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Principio di Dilbert

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Il principio di Dilbert è un'osservazione satirica, fatta negli anni Novanta dal fumettista Scott Adams, secondo la quale le aziende tendono a promuovere in modo sistematico i dipendenti meno competenti, collocandoli su posizioni manageriali (di solito middle management), allo scopo di limitare i danni che sono in grado di fare. Nella striscia di Dilbert del 5 febbraio 1995, Dogbert afferma che "la leadership è il modo che la natura ha per rimuovere gli stupidi dal processo produttivo".

Adams enunciò il principio in un articolo di opinione apparso sul Wall Street Journal in quello stesso 1995. Quindi espanse lo studio sull'argomento in un libro satirico dal titolo The Dilbert Principle, edito nel 1996, la cui lettura, nonostante la natura parodistica, è richiesta o raccomandata anche in alcuni corsi di management.[1][2][3] In tale libro, Adams scrive che, in termini di efficacia, l'uso del principio di Dilbert è affine alla scelta di uno scoiattolo come leader da parte di un gruppo di gorilla. Il libro ha venduto più di un milione di copie ed è rimasto nella classifica dei best seller del New York Times per 43 settimane.

Benché gli accademici possano rifiutarne la fondatezza, visto il contrasto con le tradizionali tecniche di gestione delle risorse umane, l'origine dell'enunciato, seppure in forma di satira, verte su una questione molto dibattuta nel mondo del lavoro.

Il principio di Dilbert è una variazione del principio di Peter. Quest'ultimo riguarda la pratica, nelle organizzazioni gerarchiche (quali corporation e agenzie governative), di usare la promozione come forma di meritocrazia, quale maniera di ricompensa e gratificazione per i dipendenti che abbiano dimostrato competenza nella loro posizione; il limiti di tale pratica meritoratica — afferma il principio di Peter — producono il paradosso per cui una persona competente sarà alla fine promossa (e ivi rimarrà) fino a una posizione nella quale non è in grado di meritare un'ulteriore promozione, vale a dire una posizione per la quale si mostri incompetente.

Il principio di Dilbert, d'altra parte, sostiene che i dipendenti incompetenti sono promossi intenzionalmente per sottrarli al processo produttivo in modo da impedire loro di arrecar danni al funzionamento dell'impresa (quali ridurre la qualità dei prodotti, offendere clienti o altri dipendenti, etc.). Il Principio di Dilbert attinge all'idea che, in certe situazioni, i gradi più elevati di un'organizzazione possano avere scarsa influenza sulla effettiva produzione e che il vero lavoro è in maggioranza svolto dagli elementi dei gradini più bassi. È possibile che entrambi i principi sussistano in una stessa organizzazione.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

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