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suddivisione amministrativa del Regno d'Italia intermedia tra la provincia e il mandamento Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il circondario del Regno d'Italia era una suddivisione amministrativa del Regno d'Italia intermedia tra la provincia e il mandamento.
Fu istituito nel 1859 con la legge Rattazzi[1], come nuova denominazione della "provincia" del Regno di Sardegna, che corrispondeva all'arrondissement francese. In seguito alla graduale annessione allo stato sabaudo degli altri territori della penisola, l'istituto del circondario fu esteso alle nuove province, sostituendo, nello specifico, l'istituto del distretto del Regno delle Due Sicilie. I circondari vennero soppressi nel 1927[2].
Le città capoluogo dei circondari erano sede di sottoprefettura, tribunale ordinario, catasto ed uffici finanziari. Il circondario era a sua volta suddiviso in mandamenti.
La suddivisione amministrativa del territorio nazionale italiano in 69 province e circondari all'inizio della prima guerra mondiale (1914), era la seguente:
I seguenti circondari vennero istituiti nel 1859, in seguito all'annessione della Lombardia dal Regno Lombardo-Veneto al Regno di Sardegna, e alla conseguente riorganizzazione amministrativa di quest'ultimo[3]:
I territori annessi dopo la vittoria nella Grande Guerra furono dapprima mantenuti nei loro ordinamenti asburgici, salvo pure ridenominazioni lessicali, dai governi liberali. In tali zone, quindi, i circondari furono creati solo nel 1923 quando, dopo la marcia su Roma, il governo fascista volle uniformare l'amministrazione locale di queste zone a quella del resto del Regno.[20] In seguito al Regio Decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, poi, il governo si riservò il potere di intervenire in materia semplicemente tramite propri decreti.
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