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Monumento ai caduti (Ancona)

monumento di Ancona, Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale di Ancona è stato progettato negli anni venti del Novecento dall'architetto Guido Cirilli in forma di tempio circolare; si trova in piazza IV Novembre, nel rione del Passetto; ad Ancona è chiamato semplicemente "il Monumento"[1], per antonomasia.

Dati rapidi Localizzazione, Stato ...

Il monumento segna l'arrivo del lungo asse stradale "da mare a mare", che dalle banchine del porto risale la vallata occupata dal centro della città, fino ad affacciarsi sulla costa alta e sulla spiaggia del Passetto. Una scenografica scalinata panoramica giunge dal monumento sino alla costa sottostante.

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Descrizione

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Mappa della zona in cui sorge il monumento, in cui le frecce arancioni evidenziano la sua funzione di snodo del percorso da mare a mare, funzione possibile grazie alla sua pianta circolare.

L'edificio

Il Monumento ai Caduti fu progettato negli anni venti, assieme alla scalinata che lo collega al mare, dall'architetto Guido Cirilli in forma di un tempio circolare (monoptero) caratterizzato da un ordine dorico elegantemente reinterpretato[1] e da un alto basamento. I templi monopteri sono costituiti da un semplice colonnato circolare e nell'antica Grecia si innalzavano soprattutto nei luoghi sede di santuari e di oracoli: la forma circolare richiama infatti l'idea di perfezione e di completezza necessaria nei luoghi di culto più significativi; ne sono esempi il tholos di Delfi e il Philippeion di Olimpia, in Grecia, il tempio di Vesta e il tempio di Ercole Vincitore, entrambi a Roma, e il Tempio di Vesta a Tivoli.

La scelta di realizzare il monumento in forma di monoptero non è certo causale: questa tipologia, oltre al suo valore altamente simbolico, permette anche di risolvere il problema urbanistico che si era evidenziato durante il concorso indetto per la realizzazione dell'edificio. Il problema era questo: il monumento doveva servire da punto di fuga dell'asse stradale "da mare a mare", lungo due chilometri, e dunque era necessario che fosse rivolto verso quest'arteria; nello stesso tempo, però, l'edificio è lo snodo del percorso che ruotando verso sinistra riconduceva al mare, e pertanto doveva avere anche una facciata rivolta verso l'Adriatico e un modo conveniente per raggiungere le sue rive[2].

Quasi tutti i cinquantuno progetti presentati per il concorso proponevano però edifici rivolti esclusivamente verso terra, con l'eccezione del monoptero di Cesare Bazzani, scartato dalla commissione del concorso, ma molto apprezzato dalla cittadinanza[3]. Cirilli riprese con varianti la forma circolare proposta da Bazzani, che non ha vedute preferenziali, a cui unì la scalinata che scende sulla riva del mare, risolvendo la problematica[4][2].

Il monumento, punto di fuga prospettico del viale della Vittoria, è realizzato interamente in pietra d'Istria ed ha otto colonne superiormente scanalate, sormontate da una trabeazione circolare, sul cui attico sono scolpiti fasci littori, testimonianza dell'epoca di costruzione, alternati a fregi floreali. È posto su un rialzo artificiale, che gli dona maggior slancio verticale. Sul rialzo si appoggia una scalinata circolare che lo circonda completamente, a cui si aggiunge, concentrica e più esterna rispetto alla prima, una seconda scalinata ad arco di cerchio, rivolta verso il Viale, affiancata da pendii a prato. Un ripiano ad acciottolato, con disegni geometrici, è posto tra le due scalinate e un secondo ripiano, sempre acciottolato ma senza disegni, si trova tra la scalinata più alta e l'edificio vero e proprio. Il basamento è circondato da un muro di cinta merlato, in cui i merli sono decorati con elmi e spade alternati, simboli rispettivamente di difesa e di attacco. Particolare è la presenza di due pilastri realizzati con capitelli eclettici sovrapposti, che segnano l'inizio della scala che conduce alla parte superiore, al cui centro sorge un'ara simbolica.

Un fenomeno tra il preoccupante e il ridicolo si è manifestato recentemente: alcuni giornalisti e anche alcune autorità, dimentichi del nome reale del monumento, hanno iniziato a chiamarlo "Passetto", scambiando l'edificio per il luogo in cui sorge. Ciò è dovuto ad un'errata interpretazione dell'espressione "monumento del Passetto", che significa "che si trova al Passetto" e non "che si chiama Passetto"[5].

Le iscrizioni

Nel fregio, sotto a bassorilievi floreali, sono riportati tre celebri versi di Giacomo Leopardi, tratti dal canto All'Italia, in cui il Poeta ricorda agli italiani del suo tempo l'esempio degli spartani caduti alle Termopili. Riportati nel monumento di Ancona, i versi assumono una sfumatura aggiuntiva, paragonando l'eroismo dei caduti italiani nella Prima guerra mondiale a quello dei soldati greci del V secolo a.C. che avevano combattuto contro un nemico tanto più potente di loro ed avevano infine ottenuto la vittoria, grazie anche ai tanti martiri. Tra l'altro, la poesia di Leopardi è stata composta nel 1818, ossia esattamente cento anni prima della conclusione vittoriosa della Grande Guerra.

«beatissimi voi, ch'offriste il petto alle nemiche lance per amor di costei ch'al sol vi diede»
 All'Italia, Canti, di Giacomo Leopardi; vv. 84-86

Sul basamento, un'iscrizione riporta invece il Bollettino della Vittoria, con cui il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia nella Prima guerra mondiale. Sotto al bollettino è scolpita la dedica:

«mcmxv - ancona ai suoi caduti - mcmxviii»

La scalinata

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Il Monumento ai Caduti e la sua scalinata visti dal mare

Dal monumento parte una scalinata che scende verso il mare, progettata da Guido Cirilli come necessario completamento dell'edificio, per mettere in risalto il suo ruolo di termine della passeggiata "da mare a mare", permettendo a chi la percorre di ricongiungersi all'acqua.

È realizzata con tipologie di pietra caratterizzate da un colore bianco meno brillante rispetto alla pietra d'Istria con cui è stato realizzato il tempio, che dunque spicca anche cromaticamente. Una prima rampa arriva ad una terrazza panoramica, da cui è possibile osservare l'alba sul mare e che è utilizzata per concerti pubblici. Da questa terrazza scendono due scale simmetriche che percorrono un'ampia curva e poi si riuniscono in una seconda terrazza panoramica, collegata alla rotonda sul mare sottostante attraverso due rampe, anch'esse simmetriche.

I lavori di costruzione vennero interrotti a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale e furono ripresi solo nel dopoguerra, seguendo un progetto che ha apportato alcune semplificazioni rispetto a quello iniziale.

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Passetto: il Monumento ai Caduti al tramonto
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Ara situata al centro del Monumento ai Caduti

Diffusa è la credenza che, vista dal mare, l'intera struttura, comprese la scalinata, sembri un'aquila in volo, con le rampe che simboleggiano le ali aperte, ed il monumento che fa da testa coronata. Se questa è l'impressione che si può avere, sicuramente l'effetto non era stato previsto dall'architetto Cirilli quando progettò il monumento[6].

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Storia

Riepilogo
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Antefatti

Già l'11 novembre 1918, a pochi giorni dalla fine della guerra, il consiglio comunale aveva deliberato di erigere un monumento per ricordarne i caduti. Nel 1921, i caduti anconetani nel corso della Prima guerra mondiale furono ricordati con una lapide monumentale posta nel 1921 lungo lo scalone d'onore del Palazzo degli Anziani, in cui sono elencati tutti i loro nomi. La lapide è opera dello scultore Mentore Maltoni[7]. I cittadini, però, avevano il desiderio di erigere un monumento vero e proprio dedicato ai caduti della Grande Guerra, tanto che i fondi necessari per realizzare l'opera furono offerti attraverso un contributo volontario addizionale delle tasse[8].

Il concorso

Il chiaro intendimento della cittadinanza portò il Comune ad indire un concorso, bandito nel 1923[8]. Si decise di usare lo strumento del concorso pubblico perché questa modalità era ritenuta, già a partire dall'Unità d'Italia, la più democratica e quella maggiormente in grado di garantire il consenso dell'opinione pubblica[8][9]. Nel bando di concorso si legge[10]:

«...Celebrazione del sacrificio e ricordo del martirio [...] questo in sintesi il motivo ideale dal quale dovrà essere guidata l'ispirazione creativa del Monumento, che sarà in vista di tutte le navi che faranno rotta lungo l'Adriatico»

Fu deciso quindi lo strumento del concorso, ma senza prevedere la partecipazione del pubblico alla selezione dei progetti, per evitare polemiche; ciò, come si vedrà, portò invece a una vera e propria rivolta contro le decisioni "irrevocabili" della commissione esaminatrice. Nel marzo dello stesso anno, il Principe di Piemonte, Umberto II, erede al trono, partecipò alla cerimonia per la posa della prima pietra[11]. In essa fu inserita una pergamena commemorativa realizzata e donata dall'architetto urbinate Giuseppe Andreoli, recante la seguente iscrizione:

«Dal sangue degli eroi sorsero nei secoli le opere che più altamente affermano la nobiltà dello spirito umano. Dal sangue purissimo e generoso dei figli che prima d'ogni altra città Ancona diede alla grande guerra redentrice, sorga perenne il monumento che sta a simbolo d'amore agli Italiani - Fiero ed austero ammonimento agli stranieri. 11 marzo 1925»

Nel testo, l'espressione "prima d'ogni altra città" fa riferimento al bombardamento navale del 24 maggio 1915, che Ancona subì nello stesso giorno in cui scoppiò la guerra, quando gran parte della popolazione non era ancora consapevole dell'inizio del conflitto.

La cittadinanza non accetta le scelte della commissione

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Vista invernale dal Viale della Vittoria.
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Vista da sud
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Il cielo incorniciato dal coronamento
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Le iscrizioni del Bollettino della Vittoria e la dedica
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Vista sul mare dall'ara

Nel 1925, la commissione[12] scelse due progetti come meritevoli di passare alla seconda fase del concorso, tra i cinquantuno presentati[13]; la cittadinanza poté allora vedere i bozzetti dei due progetti selezionati; si sollevò allora un coro di veementi proteste contro le decisioni della giuria, testimoniato ancor oggi dagli articoli d'epoca dei giornali locali.

Non furono solo i cittadini, ma anche le associazioni artistiche e culturali della città, prime fra tutte la "Brigata amici dell'arte" e l'"Acccolta dei Trenta", ad esprimere il loro dissenso nei confronti delle scelte della commissione esaminatrice. Fu invece apprezzato un progetto che prevedeva l'erezione di un monumento a pianta circolare: quello di Cesare Bazzani, per molti versi simile a quello poi realizzato[4]. Anche il progetto di Vittorio Morelli, un'esedra colonnata con statua centrale rappresentante la Fede, ebbe apprezzamenti.

Il progetto di Cirilli

Le istituzioni non replicarono alle proteste, anzi le accolsero, annullando il concorso, che non ebbe mai una seconda fase. Nel 1927, il Comune, consapevole della volontà pubblica di affrettare la realizzazione del monumento, già finanziato con fondi volontari, affidò l'incarico direttamente a Guido Cirilli, con il compito di riordinare e riutilizzare alcune proposte dei progetti più apprezzati dalla cittadinanza, come l'idea di Bazzani del tempio rotondo e quella di di Arturo Dazzi e di altri concorrenti di innalzarlo su scalinate[8]. Rispetto al monoptero progettato di Bazzani, quello di Cirilli è più slanciato, ha otto colonne al posto delle sedici previste, ha un basamento molto alto, assente nell'altro progetto, e si innalza su un'altura artificiale, resa anche più evidente grazie alle due serie di scale circolari che circondano l'opera.

Il Monumento fu inaugurato nel 1930[14]. Una seconda, più solenne inaugurazione ci fu il 3 novembre 1932, in occasione del "Decennale della Rivoluzione Fascista"; tagliò il nastro Mussolini in persona, in visita ad Ancona per celebrare l'anniversario[15]. Insieme al monumento, Mussolini inaugurò anche il Palazzo del Littorio (oggi Palazzo del Popolo) e il Palazzo delle Poste, anch'esso opera di Cirilli, per mostrare l'efficienza del regime nel realizzare opere pubbliche[16].

Si era così completato il nuovo asse di sviluppo della città, dalle banchine del porto alla costa alta del Passetto ("da mare a mare"), che attraversa tutto il promontorio su cui sorge Ancona e sul quale si sarebbe imperniato il reticolo stradale del nuovo Rione Adriatico, la cui edificazione si completò negli anni sessanta del Novecento. Quest'asse, perpendicolare al porto, si affiancò a quello parallelo alla curvatura delle banchine portuali, che per secoli dettò gli ampliamenti dell'area urbana e che era ormai tutto edificato. La prima opera che segnò questa nuova direzione di sviluppo fu l'apertura nell'antico tessuto urbano dell'attuale Corso Garibaldi, in periodo post'unitario; l'opera che portò a compimento l'asse è proprio il Monumento ai Caduti e la sua scalinata. Guido Cirilli fu certo un protagonista di quest'arteria stradale, avendo progettato tutti i suoi snodi fondamentali: nel 1911/12 il completamento di Piazza Cavour (poi realizzato con delle varianti nel 1913), nel 1913/36 il palazzo della Banca d'Italia, affacciato sul porto (poi distrutto nel corso dei bombardamenti del 1943), nel 1926 il Palazzo delle Poste Centrali e nel 1927/30, appunto, il Monumento ai Caduti e la sua scalinata a mare[17][6].

Eventi successivi alla Seconda guerra mondiale

Nel 1949 fu inaugurato il ristorante "Passetto", affacciato sulla piazza del monumento; esso divenne presto uno dei simboli della zona e rimase attivo sino al 2010[18]. Negli stessi anni del secondo dopoguerra, nel 1955, venne stilato un "piano di fabbricazione", che prevedeva che l'area retrostante il monumento fosse sistemata ad aiole[19], che furono realizzate dapprima in modo molto semplice e che in seguito furono disegnate in base ai concetti del giardino all'italiana, ombreggiate da pini domestici e cipressi di Monterey (rimane solo un albero superstite) e abbellite da un succedersi di fioriture di piante annuali[20].

Nel 1967 i membri del gruppo musicale I Nomadi scelsero la scalinata del monumento per ambientare il video in cui cantano il noto brano di Francesco Guccini: Noi non ci saremo, ancora disponibile in rete.

Negli anni novanta del Novecento, in occasione del restauro del Viale della Vittoria, questa passeggiata è stata collegata dignitosamente al monumento, esaltando il suo ruolo di punto di fuga prospettico del Viale, attraverso l'eliminazione del parcheggio che li separava e la realizzazione di un attraversamento pedonale in acciotolato, ispirato ai ripiani progettati da Cirilli intorno all'edificio[21].

Nel maggio del 2016, un mezzo cingolato diretto alla spiaggia del Passetto per effettuare lavori di ripascimento, transitando lungo la scalinata, ha provocato gravi danni a venticinque gradini, segnalati ai carabinieri da privati cittadini. Ciò ha dato origine a varie polemiche dirette contro l'amministrazione comunale, accusata di aver autorizzato il transito di un pesante mezzo meccanico su una scalinata storica. Ancor più grave è stato il fatto che i pezzi di pietra staccati sono spariti subito dopo l'incidente, rendendo così necessario sostituire completamente i gradini danneggiati. Inoltre, nel momento del restauro, per costruire i nuovi gradini per errore è stata utilizzata pietra d'Istria al posto di quella originaria, dal colore meno brillante; il luogo dell'incidente è rimasto così segnalato dal colore bianco puro della pietra usata erroneamente nel restauro[22].

Nel 2017 si sono manifestati segni di dissesto nelle scalinate circolari che circondano il monumento, rendendo necessari lavori di rinforzo e di restauro sia dei gradini, sia dei ripiani in acciottolato[23].

Nel 2025 si sono completati i lavori di restauro della scalinata, in occasione dei quali è stato installato un nuovo impianto di illuminazione dotato di tecnologie d'avanguardia. Durante la serata d'inaugurazione si è tenuto un concerto e uno spettacolo luminoso[24].

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Manifestazioni

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Folla che assiste alla partenza della Regata del Conero dalla terrazza panoramica della scalinata

Attorno al monumento la città celebra le più importanti ricorrenze nazionali, e in particolare il 4 novembre, Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate e anniversario della vittoria nella Prima guerra mondiale, dato che il monumento è dedicato ai caduti di questa guerra.

Altre cerimonie celebrative che avvvengono attorno al monumento sono la Festa della Repubblica (2 giugno) e la Festa della Liberazione (25 aprile); quest'ultima termina poi di fronte all'imponente Monumento alla Resistenza situato al Pincio.

Nella pineta che affianca il Monumento si trovano giochi per ragazzi e un ascensore che porta alla sottostante spiaggia del Passetto; nelle immediate vicinanze si trova un capolinea della linea filoviaria. La pineta è a volte anche una delle sedi dei mercatini che si tengono durante la tradizionale fiera di maggio, allestita in occasione della festa del patrono San Ciriaco.

Il monumento ai Caduti è punto di riferimento e di incontro per molti cittadini, che nelle belle giornate amano sedersi sulle scalinate attorno ad esso per ammirare il mare Adriatico[25].

Nel mese di luglio la scalinata è l'affollato punto di osservazione della manifestazione sportiva "Miglio del Passetto", nata negli anni settanta del Novecento grazie a Luigi Stefanelli, fondatore e presidente per tanti anni della Società Sportiva Garibaldina, dapprima consistente nella traversata del porto e trasferita nel 1984 nelle acque del Passetto[26].

Nel mese di settembre dal Monumento ai Caduti e dalla sottostante scalinata del Passetto è possibile assistere alla partenza della "Regata del Conero", manifestazione che dal 1999 richiama sempre numerosi amanti della vela[27].

Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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