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Paul Mantz

collezionista d'arte, storico dell'arte, giornalista, critico d'arte francese (1821-1895) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Paul Mantz
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Paul Mantz (Bordeaux, 28 aprile 1821Parigi, gennaio 1895) è stato un critico d'arte, storico dell'arte e funzionario francese.

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Ritratto di Paul Mantz tratto da un necrologio a opera del suo collega critico François Thiébault-Sisson pubblicato a fine 1895 sulla rivista Le Magasin pittoresque.

Biografia

Riepilogo
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Paul Mantz nacque a Bordeaux il 28 aprile 1821; durante la sua adolescenza si formò tramite le letture di Victor Hugo e Théophile Gautier[1].

Nel 1839 Mantz si trasferisce a Parigi per studiare diritto; nella capitale francese comincia a frequentare alcuni salotti letterari entrando in contatto con la rivista L'artiste per quale comincerà a scrivere degli articoli dal 1844 di critica letteraria. Grazie a questa attività critica Mantz entra in contatto con numerosi scrittori suoi contemporanei[1].

Parallelamente all'attività di critica letteraria Mantz comincia a dedicarsi anche a quella artistica, la sua produzione giornalistica di questo periodo risulta ascrivibile allo stile del romanticismo; durante questa esperienza Mantz si convince di poter fare del giornalismo la propria professione, collaborando con un gruppo di letterati di idee a lui affini di cui facevano parte anche Théophile Thoré, Charles Blanc e Philippe de Chennevières[1].

Durante la Seconda Repubblica Charles Blanc entra a fare parte del governo provvisorio destinando un trattamento di favore ai suoi amici tra cui Mantz, che viene assunto come collaboratore del ministero dell'interno[1].

Nel 1848 Paul Mantz comincia a collaborare con la rivista L’Événement e tra il 1849 e il 1852 diventa caporedattore de L'Artiste. In questo periodo si esprime con molto favore verso i giovani pittori francesi, affermandosi nel corso degli anni tra i più autorevoli critici d'arte della nazione[1].

A partire dagli anni Cinquanta dell'Ottocento, coinvolto nella fondazione degli Archives de l'art français partecipa alla pubblicazione di una vasta documentazione archivistica relativa a memorie di accademici e artisti; in questo periodo Mantz è animato da uno spirito patriottico e positivista e lo studio e la pubblicazione dei documenti d'archivio hanno l'obiettivo di dimostrare la ricchezza della produzione artistica francese. Proprio questo lavoro porterà Mantz a essere sempre più uno storico dell'arte e non solo un critico[1].

Tra il 1859 e il 1878 pubblica diversi scritti e monografie a proposito della storia dell'arte dedicandosi soprattutto al Rinascimento italiano, a studi su collezioni private e a retrospettive su esposizioni[1].

Nel 1878, all'apice della sua carriera, fa parte della commissione dell'esposizione universale di Parigi e l'anno successivo viene ritratto da Louise Abbéma in un album celebrativo delle maggiori personalità dell'epoca. Nel 1881 riceve la Legion d'onore e nel 1882 diventa diretto generale delle Belle Arti, ruolo da cui si dimette l'anno prossimo mantenendone il titolo onorifico[1].

Nel frattempo continua la sua produzione letteraria pubblicando varie monografie tra cui una su Hans Holbein il Giovane, una su François Boucher, François Lemoyne e Charles-Joseph Natoire e disparati articoli su artisti francesi e internazionali[1].

Muore a parigi nel gennaio del 1895[2][3][4][5].

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Onorificenze

Note

Collegamenti esterni

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