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The Palestinian
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The Palestinian (in arabo الفلسطيني?, al-Filasṭīnī) è un documentario televisivo di 66 minuti del 1977 prodotto e interpretato da Vanessa Redgrave e diretto da Roy Battersby. [1] Il film documenta la lotta dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e la resistenza del popolo palestinese sotto l'occupazione israeliana, con interviste ai sopravvissuti all'assedio di Tel Zataar durante la guerra civile libanese e al leader Yasser Arafat.
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Controversie
Riepilogo
Prospettiva
The Palestinian è stato percepito da alcuni critici come un'opera anti-israeliana.[2][3] Il presidente onorario dell'Anti-Defamation League criticò il documentario sostenendo che alcune risposte in arabo degli intervistati non erano state tradotte, che il film mostrava bambini intenti ad addestrarsi con le armi e che l'espressione "Kill the enemy!" ("Uccidi il nemico!") veniva ripetuta più volte.[2] Anche il presidente di Actors' Equity negli Stati Uniti espresse riserve riguardo all'intervista con il presidente dell'OLP Arafat nella quale affermava che l'unica soluzione al conflitto mediorentale fosse la liquidazione dello Stato di Israele, osservazione cui Redgrave aveva risposto con “Certamente”.[4]
Redgrave alla 50ª edizione degli Academy Awards
Nel 1978 Redgrave vinse l'Oscar alla miglior attrice non protagonista per il suo ruolo in Giulia. La sua candidatura suscitò molte critiche: la cerimonia di premiazione fu presidiata sia dalla Lega di Difesa Ebraica (JDL) che dai contro-manifestanti che sventolavano bandiere dell'OLP.[3][5] La JDL aveva inoltre messo una taglia per farla uccidere.[6] Nel suo discorso di accettazione agli Oscar, Redgrave disse:[3]
(inglese)
«In the last few weeks you have stood firm and you have refused to be intimidated by the threat of a small bunch of Zionist hoodlums, whose behaviour is an insult to the stature of Jews all over the world, and to their great and heroic record of struggle against fascism and oppression.»
(italiano)
«Nelle ultime settimane avete mantenuto la vostra posizione e vi siete rifiutati di lasciarvi intimidire dalla minaccia di un piccolo gruppo di teppisti sionisti, il cui comportamento rappresenta un insulto alla dignità degli ebrei di tutto il mondo e alla loro grande, eroica storia di resistenza al fascismo e all'oppressione.»
«Nelle ultime settimane avete mantenuto la vostra posizione e vi siete rifiutati di lasciarvi intimidire dalla minaccia di un piccolo gruppo di teppisti sionisti, il cui comportamento rappresenta un insulto alla dignità degli ebrei di tutto il mondo e alla loro grande, eroica storia di resistenza al fascismo e all'oppressione.»
Durante la premiazione per la miglior sceneggiatura originale, il premio Oscar Paddy Chayefsky replicò affermando che, “se voglio vivere con me stesso domani mattina”, doveva affrontare il fatto che la cerimonia fosse stata strumentalizzata politicamente.[7][6]
Attentato al cinema Doheny Plaza
Alle 4:26 del mattino del 15 giugno 1978 una bomba esplose davanti al teatro Doheny Plaza di Los Angeles, dove la prima del film, prevista per quella sera, venne rinviata di un giorno.[1] Un membro della JDL fu successivamente riconosciuto colpevole dell’attentato e condannato a tre mesi di "esame psicologico approfondito" presso la California Youth Authority.[8]
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Note
Voci correlate
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