Timeline
Chat
Prospettiva

Metropolia di Amasea

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Metropolia di Amasea
Remove ads

La metropolia di Amasea (in greco: Μητρόπολης Ἀμασείας ; Mitrópolis Amaseias) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli.

Thumb
Antica fotografia della chiesa, oggi scomparsa, della Santissima Trinità di Samsun, l'antica Amisos, che fu cattedrale della metropolia di Amasea al momento della sua soppressione.
Thumb
Mappa delle sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli in Anatolia attorno al 1880.
Thumb
Germanos Karavangelis, ultimo metropolita greco-ortodosso di Amasea (1909-1922).
Remove ads

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Amasea, corrispondente alla città turca di Amasya, fu la sede metropolitana della provincia romana dell'Elenoponto nel patriarcato di Costantinopoli, attestata a partire dal III secolo.

Alcune tradizioni greche riconoscono l'antichità della comunità cristiana di Amasea, fondata in età apostolica dallo stesso san Pietro, che dopo aver predicato il vangelo avrebbe nominato il primo vescovo, Nicezio. Un'altra tradizione lega invece l'evangelizzazione della città all'apostolo sant'Andrea.

Il Martirologio Romano ricorda alcuni martiri di Amasea: san Teodoro (17 febbraio), le cui reliquie furono traslate a Eucaita, dove un santuario a lui dedicato fu meta di numerosi pellegrinaggi in epoca bizantina; i santi Cleonico e Eutropio (3 marzo), martiri durante la persecuzione dell'imperatore Massimiano; e san Basilio vescovo di Amasea (26 aprile), martire sotto l'imperatore Licinio.[1] Dagli atti del martirio di san Basilio e in base alla testimonianza di Eusebio di Cesarea, suo contemporaneo, si ricava che la città possedeva diverse chiese o edifici di culto, tra cui la basilica fatta costruire dal vescovo martire e nella quale fu sepolto. Di un'altra basilica, fatta costruire dall'imperatore Anastasio I, è stata ritrovata l'iscrizione dedicatoria.[2] Un documento della fine del VI secolo testimonia l'esistenza in città di almeno quattro monasteri. Tra questi, il più famoso è un monastero le cui origini risalgono alla prima metà del V secolo, fondato da Melezio, Uranio e Seleuco; Melezio e Seleuco furono vescovi di Amasea, mentre Uranio divenne vescovo di Ibora.[3]

Dopo il leggendario Nicezio, il primo vescovo storicamente documentato è Fedimo che attorno al 240 consacrò san Gregorio Taumaturgo vescovo di Neocesarea. Le fonti conciliari attestano la presenza di san Basilio al concilio di Ancira nel 314 e di Eutichiano al concilio di Nicea nel 325.

La sede è menzionata in tutte le Notitiae Episcopatuum del patriarcato dal VII secolo fino alla conquista ottomana di Costantinopoli nel XV secolo. Occupa generalmente la 12º posizione nell'ordine gerarchico delle sedi metropolitane del patriarcato, e le sono assegnate sei diocesi suffraganee: Amiso, Sinope, Ibora, Andrapa, Zaliche (o Leontopoli) e Zela. Alla provincia ecclesiastica apparteneva anche l'arcidiocesi autocefala di Eucaita, assunta al rango di sede metropolitana verso la fine del IX secolo.[4]

Alla fine del XIV secolo la città e il territorio di Amasea vennero conquistati dagli Ottomani. Da questo momento, la città perse d'importanza, anche a causa del diminuire progressivo del numero dei cristiani, che portò alla scomparsa delle diocesi suffraganee di Amasea; la sede dei metropoliti venne trasferita a Amisos, l'odierna Samsun, dove venne costruita la nuova cattedrale dedicata alla Santissima Trinità, ancora esistente agli inizi del XX secolo.[5]

Pur ridotta di numero la comunità cristiana sopravvisse fino al termine della prima guerra mondiale, come pure la sede metropolitana. Attorno al 1910 la metropolia, su una popolazione di poco maggiore ai 285.000 abitanti, comprendeva 36.700 greco-ortodossi (12,8%), 50.600 armeni (17,7%) e 198.000 mussulmani (69,5%).[6]

L'ultimo metropolita residente è stato Germanos Karavangelis, che il 7 giugno 1921 fu condannato a morte in contumacia dal governo turco e per questo dovette fuggire dalla Turchia.[7] La sede fu de facto soppressa, come tutte le altre diocesi greco-ortodosse della neonata Turchia, in seguito agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che impose obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia, per cui tutti i cristiani greco-ortodossi che abitavano l'Anatolia dovettero trasferiti in Grecia.

Il titolo di metropolita di Amasea è ancora assegnato dal patriarcato di Costantinopoli, ma è un semplice titolo vescovile non residenziale.

Remove ads

Cronotassi

Periodo romano e bizantino

Periodo ottomano e turco

Remove ads

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads