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Via Lambertesca

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Via Lambertesca è un'antica strada del centro storico di Firenze, che va dal piazzale degli Uffizi a via Por Santa Maria (canto de' Girolami). Lungo il tracciato si innestano via dei Georgofili (canto di Poggio Secco), il chiasso de' Baroncelli, il chiasso del Buco, il chiasso Cozza e l'arco della piazzetta di Santo Stefano.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
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Origini

Via Lambertesca venne tracciata nell'alto medioevo, quando si trovò entro le mura cittadine dopo il primo ampliamento rispetto alla cerchia romana, e anticamente si chiamava via de' Gherardini, dal nome della famiglia che vi aveva una torre e altri possedimenti. In seguito cambiò il nome in onore della famiglia dei Lamberteschi, potente famiglia ghibellina che si era stabilita nel sito dell'attuale palazzo Bartolommei. Fu chiamata anche via della Zecca (che qui ebbe sede prima della creazione degli Uffizi) e via dell'Albergo del Lione, dal nome di una locanda situata presso il palazzo dei Pulci.

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Torri dei Girolami e dei Gherardini prima della distruzione, in una stampa del 1905

Per quanto riguarda i nomi dei canti, se quello dei Girolami è evidentemente legato alla famiglia che all'angolo con via Por Santa Maria aveva case e torre su entrambi i lati, sulle quali si trovavano anche memorie che ricordavano i legami di questa famiglia con san Zanobi, più oscuro è il significato del Canto di Poggio Secco, in angolo con via dei Georgofili. Nell'assenza di rilievi noti in questo punto, per quanto piccoli e successivamente livellati, si è ipotizzato che si possa riferire alla vista, un tempo sgombra, che da questo punto si doveva avere sul colle delle "Rovinate" sull'altra sponda dell'Arno, "secco" perché privo di alberi essende stato più volte soggetto a smottamenti[1].

Sede di magistrature

Nel Trecento il Comune concesse un gruppo di antiche fabbriche confiscate a diverse Arti perché vi fabbricassero la loro residenza: avevano infatti qui sede ben quattro arti (Vinattieri, Correggiai, Legnaioli e Vaiai e Pellicciai, mentre nel vicino chiasso dei Baroncelli ve ne erano altre tre (Fabbri, Maestri di Pietra e Calzolai), e nei dintorni di San Pier Scheraggio c'era anche la sede dell'Arte dei Fornai. Dopo le riforme del 1534, alcune arti vennero unite e scelsero comunque alcuni di questi edifici, trasformati e accorpati, come nuova sede.

Riordino vasariano

La strada subì un primo stravolgimento nella parte finale nel 1560, quando Vasari realizzò gli Uffizi. Al termine del progetto venne costruito su via Lambertesca un cavalcavia e, sotto di esso, un portale, originale opera di Bernardo Buontalenti con timpano spezzato e "riflesso", con un busto di Francesco I di Giovanni Bandini.

Danni e ricostruzioni nel XX secolo

Nell'agosto 1944 la strada, almeno nel tratto più vicino a via Por Santa Maria, venne fatta esplodere dai tedeschi in ritirata, distruggendo gran parte delle antiche architetture, con l'intento di sbarrare con le macerie l'accesso al Ponte Vecchio. Negli anni Cinquanta vennero ricostruite e almeno per questo tratto di strada si scelse di riusare il più possibile i materiali antichi e di evitare le architetture moderne. Sempre in queste ricostruzioni si aprì inoltre il passaggio, tramite una volta, tra via Lambertesca e la piazza di Santo Stefano al Ponte, che sarebbe dovuto continuare idealmente con un'altra volta tra il chiasso Cozza e la piazza de' Salterelli, costituendo un asse nord-sud alternativo, mai realizzato, tra piazza della Signoria e il ponte Vecchio.

La notte del 27 maggio 1993 la strada venne di nuovo drammaticamente danneggiata, questa volta nella parte più vicina agli Uffizi, durante l'attentato di via dei Georgofili, con un'autobomba posizionata proprio all'angolo con questa strada.

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Descrizione

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Nonostante le trasformazioni, la strada mantiene ancora carattere antico, anche in ragione di un tracciato che si è detto irregolare e che si apre a chiassi e piazzette interne. La carreggiata è pavimentata a lastrico e servita da marciapiedi in pietra da ambo il lati. Il passaggio (la strada è compresa all'interno della zona pedonale) è sostenuto, sia perché il tracciato rappresenta una valida alternativa di collegamento tra la zona del Ponte Vecchio, il piazzale degli Uffizi e piazza della Signoria, sia per la presenza di numerosi negozi con attività commerciali storiche.

Edifici

Ulteriori informazioni Img, N° ...

Lapidi

Sull'Antico Fattore si trovano una placca in ceramica e una lapide. La prima, sotto gli stemmi dell'Arte dei Vinattieri, del giglio fiorentino e un simbolo di Firenze Capitale riporta: Nell'androne della Casa Bellacci si trova una memoria al commerciante Emilio Prosperi:

Dal 1865
Dal 1865 con Firenze
capitale d'Italia,
la trattoria "Antico Fattore"
è tradizione di cultura
e buona cucina fiorentina

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SEDE STORICA DEL
PREMIO
ANTICO FATTORE

Nell'androne della Casa Bellacci si trova una memoria al commerciante Emilio Prosperi:

IN QUESTA SUA CASA
EMILIO PROSPERI
PROBO, INTELLIGENTE, OPEROSO
INIZIÒ E DIFFUSE
IL COMMERCIO DI ESPORTAZIONE DEI VINI TOSCANI
PROMOVENDO

IL CREDITO DEL PRODOTTO REGIONALE

LA VEDOVA
I FIGLI ALFREDO ED ENRICO
CONTINUATORI DELLA DITTA PATERNA
DOPO UN ANNO DI LUTTO AMARISSIMO
CON AFFETTO RICONOSCENTE
IL 16 MARZO MCM

POSERO
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All'esterno di palazzo Bartolommei-Buschetti si trova una lapide del 1909 a Ferdinando Bartolommei, rifatta dopo il 1944 quando quella originale era andata distrutta:

FERDINANDO MARCHESE BARTOLOMMEI
CONSACRATI ALLA LIBERTÀ DELLA PATRIA
L'INTELLETTO GLI AVERI LA VITA
SOFFERTI L'ESILIO E LA PRIGIONIA
IN QVESTA CASA DEI SVOI MAGGIORI
CON DECENNE COSTANZA
ACCOLSE IN AVDACI CONVEGNI
PROFVGHI D'OGNI PARTE D'ITALIA
E AMICATESI IN CONCORDIA DI OPERE
LE ENERGIE POPOLARI
PREPARÒ LA RIVOLVZIONE DELL'APRILE 1859


IL MVNICIPIO DI FIRENZE
NEL CINQVANTENARIO DELL'EVENTO FAVSTISSIMO
AL PRIMO GONFALONIERE DELLA CITTÀ REDENTA
Q. M.

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La targa della torre dei Girolami, che si trovava nel complesso di palazzo Bartolommei al n. 11 e che, ripresa in frantumi dalle macerie delle mine venne ricoposta, restaurata con integrazioni e depositata in palazzo Vecchio, recita in caratteri gotici:

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LA FAMIGLIA DE' GIROLAMI IN PERPE
TUO DONA E DIPUTA LE RENDITE DI Q
UESTA TORRE OGNI ANNO PER METÀ AL
OFFERTA DI SANTO ZANOBI LORO CON
SORTO, E PER METÀ ALLA CAPPELLA LO

RO DI SANTO

STEFANO, E
MANCANDO
LI DETTI GIR
OLAMI LASC

IANO ALLA COMPA

GNIA DI SANTO ZANOBI, CHE DETTA OFER
TA FACINO MOVENDOSI DI QUESTO L
UOGO E CONSERVINO DETTA CAPELLA.

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In italiano corrente si può traslitterare così: «La famiglia dei Girolami dona e destina in perpetuo le rendite annuali di questa torre per metà all'offerta a san Zanobi (in Duomo, il 26 gennaio), loro parente, e per metà alla cappella della loro famiglia in Santo Stefano al Ponte; all'estinzione della famiglia Girolami lasciano questo compito alla Compagnia di San Zanobi, affinché faccia detta offerta a partire da questo luogo e mantenga la suddetta cappella.»

Al n. 18 inoltre Francesco Bigazzi ricorda come sotto un ovale in cui era dipinta l'immagine di san Zanobi un'iscrizione latina ricordasse la casa natia del vescovo fiorentino[12]:

ÆDES QVAS CERNIS RVDI OLIM LIGNEÆ FRONTIS OPERE
ELABORATAS, NOBILI INQVILINO D. ZENOBIO ILLVSTRATAS
MAXIMA CIVIVM FLORENTINORVM CONVENARVMQVE
CELEBRITATE ANNOS SVPRA MILLENOS EXCVLTAS;
MOX TEMPORVM SENIO FESSAS PIETAS INSTAVRAVIT
SACRA DIVI IMAGINE INSIGNITAS
ANNO DOMINI M.D.C.LXXII.

Traduzione: «Questa è la dimora che vedi, un tempo costruita con opere di legno e ora abbellita dall'immagine del divino Zanobi, resa illustre dalla grande celebrità dei cittadini di Firenze e dei suoi ospiti per più di un millennio; poi la devozione, rinnovandole, ha adornato queste sacre mura con l'immagine del santo. Anno del Signore 1672.»

Tabernacoli

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Tabernacolo della volta degli Uffizi

Sotto la volta degli Uffizi, sull'ampia superficie intonacata del muro a sud, si trova un tabernacolo con una ricca edicola in stile barocco, in stucco bianco lumeggiato in oro, con al centro uno spazio affiancato da due colonne che sorreggono un frontone mistilineo all'interno del quale è un rilievo con Dio Padre benedicente in una gloria di nuvole e angeli. Questa struttura architettonica è a sua volta inserita in un complesso sistema di volute e fronte vegetali, superiormente chiusa da un coronamento ligneo, inferiormente da un davanzale sempre in legno sopra al quale è un cartiglio con iscrizione dedicatoria. L'immagine conservata è una tavola di un ignoto pittore fiorentino della seconda metà del Cinquecento, raffigurante la Sacra Famiglia coi santi Giovannino e un martire. Sul retro della tavola si trova un'iscrizione legata alla sua donazione: «1696/Nicc. Olivieri insieme con i 5 colleghi onorari». L'insieme è stato restaurato nel 1886, poi verso il 1957 e ancora nel 1995 dal Laboratorio L'Atelier; oggi necessiterebbe di una nuova pulitura[13].

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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