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Mugnone

torrente italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Mugnone è un torrente toscano, tributario di destra dell'Arno.

Disambiguazione – Se stai cercando il poeta trecentesco, vedi Pietro dei Faitinelli.
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Percorso

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Nasce presso Vetta alle Croci[1], tra le colline a nord di Firenze, nei pressi della località Olmo in comune di Fiesole, del quale attraversa le frazioni di Caldine e Pian di Mugnone. Bagna poi la periferia nord fiorentina, entrando in città al Ponte alla Badia, attraversa il rione de Le Cure, lambisce la Fortezza da Basso, si unisce con il torrente Terzolle e si getta nell'Arno subito a monte del viadotto dell'Indiano, dopo aver costeggiato il parco fiorentino delle Cascine. La sua lunghezza è di 17,5 km[1] Non di rado , in Estate , molte parti del suo letto appaiono in secca totale all'osservatore , quando probabilmente si inoltra anche sotto la sua ghiaia . Ha quindi un regime spiccatamente torrentizio, con piene insidiose in autunno. In condizioni meteorologiche particolari di forte piovosità si è assistito all'esondazione del torrente con gravi danni alle abitazioni ed alle attività commerciali circostanti. L'ultimo di questi eventi, verificatosi nel 1992, ha indotto il comune di Firenze ad una maggiore cura delle rive del corso d'acqua, affidata al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno.

In origine il Mugnone sfociava nell'Arno non lontano dall'attuale Ponte Vecchio[2] e la confluenza tra i due fiumi, assieme alle possibilità di guado, era stata una delle probabili cause della scelta del sito per l'edificazione della città romana.

Nel Medioevo il fiume fu deviato nei fossati prospicienti alle mura della terza cerchia. Porta San Gallo e Porta a Faenza (ora inglobata nella fortezza da Basso) erano munite all'esterno di un ponte per scavalcarne la corrente.

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Storia

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Odoardo Borrani: Renaioli nel Mugnone (1880)

Nelle ghiaie del Mugnone fuori dalla Porta a San Gallo a Firenze, Giovanni Boccaccio ambientò la ricerca dell'elitropia (Decameron VIII, 3: "Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia, ed egli turbato la batte, e a' suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui"[3]). Per tale motivo in tale zona di Firenze, oggi rione de Le Cure, il lungomugnone in riva sinistra prende il nome di via Giovanni Boccaccio, nella quale confluiscono anche via del Calandrino e via Buffalmacco.

Le acque del torrente, anche in questo primo tratto urbano, risultano limpide e ricche di fauna ittica, popolate da nutrie e da un sempre maggior numero di uccelli stanziali e migratori, come garzette, martin pescatori, germani reali, nitticore, aironi bianchi, aironi cenerini, ballerina bianca[4].

Nel corso dei secoli, il letto del Mugnone ha subito ben cinque deviazioni[5] di percorso nel tratto a valle dell'odierna Piazza delle Cure, spostando l'immissione nel fiume Arno sempre più ad ovest, quindi a valle, rispetto all'originaria confluenza che si trovava nei pressi dell'attuale Piazza dei Giudici, man mano che la città si espandeva e veniva dotata di una cinta muraria difensiva maggiore della precedente:

I deviazione: 39 a.C., confluenza in Arno nei pressi dell'attuale Ponte a Santa Trìnita.

II deviazione: 1175 d.C., confluenza in Arno nei pressi dell'attuale Ponte alla Carraia.

III deviazione: 1330 d.C., confluenza in Arno nei pressi dell'attuale Ponte alla Vittoria, alimentando i fossati difensivi dell'ultima cinta muraria.

IV deviazione: 1553 d.C., confluenza in Arno nei pressi dell'attuale Ponte dell'Isolotto, nel Parco delle Cascine, dopo aver intercettato il Torrente Terzolle, per consentire l'edificazione della Fortezza di San Giovanni Battista, detta Fortezza da Basso.

V deviazione: 1700 d.C., confluenza in Arno nei pressi dell'attuale Ponte all'Indiano, all'estremità occidentale del Parco delle Cascine; tale località è detta L'Indiano a causa del monumento funebre al giovane maharajà indiano Rajaram Chuttraputti, in visita a Firenze, dove morì per un improvviso malore nel 1865, edificato nel luogo ove, secondo la tradizione induista, il suo corpo fu cremato alla confluenza tra due fiumi, in questo caso l'Arno ed il Mugnone.

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Note

Voci correlate

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