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Via del Proconsolo

Via Storica di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Via del Proconsolo è una strada del centro storico di Firenze, situata tra piazza San Firenze, angolo via della Vigna Vecchia, e piazza del Duomo, presso l'angolo con via dell'Oriuolo (canto dei Bischeri/canto dei Falconieri). Lungo il tracciato si innestano: via Ghibellina (dove è il canto al Bargello), via Dante Alighieri e via Pandolfini (dove è il canto del Proconsolo), via del Corso e borgo degli Albizi (dove è il canto de' Pazzi), via dei Maccheroni. Poco prima di aprirsi a piazza del Duomo, sulla destra, si trova la piazzetta di Santa Maria in Campo.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
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Apparati effimeri per le nozze di Ferdinando I e Cristina di Lorena al Canto dei Bischeri, con veduta di via del Proconsolo, 1589
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Giuseppe Zocchi, Piazza San Firenze, 1744

La via seguiva più o meno il tracciato del lato orientale della prima cerchia di mura romane: grazie a profili metallici, si può notare sulla carreggiata l'ubicazione di un tratto di mura e di una torre cilindrica (lavori stradali del 1994); altri resti sono visibili sotto all'edificio all'angolo con via Dante Alighieri (scavi 2003-2004). All'altezza di via del Corso si apriva la "Porta Principalis Dextra", detta nel medioevo Porta San Piero, perché conduceva al monastero di San Pier Maggiore. La Porta San Piero venne poi spostata nella seconda cerchia dove oggi c'è la volta di San Piero.

Il nome odierno della strada deriva dalla carica istituita nel 1317 del proconsolo, il capo dell'Arte dei Giudici e Notai, che nella Repubblica Fiorentina divenne in seguito il capo di tutte le Arti maggiori e minori, secondo solo al Gonfaloniere di Giustizia. Il palazzo di questo magistrato, nonché residenza dell'Arte dei Giudici e Notai, si trova infatti su questa strada dal XV secolo, al numero 6.

Nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 sono registrate denominazioni diverse in ragione dei vari tratti: così da piazza di San Firenze a via de' Pandolfini l'arteria è segnata come via dei Librai (altrove via dei Cartolai, dal nome dei venditori di carta, stampatori e rilegatiori di libri, con limite del tratto a via Ghibellina, ovvero dal canto dei Cartolai al canto del Bargello) a cui segue, fino ad incontrare borgo degli Albizi, via del Proconsolo (per l'effettiva presenza in questo tratto dell'antica residenza del Proconsolo), per poi proseguire fino a piazza del Duomo sotto il nome di via dei Balestrieri (dal canto de' Pazzi al canto de' Bischeri). «La strada avrebbe potuto prendere anche il nome religioso della Badia Fiorentina, e quello civile del palazzo del Capitano, detto poi del Bargello, o quello privato della famiglia Pazzi, o quello nobiliare della famiglia Strozzi. Con questo elenco di possibili denominazioni abbiamo tracciato, in sintesi, la gloriosa storia della via, piena di importanti edifici e carica di memorie»[1].

Della sua dimensione nel Settecento bene documenta l'incisione di Giuseppe Zocchi del 1744 (e il relativo dipinto conservato nella collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze) che, per quanto dedicata alla piazza di San Firenze, grazie a un artificio di dilatazione spaziale, consente la lettura dei vari palazzi allineati su ambedue i lati (tra cui il palazzo Nonfinito con il cantiere sul lato sinistro della facciata ancora aperto).

Lungo la strada passava il Brindellone, nella processione dello Scoppio del Carro, omaggiando la casa dei Pazzi i cui antenati avevano messo su questa usanza: proprio al canto dei Pazzi venivano esplosi gli ultimi mortaretti. Tuttavia quando verso il 1879 vennero messi nella via i binari della rete tranviaria, la processione venne dirottata a fare l'ultimo scoppio in piazza della Repubblica, ma il ferimento di alcune persone nel 1909 fece sì che da allora lo "scoppio" avvenisse solo ed esclusivamente tra i battistero e il Duomo[2].

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Descrizione

Riepilogo
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Così come dovette accadere in passato ancora oggi la via è oltremodo frequentata, rappresentando una delle direttrici fondamentali dalla zona delle piazze della Signoria e di San Firenze a quella del Duomo e aprendosi lungo il tracciato sia musei che chiese, così come numerosi edifici commerciali, ristoranti e alberghi. Gli importanti edifici che la caratterizzano la rendono di eccezionale rilievo storico e artistico, il che suggerirebbe (nonostante sia chiara la difficoltà nel trovare soluzioni alternative) una sua pedonalizzazione. Da lamentare inoltre la realizzazione di una "isola ecologica" proprio dal lato del prospetto principale del palazzo Pazzi della Congiura, deliberata dalla Giunta comunale nel 2012 e nello stesso anno realizzata.

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Lapidi

Sul palazzo del Bargello si trova una lapide del 1255, la più antica datata e ancora in situ della città:

+ SVMM ALEXANDER SĈS QVE MVNDVS ADORAT
CV PASTOR MV́DI REGNABĀT REX GVLIELMVS ·
ET CV́ VIR SPLENDÊS ORNATVS NOBILITATE;
DE MEDIOLANO DE TVRRI SIC ALAMANNUS;
VRBEM FLORENTÊ GAVDENTI CORDE REGEBAT
MENIA TVNC FECIT VIR CÔSTĀS ISTA FVTVRIS ·
QVI PREERAT PPLO FLORENTI BARTHOLOMEVS
MĀTVA QVEM GENVIT COGNOMINE DE NVVVLONO
FVLGENTÊ SENSV CLARV́ PROBITATE REFVLTVM
QVÊ SIGNĀT AQVILE REDDVŤ SVA SIGNA DECORVM
IN SIGNVM PPLI QVOD CÔFERT GAVDIA VITE ⁂
ILLIS QVI CVPIVNT VRBEM CONSVRGERE CELO ⁂

QVAM FOVEAT XP̃S COSERVET FEDERE PACIS ⁂
ESSŤ QVIA CV́CTORVM FLORENTIA PLENA BONORV́ ·
HOSTES DEVICIT BELLO MAGNOQ TVMVLTV ⁂
GAVDET FORTVNA SIGNIS POPVLOQ POTENTI ⁂
FIRMAT EMIT FERVENS STERNIT NV́C CASTRA SALVTE
QVE MAREQVE TERRĀQVE TOTV́ POSSIDET ORBEM ·
PER QVAM REGNANTÊ FIT FELIX TVSCIA TOTA ⁂
TĀ QVĀ ROMA SEDET SEMPER DVCTVRA TRIVMPHOS ·
OMNIA DISCERNIT CERTO SVB IVRE CONHERCENS ⁂
ANNIS MILLENIS BIS CENTVM STANTIBVS ORBE ⁂
PENTA DECEM IVNCTIS XP̃I SVB NOMINE QVINQ
CVM TRNA DECIMA TVNC TÊPORIS INDITIONE ·

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La trascrizione per esteso è: «Summus Alexander Sanctus quem mundus adorat, cum pastor mundi regnabant rexque Guglielmus et cum vir splendens ornatus nobilitate de Mediolano, de Turri sic Alamannus, urbem florentem gaudenti corde regebat moenia tunc fecit vir constans ista futuris qui praeerat populo florenti, Batholomeus Mantua quam genuit cognomine de Nuvolono, fulgente sensu clarum probitate refultum, quam signant aquilae reddunt sua signa decorum in signum populi, quod confert gaudia vitae illis qui cupiunt urbem consurgere coelo, quam foveat Christus conservet foedere pacis. Esset quia cunctorum Florentia plena bonorum hostes, devicit bello magnoque tumultu, gaudet fortuna signis populoque potenti. Firmat emit fervens sternit nunc castra salute, quae mareque terramque totum possidet orbem. Per quam regnantem fit felix Tuscia tota, tam quam Roma sedet semper ductura triumphos, omnia discernit certo sub iure. Cohercens annis millenis bis centum stantibus orbe penta decem iunctis Christi sub nomine quinque cum terna decima tunc temporis indictione».

Traduzione: «Quando regnavano il santo sommo Alessandro pastore del mondo che il mondo adora e il re Guglielmo e quando governava la città di Firenze con animo lieto un uomo illustre e nobile, cioè Alemanno della Torre di Milano, fu allora che un uomo energico costruì queste mura per i posteri. Costui, Bartolomeo Nuvoloni nativo di Mantova, fulgido di senno, ragguardevole e sorretto dalla probità era a capo del popolo fiorentino e ha come insegna le aquile e questa insegna lo rende degno di onore sotto l'insegna del popolo che offre le gioie della vita a quanti desiderano che s'innalzi al cielo la città che Cristo protegga e conservi con un patto di pace. Poiché Firenze era piena di tutti i beni, egli vinse i nemici in guerra e in un grande tumulto, egli gode della buona sorte grazie alle insegne e al potere popolare, rafforza, compra, con impeto abbatte ora gli accampamenti grazie alla prosperità che abbraccia il mare, la terra e tutto il mondo. Quando essa regna tutta la Toscana diventa felice; sta salda come Roma, sempre pronta a riportare trionfi; si rende conto di tutto e impone leggi infallibili. Correndo nel mondo l'anno 1255 dell'era cristiana con la tredicesima indizione allora del tempo».

Presso la Badia Fiorentina si trova poi una lapide dantesca con uno stemma di Ugo II di Toscana:

CIASCVN CHE DELLA BELLA INSEGNA PORTA
DEL GRAN BARONE, IL CVI NOME E IL CVI PREGIO
LA FESTA DI TOMMASO RICONFORTA,
DA ESSO EBBE MILIZIA E PRIVILEGIO ·
-DANTE- PAR · , XVI · 127-130-
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Sul palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai:

IL COLLEGIO DELL'ARTE
DE' GIUDICI E DE' NOTAI
A CUI PRESIEDEVA IL PROCONSOLO
S'ADUNÒ IN QUESTA CASA
DAL TEMPO CHE LA SIGNORIA DEL COMUNE
STAVA NEGLI ARTEFICI
FINO AL SECOLO DECIMOTTAVO
QUANDO DELLE ISTITUZIONI POPOLARI
FU SPENTO ANCHE IL NOME
COSTANTINO PUCCIANTI NOTAIO FIORENTINO
P. Q. M. NEL MDCCCLXXVIII
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Davanti a questo palazzo si trovano tre pietre d'inciampo: per Abramo, Elena e Mario Gennazzani, deportati nel 1944 e uccisi ad Auschwitz.

Tabernacoli

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La Vergine su palazzo Pazzi

L'unico tabernacolo della strada si trova sulla cantonata con borgo Albizzi su palazzo Pazzi della Congiura: l'edicola contiene un bassorilievo in marmo con profilo della Vergine, forse della fine del Cinquecento[19].

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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