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Naucide
scultore greco antico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Naucide (in greco Ναυκύδης; V secolo a.C. – IV secolo a.C.) è stato uno scultore greco antico, attivo tra il 420 e il 390 a.C. circa (Plinio il Vecchio, Nat. hist., XXXIV, 50) e appartenente alla scuola policletea di prima generazione.

Biografia
Pausania il Periegeta lo definisce figlio di Motone e fratello di Policleto[1] (II, 22, 7), del quale fu anche maestro (VI, 6, 2). Suo allievo fu anche Alipo (Paus., VI, 1, 3). Numerose sono le opere assegnategli dalle fonti e tra queste Plinio ricorda un Hermes, un discoforo e un sacrificatore di ariete (Nat. hist., XXXIV, 80); si ricordano ancora una Ebe per l'Heraion di Argo in tecnica crisoelefantina (Paus., II, 17, 5), una Ecate bronzea presso il tempio di Ilizia ad Argo e due statue del lottatore Cheimon, queste ultime opere databili all'ultimo venticinquennio del V secolo a.C. (Paus., VI, 9, 3).
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Il discoforo
Riepilogo
Prospettiva

L'identificazione del discoforo marmoreo dei Musei Vaticani (Sala della Biga 2349, restaurato con testa non pertinente) con l'opera bronzea attribuita dalle fonti letterarie antiche a Naucide, datata ai primi anni del IV secolo a.C., risale a Ennio Quirino Visconti. La tipologia è conosciuta attraverso altre copie; la copia dei Musei Capitolini (Centrale Montemartini, Sala Macchine S 1865), pur priva degli arti, potrebbe aver conservato la freschezza dell'originale nel trattamento del volto e dei capelli. Numerosi sono i dettagli policletei, sia nella struttura del corpo, con l'accentuazione di alcuni muscoli, sia nella modellazione e nella posa dell'atleta, derivate dal periodo tardo di Policleto, caratterizzato da maggiore fluidità nel passaggio tra i piani e da una maggiore staticità.[2]
Il giovane sembra rappresentato nel momento di concentrazione che precede l'azione; la figura, non più interessata al contrapposto, è posizionata sulla diagonale, quasi invitando l'osservatore ad un percorso ad arco intorno ad essa per affermarne la tridimensionalità e la presenza nello spazio, superando in tal modo la frontalità e l'idealizzazione del V secolo a.C.[3]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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