1].
Il motore era in linea a quattro cilindri ed aveva una cilindrata di 1990,2 cm³[1]. L'alesaggio e la corsa erano rispettivamente di 93,8 e 72 mm[1]. Il rapporto di compressione era di 9,8:1[1]. La potenza erogata era di 200 CV a 7800 giri al minuto[1].
La lubrificazione era forzata con pompe di mandata e recupero[1], mentre il sistema di raffreddamento era a circolazione d’acqua con pompa centrifuga[1]. I freni erano a disco sulle ruote con comando idraulico[1]. Le sospensioni anteriori erano a molle elicoidali, mentre quelle posteriori erano con ponte de Dion e balestra trasversale[1]. Entrambe erano fornite di ammortizzatori telescopici Koni e barra stabilizzatrice[1]. Lo sterzo era a cremagliera[1]. La trasmissione era provvista di un cambio a cinque rapporti più la retromarcia, montato in blocco con il differenziale[1].
La carrozzeria era aperta biposto in alluminio[1]. Il telaio era tubolare a traliccio reticolato[1].
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