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Profectio
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La Profectio rappresentava nell'antica Roma un cerimoniale religioso che celebrava la partenza dell'Imperatore romano da Roma (o da altre capitali imperiali, come ad es. Mediolanum), soprattutto in vista di una nuova campagna militare. Al contrario, l'adventus rappresentava il ritorno nell'Urbe dello stesso imperatore al termine della guerra.

Significato della profectio
Le vaste dimensioni dell'Impero romano fecero sì che, nel periodo in cui gli imperatori si muovevano da Roma per dirigersi verso i confini imperiali per difenderli o in vista di guerre di conquista, la partenza dell'imperatore fosse celebrata come un evento molto particolare e non comune, o comunque raro. Una volta decisa la partenza imperiale, questa era comunicata al popolo di Roma (come spesso documentato attraverso rilievi scultorei o relativa monetazione), a cui seguiva la preparazione della successiva cerimonia di lustratio e poi di adlocutio delle truppe riunite in vista dell'imminente campagna.
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Rappresentazioni monetali e scultoree
Riepilogo
Prospettiva
Molto spesso la partenza era celebrata con un'emissione monetale o con una rappresentazione scultorea, come avvenne ad esempio nel caso degli imperatori:
- Traiano, quando partì sul finire del 113/inizi del 114 per le campagne contro i Parti raggiungendo il suo quartier generale di Antiochia;[1]
- Marco Aurelio quando al termine del 169 o agli inizi del 170 partì per il fronte del medio Danubio in vista delle nuove campagne contro le popiolazioni germaniche e sarmatiche di quelle regioni (Marcomannia e Sarmatia);[2]
- Settimio Severo quando partì per il fronte orientale in vista delle campagne contro i Parti (ampiamente celebrata anche nel suo arco di trionfo);
- Caracalla, il figlio di Settimio Severo, una volta divenuto unico erede, dopo la morte del fratello Geta, annunciò la sua profectio in vista dell'imminente campagna contro il popolo degli Alemanni degli anni 212/213;[3]
- Alessandro Severo, il quale sul finire del 231 raggiunse Antiochia di Siria per lanciare una nuova serie di campagne militari nel 232, questa volta contro i Sasanidi che si erano sostituiti ai Parti in Oriente;[4]
- Marco Aurelio Probo quando partì per il fronte Reno-danubiano negli anni compresi tra il 276 ed il 281 circa dopo aver trascorso un breve periodo a Roma.[5]
Spesso l'imperatore, in queste rappresentazioni, appariva in uniforme militare, e poteva essere preceduto o seguito da un certo numero di soldati muniti di vexilla legionari oppure dalla stessa dea Vittoria. In alcuni casi la profectio era annunciata da tre dee monetali, le quali tengono una bilancia nella mano destra ed una cornucopia in quella sinistra, proprio sopra una pila di monete ai loro piedi (come nel caso di Marco Aurelio Probo).
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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