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Rocca Imperiale
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Rocca Imperiale è un comune italiano di 3 147 abitanti[1] della provincia di Cosenza, bagnato dal Mar Ionio. Rocca Imperiale è famosa per i suoi limoni che, oltre a essere riconosciuti prodotto agroalimentare tradizionale, hanno soprattutto ottenuto dal 2011 il marchio comunitario IGP. È il centro abitato più settentrionale della Calabria.

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Geografia fisica
Storia
Riepilogo
Prospettiva
L'intensa e frenetica attività edificatoria messa in atto in quel ventennio da Federico II suscitò preoccupazione tali che il giustiziere Tomaso De Gaeta, in una lettera indirizzata all'Imperatore, non poté risparmiargli un rimprovero: "È vero che l'imperatore non deve fidarsi così tanto della pace da non prepararsi alla guerra, ma non è necessario che Vostra Maestà costruisca fortezze così in alto, fortifichi le cime di ripide colline, sbarri i pendii dei monti con mura e li circondi di torri: anche senza fortificazioni la salvezza del re sarà assicurata dalle opere benefiche e dalla mitezza" (Kehr, 1905, pp. 55 s.).
Lo STATUTUM DE REPARATIONE CASTRORUM, il cosiddetto 'Statuto sulla riparazione dei castelli', costituisce l'accertamento giuridico delle comunità e delle signorie feudali ed enti ecclesiastici, secondo le consuetudini, che dovevano provvedere alla riparazione e manutenzione di quei castelli, domus regie e centri abitati. Nel caso della "Rocca Imperiialis" l'imperatore stabilì che ben ventisette località dovevano provvedere a inviare uomini e mezzi: 1 Nocara, 2 Canna, 3 Anglona, 4 Tursi, 5 Favale, 6 Presinace, (8 Rodiani) 9 Senise, 10 Chiaromonte, (11 Rubi) 12 Episcopia, 13 Battifarano, (14 Noge) 15 Castronuovo, 16 Colobraro, 17 Agromonte, 18 Latronico, (19 Solucii) 20 Santa Anania, 21 Armentano, 22 San Quirico, 23 Valsinni, 24 Castelsaraceno, 25 Farace, (26 Tigani) (x) (27 Pulsandrane). (in parentesi le incerte o sconosciute) Come si può osservare esse sono collocate in un fascio che si allarga a ventaglio in una sola direzione, che si estende a molti chilometri in linea d'aria (venti e oltre), distanza che sul terreno doveva aumentare notevolmente, superando dislivelli e attraversando fiumi. La spiegazione di questo fenomeno va senz'altro individuata attraverso una serie di ricerche sistematiche, per quanto i documenti lo consentano, sull'intersecarsi e sovrapporsi di terre e di diritti demaniali e feudali". Si ritenga comunque che queste scelte possano essere dovute anche a una "logica politica", cioè alla volontà, da parte di Federico II, di "evitare che una struttura castellare, con la sua guarnigione e il suo castellano, potesse raccordarsi troppo strettamente alle comunità di quel territorio, sino a diventare pericoloso centro di aggregazione di interessi comuni".[3]

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Monumenti e luoghi d'interesse
Riepilogo
Prospettiva
Come monumenti e luoghi storico-religiosi nel Paese/Centro sono presenti il Castello, il Monastero e cinque chiese di cui una in quest’ultimo. Nella Marina sono presenti una chiesa, il vecchio granaio/magazzino e una torre, questi ultimi due collocati nella zona subferroviaria antecedente al lungomare. Nelle campagne esterne all'abitato è presente una settima chiesa, dedicata alla santa patrona.
Come luoghi d’interesse, la maggior parte presenti nella frazione della Marina, ci sono la piazza Giovanni XXIII, la piazza Arena, le gallerie ferroviarie percorribili a piedi, il lungomare cittadino e la villa comunale Zakynthos, antistante a quest’ultimo. Nella zona medio-alta del Paese, rispettivamente di fronte alla chiesa madre e a sud del castello, sono collocati la Piazza Monumento e l’anfiteatro.
Castello Svevo

Architetture religiose
Nota: con i numeri a fianco nelle parentesi e in grassetto, sono indicate le chiese presenti attualmente.
La prima chiesa di Rocca Imperiale sorse, come attesta il campanile, col nascere dell'abitato, al tempo dell'imperatore Federico II di Svevia, nel secolo XIII (1239), ed è la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta (1), attuale chiesa madre. Non ci sono notizie di cappelle nell'abitato, ma, annessa all'ospedale, doveva esserci, già nel secolo XIV, quella del Crocifisso. Con l'andare del tempo ne sorsero diverse: prime fra tutte quella di San Giovanni (2), quattrocentesca; poi, in ordine cronologico, furono edificate quella delle Cesine (3), in campagna; quella della Madonna del Rosario o di San Francesco da Paola (4), del Carmine (5), di San Biagio e, in ultimo, quella della Croce (all'ingresso del paese) e dell'Immacolata (addossata alla matrice) al posto del monumento dei caduti della grande guerra.
Nel '700 si menzionano come diroccate le chiesette della SS. Annunziata e di S. Giovanni nelle contrade omonime. Non è escluso che ve ne fosse una a S. Elia, attorno al 1100, officiata dai monaci basiliani, di rito greco.

Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta
Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria
Monastero
Comprende il Museo delle Cere, la Biblioteca comunale e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie o di Sant’Antonio da Padova (7).
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Società
Riepilogo
Prospettiva
Abitanti censiti[4]

Nel secondo decennio del 2000 il Comune ha raggiunto i 3 300 abitanti, già superati nella seconda metà del Novecento, per poi iniziare un lento calo della popolazione.
Tradizioni e folclore
Culto della Madonna della Nova
Si festeggia il 1° e 2 luglio di ogni anno. Secondo la tradizione la cappella/il santuario delle Cesine, sotto il titolo di Santa Maria della Nova (attualmente inclusa tra i santuari designati dall'autorità ecclesiastica nei quali è possibile lucrare le indulgenze giubilari), è stata edificata per volontà di un principe pellegrino che dopo essere naufragato sulle nostre coste, si ritirò sull'altura antistante l'approdo a farvi penitenza di ringraziamento. Si racconta che il ritratto del principe figurasse sulle pareti della vecchia chiesetta, ma questa immagine è sparita nel corso dei secoli, com'è svanita l'immagine della Madonna s cui il principe si era rivolto. Il dipinto della Visitazione che si venera ora, infatti, non è quello originario, né è originario il tempio che subì almeno tre trasformazioni.
L'episodio citato dovette accadere non prima del 1400, infatti l'istituzione della festa liturgica della Visitazione risale al 1389 per decreto di Papa Urbano VI, promulgato dal successore Bonifacio IX. Il Giubileo, che suscitò intenso fervore di pellegrinaggi, fu indetto nei primi anni del XV secolo, per cui il naufragio potrebbe essere avvenuto in quell'epoca. Nulla sappiamo circa la celebrazione delle feste dell'epoca, ma si può ritenere per certo che la solennità del 2 luglio divenne patronale subito dopo l'incursione turca del 1644.
Il 29 giugno di quell'anno, comparve una grande flotta turca, forte di 50 galee; sbarcati sulla spiaggia da due a tremila armati, gli invasori circondarono le mura della cittadina mentre gli abitanti dormivano. Questi, svegliati di soprassalto e ritenendo impossibile ogni difesa, si rifugiarono nel castello. Durante l'assedio, i turchi non riuscirono a impadronirsi della roccaforte, diedero fuoco a molti edifici tra cui la Chiesa Madre di cui rimase indistrutto il campanile. In questa circostanza il popolo, raccolto nel castello, dal quale si scorgeva di lontano la chiesetta della Nova, fece voto di solennizzare in perpetuo la data se fosse stato liberato dal pericolo e se avesse subito il danno minimo. E la grazia, venuta il giorno successivo, fu ritenuta dagli scampati come un segno della protezione divina, di cui bisognava mantenere sempre vivi la riconoscenza e il ricordo attraverso le generazioni future. In seguito, per la fiducia riposta nella Madre di Dio, sorse l'uso di andare a rilevare la sacra effigie il sabato in albis, per accompagnarla verso la Chiesa Madre nel centro storico, per poi riportarla in sede con pompa il 2 luglio.
Eccezionalmente, e negli anni di straordinaria siccità, era consuetudine recarsi in processione a invocare la grazia della pioggia alla cappella e si portava la sacra immagine in paese per una novena propiziatoria.
Attualmente si svolge tre volte la festa in onore della Madonna: l’Ottava di Pasqua, ovvero il sabato successivo ad essa, il primo duo di giorni di luglio e i giorni antecedenti a Ferragosto. La prima volta si porta in processione la sacra icona dal Santuario alla Chiesa Madre e la si festeggia il giorno dopo, congiuntamente a San Francesco da Paola. La seconda volta, la sera del 1º luglio, si onora la santa nelle vie del Centro Storico (ove si svolge come ad aprile) e l’indomani, all’alba del 2 luglio, la si riporta al santuario, mentre di sera avvengono i festeggiamenti nel centro storico. La terza volta, invece, nella frazione della Marina, il duplicato dell’icona viene onorato nelle strade della cittadina il 13 agosto, mentre nel giorno precedente (12) e in quello successivo (14) vengono celebrati i riti civili e i festeggiamenti vari.
Ulteriori culti e feste
Altri culti che vengono seguiti sono i riti e i festeggiamenti in onore di tre santi maschi: San Giuseppe, nella frazione della Marina il 19 marzo, San Francesco da Paola (nel Centro storico la domenica in Albis, festeggiato congiuntamente alla Madonna onorata il giorno precedente) e Sant'Antonio da Padova, festeggiato alla chiesa omonima del Monastero e dintorni il 13 giugno.
Tutti e tre vengono onorati con messe, processioni e festeggiamenti civili, al pari della Madonna della Nova, ma sono considerati "santi minori". Infatti, mentre San Giuseppe è considerato patrono solo della Marina e gli altri santi patroni solo del Paese, la Madonna è patrona dell'intera Rocca Imperiale.
Inoltre, come ulteriori culti, tradizioni ed eventi correlati al religioso, ogni 30 marzo viene portato in processione il Crocifisso della Chiesa Madre per le vie del paese, per ricordare il sacro avvenimento del 30 marzo 1691, quando sgorgò miracolosamente del sangue dal crocifisso stesso.
Molto sentita è la Settimana Santa, dove si svolge la processione tradizionale dei simulacri antichi per le vie del centro storico, eseguita della Congregazione del Cristo. La processione si svolge il Venerdì Santo. Con questo evento molto partecipato e sentito dalla comunità religiosa rocchese si ricordano le radici e si ripropongono le tradizioni.[3]
La prima domenica d'agosto al Santuario delle Cesine si svolge invece la Giornata degli Emigranti, caratterizzata da pranzo al sacco, sfide, incanto e altri eventi.
Tradizioni culturali e gastronomiche
Oltre alla presenza del limone IGP, agrumi, olio e vite, le tradizioni principali del "paese dei limoni" si correlano alle tradizioni calabro-lucane. Ad esempio, il martedì grasso è solito cucinare i frizzuli ca mollic (frizzuli di pasta con sugo e mollica di pane), il giorno di San Giuseppe i tagliarill/laganill c cicr (tagliolini o tagliatelle con ceci), mentre all'Ottava di Pasqua i rascatill al sugo e i carciofi ripieni. Famoso è anche l'uso di peperoni cruschi e soprattutto il consumo di prodotti con il limone IGP (liquori, marmellate, panettoni, gelati e perfino pasta e pizza).
Leggende e folclore
La città è famosa per alcune leggende correlate al Castello Svevo, oltre agli eventi realmente accaduti durante l'invasione turca. Una delle due è centrata su una dama bianca che in epoca medievale perse prematuramente il suo amato principe. Dopo esser morta anche lei, si dice che il suo fantasma vaghi le notti di luna piena nel castello, emettendo voci di lamento e tristezza in ricerca del suo amato.
Un altro mito, più recente, riguarda le gallerie sotterranee del castello, recentemente restaurate, dove agli inizi del '900 si smarrirono una maestra con una scolaresca dei quali non si ebbe più traccia. Alcune gallerie, successivamente chiuse, avevano fine in diversi luoghi del centro storico e della marina, arrivando alcune a spingersi addirittura fino a mare.
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Cultura
Cinema
- Nel film del 1955 Destinazione Piovarolo (di Domenico Paolella), con il celebre Totò protagonista e Tina Pica al suo fianco, Rocca Imperiale diventa il nuovo toponimo di Piovarolo durante il ventennio fascista. La scelta del nome fu casuale e non associata a Rocca essendo Piovarolo (paese fittizio), descritto come un paesino dell'Appennino centrale abruzzese.
- Nel 2015 è luogo del film Le nozze di Laura, regia di Pupi Avati trasmesso su Rai Uno il 7 dicembre 2015.
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Geografia antropica
I costumi, il patrimonio architettonico e storico, la civiltà, il clima, la qualità delle acque marine, la ricchezza della collina e della montagna retrostante, la posizione geografica tra il parco nazionale del Pollino, la piana di Sibari e l'area del Metapontino, costituiscono per Rocca Imperiale un richiamo turistico fra gli itinerari della regione Calabria.
Frazioni
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Economia
Riepilogo
Prospettiva
Limone IGP di Rocca Imperiale
Il limone di Rocca Imperiale è la varietà di limoni conosciuta come limone rifiorente poiché fiorisce almeno quattro volte all'anno producendo frutti per ogni fioritura. Le particolarità pedoclimatiche del territorio hanno favorito la coltivazione di questa varietà di limone. Il clima, infatti, è moderato in inverno dalla vicinanza del mare e, essendo le zone interessate alla coltivazione situate a un'altitudine di circa 200 m, queste sono sottoposte a escursioni termiche tra giorno e notte che favoriscono la buona colorazione della buccia e l'esaltazione del profumo degli oli essenziali presenti nella stessa. Dalla compresenza di questi fattori deriva una varietà peculiare, sia per il profumo energico e la succosità si per la semplicità con cui si sbuccia.[senza fonte]
Il limone è tutelato dal Consorzio limone di Rocca Imperiale IGP, e dal marchio I.G.P.
Turismo
Rocca Imperiale è segnalata dal 2006 sulla Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano, con due vele.
La cittadina ha ricevuto la Bandiera blu nelle stagioni estive 2020, 2023 e 2024 e la bandiera Lilla[5] nel 2023 e 2024 e fa parte dell'associazione I borghi più belli d'Italia[6].
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Infrastrutture e trasporti
- Stazione di Rocca Imperiale della ferrovia Jonica nel tratto Taranto - Sibari
- Svincolo "Rocca Imperiale" sulla strada statale 106 Ionica
Amministrazione
Sindaci dal primo dopoguerra
p = ruolo di podestà
^ = Passaggio del mandato senza votazioni comunali
Gemellaggi
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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