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Museo tattile Anteros

Museo di pittura per ciechi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Museo tattile di pittura antica e moderna Anteros è un museo tattile che ha sede nel palazzo dell'Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, a Bologna. Prende il nome da Anteros, la divinità greca dell'amore corrisposto.

Fatti in breve Ubicazione, Stato ...

Principale obiettivo del museo è educare all'uso integrato dei sensi residui, in presenza di deficit visivo, per un rafforzamento delle facoltà percettive, cognitive e intellettuali delle persone disabili della vista, ma anche educare la sensibilità delle persone normovedenti.[1]

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Storia

Il museo è stato fondato nel 1999 ed è il risultato di un progetto di ricerca applicata avviato nel 1995 presso l'Associazione Scuola di Scultura Applicata, in collaborazione con la cattedra di ottica fisiopatologica dell'Ospedale Sant'Orsola, l'Unione Italiana Ciechi (UICI) e l'Istituto dei ciechi "Francesco Cavazza" di Bologna.[1]

La collezione

La collezione museale è costituita da traduzioni tridimensionali di capolavori pittorici rappresentativi delle età comprese tra classicità e contemporaneità, progettate e realizzate da un'équipe composta da esperti in teoria dell'arte, psicologia della percezione tattile e ottica, storia e pedagogia dell'arte, tiflologia e scultura applicata. Attualmente comprende circa sessanta esemplari, tra riproduzioni tridimensionali in bassorilievo di celebri dipinti, rilievi tecnici, copie di rilievi rinascimentali, tavole propedeutiche al concetto di stile storico e tavole funzionali alla comprensione della prospettiva e delle categorie della rappresentazione.[2]

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Il metodo

La metodologia operativa del museo “Anteros” si fonda sull'idea per cui, anche per le persone con minorazione visiva, la comprensione del linguaggio pittorico deve avvenire attraverso la comprensione della forma, della composizione e dello spazio prospettico. Il museo, pertanto, offre una didattica storico-artistica, elaborata appositamente per rendere comprensibili a livello concettuale e condivisibili le strutture di rappresentazione della realtà, organica quindi ad una migliore integrazione scolastica, sociale e professionale di non vedenti e ipovedenti, indipendentemente da età, formazione e condizione di minorazione.[3] Le logiche espositive e le attività pedagogiche sono articolate in funzione di un potenziamento delle facoltà immaginative e conoscitive della mente, processo che esige una corretta integrazione dei sensi residui e, in particolare, l'affinamento di una tattilità autonoma ai fini di una costruzione consapevole del pensiero visivo da parte della persona minorata della vista.

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Particolari dei sottosquadri del bassorilievo prospettico raffigurante il ritratto del Duca Federico da Montefeltro di Piero della Francesca.

La lettura tattile sul “bassorilievo prospettico”

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Lo stesso argomento in dettaglio: Bassorilievo prospettico.
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Rifinitura del prototipo in argilla, realizzato artigianalmente, della Nascita di Venere, opera di Sandro Botticelli.

In tal senso, strumento pedagogico fondamentale è il cosiddetto bassorilievo prospettico, che consiste in una traduzione tridimensionale di un dipinto opportunamente selezionato e inserito entro un percorso cronologico diacronico, iconografico e stilistico esemplare: con l'ausilio di tavole didattiche illustrative, evidenzia la trasformazione dei modi della rappresentazione nell'arte occidentale.

Le letture di rappresentazioni pittoriche tradotte in bassorilievo, sono precedute e accompagnate da esercizi corporei, azioni preliminari di natura cinestesica (acquisizione di posture in relazione allo spazio e ad altri soggetti), propriocettiva (presa di coscienza dello schema corporeo, contrazioni e distensioni muscolari, mobilità) e aptica (risposta della superficie corporea ai diversi tipi di sollecitazione tattile) funzionali a predisporre il lettore all'esplorazione degli oggetti reali ma anche alla conoscenza della loro rappresentazione.[4]

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La conversione didattica del metodo tripartito panofskiano

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Una delle peculiarità tiflodidattiche del Museo “Anteros” risiede nell'applicazione sperimentale, nel campo della pedagogia speciale delle arti per le persone con minorazione visiva, del metodo tripartito di analisi (preiconografica, iconografica, iconologica) dell'immagine elaborato dallo storico dell'arte Erwin Panofsky.[5] In sede di esplorazione tattile del bassorilievo prospettico, il visitatore (con o senza minorazione visiva) viene guidato nella conoscenza delle forme seguendo progressivamente i tre livelli analitici panofskiani. Pertanto, dopo aver letto le strutture geometriche nascoste e gli schemi interni della composizione (lettura preiconografica), riconosciuto i contenuti convenzionali dell'immagine (analisi iconografica) ed esplorato il senso dell'opera d'arte (interpretazione iconologica), il lettore, dapprima guidato da un operatore museale e poi in modo autonomo, costruisce gradualmente l'esperienza estetica avvalendosi delle sue potenzialità percettive quanto del suo pregresso culturale.[6]

Ad ogni modo, nonostante l'esigenza di comunicare modelli di lettura strutturati, in questa fase le persone con disabilità visive sono incoraggiate ad apprendere possibilità percettive, esplorando le opere con tecniche di lettura tattile che, una volta acquisite, in funzione di una personale economia tattile e cognitiva, possono essere autonomamente rivisitate e implementate attraverso soluzioni individuali.

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Il laboratorio di modellazione

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L'impostazione pedagogica del Museo “Anteros” prevede che i processi cognitivi siano verificati mediante l'esame del grado di autonomia espresso durante la lettura tattile autonoma e la simulazione di guida di un'altra persona, nonché, infine, attraverso la restituzione dell'immagine che viene svolta presso il laboratorio di modellazione.[7] Tali verifiche, dunque, servono a cogliere i diversi gradi di percezione e conservazione mnemonica delle immagini e concorrono al perfezionamento degli strumenti di percezione, cognizione, interpretazione delle forme e reificazione dei concetti. Nello specifico, dopo una prima verifica che avviene durante le lezioni individuali e collettive di Storia dell'arte[8] e percezione ottico-tattile delle riproduzioni plastiche dei dipinti, si approda al laboratorio di modellazione dove, plasmando la creta, gli allievi non vedenti congeniti, acquisiti e ipovedenti, hanno la possibilità di realizzare una copia dei rilievi precedentemente studiati e letti al tatto.[9] Pertanto, se il valore estetico di questi manufatti è variabile e ancillare rispetto alla funzione cognitiva, allo scopo di comprendere se e come sia stata interiorizzata una visione di insieme delle parti che compongono l'opera, fondamentale è piuttosto valutare le competenze espressive dell'allievo nelle diverse fasi della modellazione e la restituzione che questi offre di posture e proporzioni quanto degli elementi formali e contenutistici. A partire dall'analisi particolare dell'opera, quindi, anche l'esperienza aptica laboratoriale intende operare su più ampie dinamiche cognitive e percettive, rafforzando i meccanismi di appropriazione mnestica, ricostruzione compositiva e di assimilazione dei concetti spaziali e temporali, dall'anatomia dei corpi alla morfologia degli oggetti attraverso la graduale comprensione del cosiddetto “sentimento della forma”.[10]

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Collaborazioni nazionali e internazionali

Riepilogo
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Per la specificità metodologica che lo contraddistingue, il Museo Tattile “Anteros” fornisce consulenza scientifica nel campo dell'educazione estetica e della pedagogia speciale per le persone con minorazione visiva. Su questi temi, sono costanti i contributi presentati in convegni e seminari nazionali e internazionali, nonché le collaborazioni con istituzioni universitarie, accademiche e scolastiche, organi ministeriali del Ministero della Cultura, centri di studio e ricerca tra i quali il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, enti pubblici e privati di formazione e promozione culturale. Fondamentale, sul piano operativo, è la collaborazione attiva con il Museo tattile statale Omero di Ancona e con alcune delle principali istituzioni museali d'arte italiane e straniere, tra cui la National Gallery of Art di Washington, per la progettazione di un percorso di fruizione tattile interno al museo statunitense, e i Musei Vaticani, per la realizzazione, presso la Pinacoteca Vaticana, della traduzione tridimensionale della Trasfigurazione di Raffaello e di un ritratto virile della serie del Fayyum. Per il contributo alla ricerca nel campo delle scienze cognitive, degne di nota sono, tra le altre, le collaborazioni internazionali avviate con autorevoli studiosi della materia, tra cui il prof. Derrick de Kerckhove e il prof. John Kennedy (entrambi dell'Università di Toronto), e istituti di ricerca come il National Institute of Special Education di Yokosuka, grazie al quale è stato possibile inaugurare, nel 2013, un progetto di filiazione del Museo tattile Anteros nella città di Tokyo.

Segue un elenco completo, in ordine cronologico aggiornato al 2015, dei bassorilievi prospettici realizzati dal Museo tattile Anteros dell'Istituto Cavazza di Bologna, per conto di istituzioni museali per una fruizione accessibile in loco del patrimonio culturale pittorico.

2006

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Bassorilievo prospettico raffigurante il Cenacolo di Leonardo da Vinci

2008

2009

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Bassorilievo prospettico raffigurante la Nascita di Venere di Sandro Botticelli.

2010

2011

2012

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Bassorilievo prospettico raffigurante Atalanta e Ippomene di Guido Reni

2015

  • 2015 Atalanta e Ippomene di Guido Reni - (in collaborazione con Fondazione CittàItalia)
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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