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Sinopia

nome di un pigmento naturale e del tipo di disegno preparatorio realizzato con esso Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Sinopia
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La sinòpia era in origine un pigmento naturale bruno-rossastro; prendeva il suo nome dall'antica città di Sinope in Anatolia, ed era ampiamente utilizzata nella pittura nell'antichità e nel medioevo.

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La figura di un re al Museo delle sinopie di Pisa
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Sinopia di una Sibilla di Masolino nel Battistero di Castiglione Olona
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Nelle zone in cui questo mosaico del IV secolo d.C. è caduto è apparsa la sinopia preparatoria (Milano, Basilica di san Lorenzo)

Un altro uso artistico del pigmento era quello per il disegno preparatorio di una pittura ad affresco o di un mosaico, tanto che il disegno stesso fu detto sinopia. Viene eseguita sul muro o sull'arriccio.[1] Una volta completata questa fase, il disegno viene progressivamente ricoperto con l'ultimo strato di intonaco.

Della sinopia si è fatto largo uso fino ai primi anni del Cinquecento, quando è stata gradualmente sostituita dal graffito (segni ottenuti premendo sul contorno del disegno preparatorio) e dallo spolvero (disegni eseguiti su cartoni, poi forati lungo i contorni e spolverati con polvere di carbone in modo da far apparire linee punteggiate sulla parete).

Molti storici dell'arte utilizzano la sinopia per studiare la genesi delle opere, in quanto su questa si possono osservare ripensamenti o linee aggiunte successivamente dell'autore durante la realizzazione dell'opera pittorica. Una pratica per ricavare una sinopia di un'opera è quella dello strappo murario: una volta spostata la pellicola pittorica su un altro supporto, la sinopia apparirebbe sul muro dal quale l'opera è stata "strappata".

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