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Pinguicula vulgaris

specie di pianta della famiglia Lentibulariaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Pinguicula vulgaris
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Pinguicula vulgaris L., 1753 è una pianta carnivora perenne appartenente alla famiglia Lentibulariaceae.[2]

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Descrizione

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Fiore

Raggiunge l'altezza di 3-16 cm. Foglie da ovate a oblunghe.

Fiori

Il fiore è di colore porpora o bianco, è grande 15 mm o più ed ha la forma di un imbuto.

Radici

Le radici sono corte, poche e non ramificate. Sono presenti dalle cinque o sei radice per pianta ed hanno una lunghezza media di 30 mm, le piante più giovani ne hanno un numero maggiore (dalle otto elle diciotto), sono poco più corte e pochissimo ramificate.

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Biologia

Le foglie di Pinguicula sono dotate di ghiandole secernenti una sostanza vischiosa[3]. Quando un insetto vi si posa, questa lo trattiene, ed enzimi lo digeriscono. Come altre piante che si nutrono di insetti, P. vulgaris estrae sali minerali, specialmente nitrati e fosfati, dalle prede.

Essendo nativa di regioni con inverni rigidi, va in ibernazione producendo degli ibernacoli, delle gemme resistenti al freddo.[senza fonte]

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Distribuzione e habitat

È diffusa nella fascia temperata dell'emisfero settentrionale, dall'Europa alla Russia, negli USA e in Canada.[1]

In Italia era presente, fino a tempi relativamente recenti, in alcune aree pedemontane e di alta pianura della Val Padana, del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, ma è scomparsa quasi ovunque in seguito alla progressiva distruzione dell'habitat (bonifiche, captazione di sorgenti e falde), risulta ancora abbastanza diffusa, ad altitudini montane e subalpine, lungo le Alpi (dal Friuli alla Liguria), nelle valli Orco e Soana del Parco Nazionale Gran Paradiso, e assai più sporadica nell'Appennino settentrionale e centrale.[senza fonte]

È specie legata ad ambienti umidi, come torbiere neutro-alcaline, prati permanentemente umidi e sorgenti. Cresce inoltre preferibilmente su un substrato acido.

Usi

In passato, era talvolta usata per cagliare il latte, e si diceva che il burro ottenuto da una mucca che avesse mangiato questa pianta fosse buono per i neonati. Si pensava anche che questa pianta proteggesse la gente da fate e streghe.[senza fonte]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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