Arcavacata
frazione di Rende Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Arcavàcata (AFI: /arkaˈvakata/[3][4]) è una frazione del comune di Rende, di 1 831 abitanti (2009), in provincia di Cosenza.
Arcavacata frazione | |
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Panorama | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Provincia | Cosenza |
Comune | Rende |
Territorio | |
Coordinate | 39°21′29″N 16°12′41″E |
Altitudine | 320 m s.l.m. |
Abitanti | 1 831[1] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87036 |
Prefisso | 0984 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | H235 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | arcavacatesi |
Patrono | Madonna della Consolazione |
Giorno festivo | Lunedì dell'Angelo
20 febbraio (intero Comune di Rende) |
Cartografia | |
Sorge nella zona nord-occidentale del comune di Rende ed ha un territorio per lo più collinare, che oscilla tra i 240 e i 370 m s.l.m.. Su queste colline si estende in direzione nord-sud l'Università della Calabria.[5]
Arcavacata non è raggruppata in una sola zona ma è divisa in contrade: Rocchi, Dattoli, Longeni, Bianchi, Vermicelli, Bertoni, Tufo, Coda di Volpe, Bagno, Ghianduzzi, Molicelle, San Gennaro.
L'insolito toponimo ha dato luogo a diverse interpretazioni, ma dai nativi è fatto derivare da arca-vacàta, ed è posto in relazione a un avvenimento leggendario collocato ad alcuni secoli di distanza da oggi.[6]
In una notte invernale di pioggia e forte vento, un cieco e uno zoppo camminavano per strada in cerca di ricovero. A un tratto una luce rischiarò i due infermi e una voce ingiunse loro di scavare. Ascoltata la voce, la luce faceva loro strada. Scavando si accorsero di toccare un arco e sotto l'arco qualcosa di particolare li bloccò. La luce divenne più intensa, rischiarò tutto e così il cieco vide e lo zoppo cominciò a camminare. La voce disse loro che erano guariti e che in quel luogo sarebbe dovuta sorgere una chiesa. Ciò che avevano rinvenuto era un quadro raffigurante la Madonna con Gesù bambino. La chiesa venne eretta e il quadro fu posto sopra l'altare (tuttora si trova lì). Cavato da un arco il quadro diede il nome al luogo dove venne trovato: Arcavacata. Il quadro è del XIV secolo ed è di perenne devozione alla Madonna della Consolazione da parte degli abitanti di Arcavacata.
Il nome Arcavacata, secondo la tradizione religiosa, deriverebbe da “Arco Cavato“, dal nome di un arco che custodiva l’immagine della Madonna.
Secondo un'altra versione, la denominazione Arcavacata proverrebbe dall'esistenza di un'antica fortezza-vedetta, che la tradizione popolare individua in una piccola casupola situata su una delle colline vicino la Chiesa parrocchiale, della quale si parla in alcuni documenti pontifici del Medioevo[7]: secondo alcuni studi, si ritiene che il nome abbia un’etimologia latina da “Arx - Arcis” ossia Rocca, riferito all’uso fatto come rocca militare dagli antichi Enotri, antica popolazione di Rende che fondarono sulle rive di un fiume, da essi stessi denominato "Acheronte", la primitiva Acheruntia, che nell'etimologia della parola, significa "le case dei forti presso le acque del fiume". Tale fiume sarebbe il fiume Emoli che scorre alle pendici delle colline di Arcavacata.
Prima dell'attuale espansione edilizia, Arcavacata era una frazione con una prevalente economia agricola: si producevano grano, olive, fichi, frutta, ortaggi e gelsi per l'industria della seta. I pastori di Arcavacata producevano anche un particolare formaggio pecorino, frutto dei pascoli nelle zone rurali.
L'Università della Calabria[12] è ubicata sulle colline di Arcavacata in prossimità dello svincolo autostradale (A2) Rende-Cosenza nord, della Salerno-Reggio Calabria e a poco più di 3 km dalla stazione ferroviaria di Castiglione Cosentino, nodo di collegamento per Cosenza, Paola e Sibari.
Arcavacata è la terra natia di Giovanni Tocci, tuffatore ed atleta del Centro Sportivo dell'Esercito e del Cosenza Nuoto. Ha partecipato a numerosi campionati Mondiali ed Europei e come ultimo traguardo, nel 2024 ha vinto l’argento nel sincro 3m ai Mondiali del Qatar.
Situato lungo il ponte Pietro Bucci, è strutturato in modo semplice e chiaro: si sviluppa attraverso una sequenza cronologica di espositori e di pannelli illustrativi che permettono la comprensione degli argomenti trattati. Negli espositori sono racchiusi i milioni di anni di storia della vita sulla Terra. Una storia che si può immaginare osservando con attenzione le forme fossili. Le collezioni comprendono reperti fossili di invertebrati di diversa età, provenienti sia dal territorio italiano sia da alcune località fossilifere mondiali, resti di vertebrati dal famoso sito di Cessaniti ed un dinosauro erbivoro Ouranosaurus nigeriensis.
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