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Via Giuseppe Garibaldi
strada barocca di Genova Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Primo esempio di lottizzazione a livello europeo, via Giuseppe Garibaldi (in te Stradde Nêuve in ligure[1]) presenta una unicità stilistica e di concezione che la rese già allora celebre internazionalmente. Peter Paul Rubens ne studiò palazzi, e i suoi disegni contribuirono alla diffusione dello stile rinascimentale nel Nord dell'Europa.
In realtà la costruzione iniziale fu quella di un nuovo quartiere abitativo per le grandi famiglie genovesi che abbandonarono i quartieri medievali per un inedito stile di vita basato su una minore contrapposizione. La costruzione dell'intero gruppo degli edifici durò circa quarant'anni e la realizzazione del progetto si deve alla ricchissima famiglia dei Grimaldi che acquisì anche l'area più estesa. La zona più malfamata della città venne trasformata nell'area più privilegiata e dal punto di vista costruttivo vennero risolti per la prima volta problemi edilizi collegati al costruire di costa, sopra il porto, un tale complesso di palazzi.
Via Garibaldi venne progettata da Bernardino Cantoni, architetto del Comune di Genova e allievo di Galeazzo Alessi, del quale, per la sua documentata presenza a Genova in quel periodo, si può arguire che egli stesso influì in modo determinante sull'allievo; soprattutto per la concezione dell'opera che rivela la genialità di un grande artista, anche perché Bernardino Cantoni che nel Palazzo Cicala, costruito nel 1542 in Piazza dell'Agnello, mostra un fare disarmonico ed un gusto assai arcaicizzante, non poté raggiungere in così pochi anni una maturità così alta e completa che invece mostra l'allora chiamata Strada Nuova. Via Garibaldi è una delle principali strade di Genova e una delle maggiori dell'intero centro storico sotto l'aspetto architettonico per l'impatto magnificente dei suoi palazzi, alcuni dei quali inclusi negli appositi Rolli.
La strada ha un preciso anno di nascita: il 1550. Originariamente strada Maggiore, poi strada Nuova, fino all'Ottocento era conosciuta con il nome di via Aurea. Madame de Staël le attribuì un nome ancor più altisonante: quello di Rue des Rois, la via dei Re. Nel 1882 venne infine dedicata a Giuseppe Garibaldi.

È completamente in rettilineo, con una leggera pendenza, ed è lunga 250 metri, con una larghezza di 7,5 metri; nacque proprio come strada di rappresentanza. Molte le testimonianze su questa Via lasciate da visitatori celebri succedutisi nel tempo e tra queste particolarmente significativa quella di Cesare Brandi che nel dopo-guerra si espresse autorevolmente per la sua riqualificazione Dal 13 luglio 2006 è inserita, insieme a tutto il sistema dei Rolli, fra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Una targa posta in inizio di arteria, definisce la via come il modello di identità sociale ed economica che ha inaugurato l'architettura urbana di età moderna in Europa.
Secondo la motivazione con cui l'UNESCO l'ha inserita fra i patrimoni mondiali dell'umanità, l'influsso che questo patrimonio urbanistico e architettonico ha esercitato, tanto da diventare esempio e riferimento per molti paesi, è al tempo stesso testimonianza di una città - la Genova seicentesca - che seppe raggiungere la vetta della potenza politica ed economica in campo continentale.
Si legge nella targa:
«[La via] conserva spazi urbani di epoca tardo rinascimentale e barocca, fiancheggiati da oltre cento palazzi di famiglie nobiliari cittadine.»
Nel cortile interno di Palazzo Rosso - come anche nel giardino pensile di Palazzo Doria Tursi - si svolgono periodicamente rappresentazioni teatrali e concerti. In via Garibaldi oggi hanno sede - oltre a molti uffici pubblici e privati e a diversi istituti bancari nazionali ed esteri - due fra le principali pinacoteche e quadrerie cittadine - Palazzo Rosso e Palazzo Bianco - che assieme al Palazzo Doria Tursi, sede del Comune, costituiscono i Musei di Strada Nuova.
La via fu edificata nella seconda metà del XVI secolo - quello che passerà alla storia come El siglo de los Genoveses, il secolo dei Genovesi - per volere dell'aristocrazia locale, che intendeva in tal modo avvicinare maggiormente al mare, rispetto alle zone collinari in cui era situato fino ad allora, il proprio quartiere residenziale. La progettazione e la realizzazione della maggior parte dei suoi edifici si protrasse per circa quarant'anni, fino al 1588.
Nel 1594 lo scrittore inglese Fynes Moryson, in viaggio fra l'Europa e l'Asia occidentale, transitato per Genova descrisse in questo modo la via:[2]
«Fra le mura cittadine v'è "la strada nuova", che giace da ovest a nord-est, ne la quale ogni residenza è edificata con magnificenza degna di Re, neppure penso che altra città nel mondo abbia una strada di cotanta bellezza. Queste residenze, o meglio dire Palazzi, posson dai forestieri essere visitate coi servitori dei nobiluomini che li custodiscono, e mostralli di buon grado a chiunque ambisca a tal favore, in virtù di guiderdone così per l'onore dei loro Signori e della loro Patria. Io istesso ho veduto il Palazzo di Giovan Battista d'Auria, la cui propria edificazione era grandemente signorile, e il giardino di Giovan non solo massimamente ameno, ma anche di statue e fontane adornato. E in una delle sale v'eran l'armi dei Signori, talune in puro ariento ricoperte.»
Come già indicato da Moryson, l'originario nome di Strada Maggiore lasciò presto il posto a quello di Strada Nuova senza che l'arteria perdesse il suo forte significato simbolico di segno tangibile dell'orgoglio di quella che all'epoca era l'indiscussa predominanza della città, giunta al suo apogeo come Repubblica marinara e sovrana sull'intera area del mar Mediterraneo.

Questa l'esauriente - e suggestiva - descrizione che ne dà Charles Dickens nel suo scritto del 1843 Immagini d'Italia:
«La vidi la prima volta sotto il più fulgido e il più intensamente turchino dei cieli estivi, che le sue due file raccostate di dimore immense riducevano a una striscia preziosissima di luce, restringentesi gradatamente, e contrastante con l'ombra grave di sotto! ... Gl'infiniti particolari di questi ricchi palazzi, i muri di alcuni dei quali son popolati all'interno dalle figure dei capolavori dipinti dal Van Dyck; i grandi balconi pesanti di pietra, disposti a file una sopra l'altra, fra i quali ve n'è, qua e là, uno più ampio, che torreggia su in alto, come un vasto ripiano di marmo; i vestiboli senza portone; le finestre del pianterreno munite d'inferriate massicce; gl'immensi scaloni aperti alla vista del pubblico; i grossi pilastri di marmo; le robuste arcate, simili a quelle d'una prigione, e le tristi stanze a volta, che ripetono l'eco e ci fanno fantasticare; fra i quali tutti lo sguardo vaga di nuovo, ogni volta che ad un palazzo ne succede un altro; le terrazze tenute a giardino, fra edifizio ed edifizio, con le viti che formano arcate verdi, coi boschetti d'aranci e con gli oleandri fioriti, a venti, trenta, quaranta piedi al di sopra della strada, le stanze d'ingresso dipinte , con le pareti e il soffitto macchiati, infradiciati e scrostati negli angoli per l'umidità, e tuttavia splendide per i bei colori e per i disegni voluttuosi, perfettamente conservati dove i muri sono asciutti; le figure sbiadite, dipinte sui muri esterni delle case in atto di sostenere ornamenti e corone, di volare in alto o in basso, o ritte dentro le nicchie, in qualche punto apparentemente ancor più scolorite e malandate che altrove, pel contrasto che fanno con alcuni amorini dipinti da poco, su una parte della facciata restaurata di recente, i quali sono occupati a distendere ciò che sembrerebbe una sottocoperta, ma che invece è la mostra d'una meridiana; le salite ripidissime fiancheggiate da palazzi più piccoli (che con tutto ciò son palazzi molto grandi) con terrazze di marmo che danno in vicoli stretti...»
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I palazzi
Riepilogo
Prospettiva
Via Garibaldi ha alcuni tra i più eleganti e sfarzosi palazzi di Genova, i cui interni presentano le decorazioni originali dei maggiori autori del manierismo e del barocco genovese. Una planimetria della via - con la rappresentazione prospettiva dei suoi edifici - fu realizzata da Peter Paul Rubens.
Da Piazza delle Fontane Marose in direzione di piazza della Meridiana questi - alternati da destra a sinistra - sono i principali:
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I musei di Strada Nuova
Tre fra i palazzi storici più importanti (Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi) nel 2004 si sono uniti in un unico percorso museale, con l'intento di creare una "via museo". I visitatori, pagando un unico biglietto, possono entrare nei suddetti edifici museali, potendo usufruire anche di una caffetteria (a Palazzo Rosso) e di una libreria (sotto i loggiati tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi).
Galleria d'immagini
- Hans Memling, Ecce Homo, Palazzo Bianco
- Caravaggio, Ecce Homo, Palazzo Bianco
- Filippino Lippi, Pala di Francesco Lomellini, Palazzo Bianco
- Antonio Canova, Maddalena Penitente, Palazzo Doria Tursi
- Antoon van Dyck, Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole-Sale, Palazzo Rosso
- Albrecht Dürer, Ritratto di giovane veneziano, Palazzo Rosso
- Bernardo Strozzi, La Cuoca, Palazzo Rosso
- Guido Reni, San Sebastiano, Palazzo Rosso
- Guercino, Cleopatra morente, Palazzo Rosso
- Cannone di Paganini, Palazzo Doria Tursi
- Ninfeo di Palazzo Podestà
- Affreschi dell'atrio di Palazzo Angelo Giovanni Spinola
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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