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Vigilato speciale
film del 1978 diretto da Ulu Grosbard Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Vigilato speciale (Straight Time) è un film del 1978 diretto da Ulu Grosbard, tratto dal romanzo Come una bestia feroce di Edward Bunker, che appare, in un piccolo cameo nel film, nei panni di un amico di Max.
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Trama
Riepilogo
Prospettiva
Max Dembo viene scarcerato dopo sei anni e deve affrontare le difficoltà della libertà vigilata. Nonostante i tentativi di reinserirsi, il rapporto teso e umiliante con l'agente di sorveglianza Earl Frank mette subito a dura prova la sua fragile voglia di riscatto. Nel tentativo di ricostruire la propria vita, Max trova un impiego grazie alla gentilezza della giovane Jenny Mercer, con cui nasce anche una timida storia d’amore. Tuttavia, un sopralluogo improvviso di Earl nella stanza di Max scatena una catena di eventi imprevisti: sospettato ingiustamente di violazione delle condizioni della libertà vigilata, Max viene arrestato senza prove concrete. Una volta scagionato, realizza amaramente che la società che lo circonda non è disposta a offrirgli vere seconde possibilità. Spinto da un misto di orgoglio ferito e disillusione, Max reagisce in modo violento e prende il controllo della propria vita con un gesto di rottura definitivo. Da quel momento, si ritrova intrappolato in un percorso senza ritorno, dove ogni scelta sembra allontanarlo sempre di più da quella vita normale che aveva sperato di riconquistare. Ritrova vecchi amici come Willy Darin e Jerry Schue, con cui organizza nuove rapine, mentre il legame con Jenny diventa sempre più fragile e tormentato. In un crescendo di tensione, il sogno di una nuova vita sembra dissolversi, lasciando spazio solo a un’esistenza ai margini, segnata da una libertà apparente e da una profonda solitudine.
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Produzione
Riepilogo
Prospettiva
Sviluppo

La sceneggiatura venne scritta da Alvin Sargent, Edward Bunker e Jeffrey Boam, basandosi sul romanzo di Bunker intitolato Come una bestia feroce.[1] Michael Mann lavorò come co-autore non accreditato del progetto.[1] L'attore Dustin Hoffman originariamente voleva dirigere lui stesso il film.[2] Secondo Grosbard, egli fu chiamato da Hoffman per assumere la direzione del film: «Aveva già speso una parte sostanziale del budget, ed era un budget limitato. Aveva interrotto la pre-produzione perché stava aspettando l'ultima bozza della sceneggiatura... Ho visto una direzione, ho visto un punto di vista, ho visto qualcosa che mi interessava e allora accettai».[3]
Casting
Hoffman interpretò la parte del protagonista nel film, con la partecipazione di Theresa Russell, Gary Busey, Harry Dean Stanton e Kathy Bates.[4] Russell aveva circa 17 anni quando fu scritturata per il film.[5] Grosbard volle Russell nel film perché sentiva che era "giustissima per la parte" e possedeva un trascorso biografico simile a quello del suo personaggio.[6] Inoltre, Grosbard commentò che la ragazza aveva un "buon rapporto" con Hoffman.[7]
Riprese
Le riprese di Vigilato speciale si svolsero principalmente nella contea di Los Angeles, includendo Sylmar e Burbank, con alcune scene aggiuntive girate nei pressi di San Bernardino.[8] Le riprese principali cominciarono il 9 febbraio 1977 nel carcere di Folsom, vicino a Sacramento.[1]
Oltre a interpretare il personaggio principale, Hoffman era stato originariamente assunto per dirigere il film e, secondo il produttore Jerry Ziesmer, completò il primo giorno in questo ruolo.[1] Ziesmer ha ricordato che il primo giorno di riprese nella prigione di stato di Folsom consisteva principalmente in una ripresa di base e che Hoffman richiese continui reset della telecamera, con il risultato che non fu catturato un singolo fotogramma entro la fine della giornata.[1] Poiché lo studio era preoccupato per la capacità di Hoffman di completare il progetto in tempi rapidi, Hoffman si dimise dall'incarico di regista, dopodiché fu assunto Grosbard.[1][9][10]
Grosbard e Hoffman affrontarono le riprese utilizzando metodi di improvvisazione e spesso lavoravano di sera scrivendo scene da girare il giorno seguente.[11]
Post-produzione
Il film divenne oggetto di discussione tra Hoffman e la First Artists Production Company circa il controllo creativo. Prima che Hoffman terminasse il montaggio del film, la First Artists esercitò una clausola per rilevare il progetto, poiché le riprese erano state ritardate di 23 giorni e avevano superato di circa 1 milione di dollari il budget. La causa intentata da Hoffman sosteneva che il suo diritto al montaggio finale fosse stato violato e che la clausola di acquisizione non implicasse la perdita di ogni controllo creativo. La controquerela della First Artists sosteneva che le "dichiarazioni denigratorie" di Hoffman avevano danneggiato l'accoglienza e gli incassi del film.[12] L'esito del contenzioso non fu reso noto.[1]
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Distribuzione
La Warner Bros. distribuì nelle sale il film negli Stati Uniti il 17 marzo 1978.[1]
Accoglienza
Riepilogo
Prospettiva
Incassi
Vigilato speciale incassò 9,900,000 di dollari negli Stati Uniti, ma si rivelò un flop per la Warner Bros. poiché non riuscì a generare un profitto significativo per lo studio.[13]
Critica
Vincent Canby del The New York Times lodò Vigilato speciale definendolo "un film costruito in modo snello e messo in scena in modo vivido" che "non fa alcun tentativo di spiegare Max. Dice semplicemente che è fatto così. Ci chiede di colmare le lacune, ed è il tipo di film che vogliamo."[14] Egli elogiò anche le performance attoriali, in particolare quelle di Hoffman e Russell.[14]
Gene Siskel del Chicago Tribune assegnò al film quattro stelle su quattro, e lo definì "un thriller superiore, un ritratto avvincente di un ex detenuto", aggiungendo, "la maggior parte dei criminali nei film americani sono psicotici sbavanti e dal grilletto facile. In Vigilato speciale, i criminali sono persone, e, in un certo senso, questo è più inquietante... Il merito va in definitiva a Hoffman, che continua a evitare di interpretare i ruoli da milioni di dollari che attraggono molti dei suoi colleghi.."[15] A fine anno, lo nominò miglior film del 1978.[16]
David Ansen di Newsweek scrisse: "Sebbene composto da elementi familiari – un ex detenuto, rapine in banca, amanti in fuga – è un film insolito per la Hollywood di oggi, e di grande qualità. Di piccole dimensioni, crudamente realistico, carico di una feroce intelligenza su come le persone vivono dall'altra parte della legge, il film fa poche concessioni alle aspettative del pubblico, ma ha un'intensità tagliente e persistente."[17]
Charles Champlin del Los Angeles Times lo definì "avvincente da guardare dall'inizio alla fine", aggiungendo: "Il Max di Hoffman ha meno spessore rispetto ad alcune delle sue precedenti caratterizzazioni. Avresti voluto che la sua lotta [per rimettersi in carreggiata] fosse durata un po' più a lungo. Ma la sua fredda e dura disillusione, il suo realismo non sentimentale e il suo atteggiamento fatalista verso una vita che non ha mai avuto inizio hanno un impatto notevole".[18]
Arthur D. Murphy di Variety stroncò il film definendolo "molto sgradevole" perché Hoffman "non riesce a superare gli elementi essenzialmente sgradevoli e sempre più antipatici del personaggio. La regia lenta di Ulu Grosbard non aiuta".[19]
Gary Arnold del The Washington Post scrisse che ci sono "momenti autentici e avvincenti nel film", ma "in qualche modo inevitabile [Hoffman] non sembra minaccioso e spietato. Si è tentati di consolarlo piuttosto che scappare da lui. L'astuzia e l'aggressività che si potrebbero accettare immediatamente se attori come Robert De Niro o Harvey Keitel fossero scelti per il ruolo di Max sono solo teoricamente evidenti in Hoffman".[20]
Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ha un indice di gradimento del 82% basato su 11 recensioni, con un voto medio di 8,3 su 10.[21]
Nel 2003 il The New York Times ha inserito il film nella sua lista The Best 1,000 Movies Ever Made.[22]
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Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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