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San Pietro in Selve
comune croato Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Pietro in Selve (in croato Sveti Petar u Šumi; in veneto San Piero in Selve) è un comune croato di 1 067 abitanti dell'Istria.
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Località
Il comune di San Pietro in Selve ha un solo insediamento (naselja), San Pietro in Selve (Sveti Petar u Šumi).
Storia

L'insediamento posto nella Marca d'Istria sorse intorno all'abbazia benedettina dei Santi Pietro e Paolo[1], fondata nel 1134 da Enghelberto II, conte di Gorizia e dell'Istria, e menzionata per la prima volta in una sentenza del vescovo di Pedena del 1174. L'abbazia è dotata di numerose proprietà territoriali e feudali fra cui Rovarolo di Montona, metà del territorio di San Michele di Leme di Orsera e delle decime di Corridico di Antignana. Nel 1459 il monastero, abbandonato dai benedettini, passò all'Ordine dei Paolini con il consenso di papa Pio II e dell'imperatore Federico III, venne costruito un noviziato e una scuola elementare per i bambini istriani e vennero unite al priorato paolino la chiesa dell'antica abbazia di Sant'Elisabetta di Novacco di Montona e le chiese di San Salvatore di Caldier e San Dionisio nei pressi di Caroiba. L'attuale complesso monastico barocco fu terminato nel 1731 e ospita dipinti di Leopold Keckheisen. L'abbazia venne soppressa dall'imperatore Giuseppe II nel 1783, ma fu ristabilita nel 1993[2].
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Società
Lingue e dialetti
Il censimento 2011 riporta 1.057 croati, 3 bosniaci, 2 italiani.
La presenza autoctona di italiani
È presente una piccola comunità di italiani autoctoni che rappresentano una minoranza residuale di quelle popolazioni italofone che abitarono per secoli la penisola dell'Istria e le coste e le isole del Quarnaro e della Dalmazia, territori che appartennero alla Repubblica di Venezia e all'Impero Austro-Ungarico. La presenza storica degli italiani a San Pietro in Selve rispecchia quella dell'intero territorio dell'Istria centrale, ossia di minoranza rispetto alla componente croata[4]. La maggior parte degli italiani dei centri della regione pisinota, si stanziò in queste zone (facenti parte dell’Impero asburgico), tra il 1550 e il 1700, proveniente soprattutto dalla Carnia[5].
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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