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Reteplase
farmaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Reteplase è un principio attivo trombolitico, usato per trattare gli infarti del miocardio rompendo i coaguli che li causano.
È stato approvato per l'uso clinico in Europa e Stati Uniti nel 1996.[1] Il principale nome commerciale con cui è venduto è Rapilysin.
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Meccanismo d'azione
Reteplase è un attivatore ricombinante del plasminogeno che catalizza la scissione del plasminogeno endogeno per generare plasmina. Tale plasminogenolisi si attua in presenza di fibrina. La plasmina degrada a sua volta la fibrina, che è il principale componente della matrice del trombo, esercitando così la sua azione trombolitica.[2]
Indicazioni
Indicato nel trattamento di infarto miocardico acuto, per eliminare occlusioni delle coronarie, in alternativa ad interventi chirurgici.[2]
Controindicazioni
Controindicata in caso di emorragie, traumi, anamnesi positiva per ictus o recenti interventi chirurgici. Da evitare in caso di patologia polmonare, pericardite, epatopatia, ipertensione portale.[3]
Interazioni
Analisi retrospettive effettuate in studi clinici non hanno evidenziato interazioni rilevanti con i medicinali usati in concomitanza con reteplase in pazienti con IMA. L’eparina, gli antagonisti della vitamina K e i medicinali che modificano la funzione piastrinica (ad es. acido acetilsalicilico) possono incrementare il rischio di emorragie se somministrati prima, durante o dopo la terapia con reteplase.
Si deve prestare attenzione a questo effetto specialmente durante i periodi in cui siano presenti bassi livelli plasmatici di fibrinogeno (fino a 2 giorni circa dopo la terapia fibrinolitica dell’IMA).[3]
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Effetti collaterali
Fra gli effetti collaterali si riscontrano nausea, vomito, comparsa di aritmie, febbre, più raramente convulsioni, ipertensione.
Note
Bibliografia
Voci correlate
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