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Splendor Solis

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Splendor Solis
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Splendor Solis (Lo splendore del Sole) è un celebre testo alchemico a colori del XVI secolo, contenente una raccolta illustrata di precedenti trattati di alchimia.

Dati rapidi Autore, 1ª ed. originale ...

Versioni

Oggi ne esistono varie versioni, la più antica delle quali, apparsa ad Augusta e scritta in tedesco, viene datata tra il 1532 e il 1535. Attualmente è conservata al Museo Statale di Berlino. Altre copie del trattato, composte successivamente, si trovano nei musei di Londra, Kassel, Berna e Norimberga.[1]

Una traduzione in francese più tarda si trova a Parigi con un titolo diverso, La Toyson d'Or (Il toson d'oro o il fiore dei tesori), presumibilmente riferito al mito del vello d'oro di Giasone.[1]

Una copia del solo testo francese è presente anche a Roma nel Fondo Verginelli-Rota ora in possesso della Biblioteca Corsiniana dell'Accademia dei Lincei.[2]

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Descrizione

Riepilogo
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L'originale dello Splendor Solis contiene sette capitoli e 22 grandi miniature su pergamena, basate sulle opere di Albrecht Dürer, Hans Holbein e Lucas Cranach. La paternità dell'opera è attribuita ad un leggendario Salomon Trismosin, ritenuto il maestro di Paracelso.

Lo stile delle illustrazioni, incorniciate con motivi floreali o animali come un libro delle ore, magistralmente dipinte con decorazioni d'oro, appartiene all'alveo della miniatura rinascimentale propria della tradizione europea settentrionale.

Le 22 tavole, come le decorazioni e il contenuto dell'opera, hanno un significato simbolico ed ermetico di difficile interpretazione. Il loro numero rimanda presumibilmente ai 22 arcani maggiori dei Tarocchi.[1]

La loro simbologia mostra la classica morte alchemica e il processo di rinascita, oltre a incorporare una serie di sette ampolle, ciascuna associata a uno dei pianeti dell'astrologia. All'interno dei flaconi appare l'opera di trasmutazione, che avviene sotto forma di simboli di uccelli e di animali che danno luogo alle figure della Regina e del Re, e alla loro rispettiva tintura bianca e rossa. Lo stile delle incisioni, sebbene quest'ultime risalgano al XVI secolo, suggerisce una data anteriore.

Secondo la storica dell'arte Jörg Völlnagel, «lo Splendor Solis non è affatto un libro di laboratorio, vale a dire una sorta di ricetta per l'alchimista che, seguendone le istruzioni, prepara il proprio intruglio e finisce per trovare l'oro artificiale nel contenitore. Piuttosto, lo Splendor Solis diffonde la filosofia dell'alchimia, una concezione del mondo in cui l'uomo (l'alchimista) vive e lavora in armonia con la natura, rispettando la creazione di Dio e intervenendo allo stesso tempo nei suoi processi di sviluppo, contribuendo attraverso l'alchimia alla sua crescita».[3]

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Galleria della prima edizione tedesca

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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