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Il clan Giuliano è un sodalizio camorristico di Napoli che opera nelle zone centrali della città, dal quartiere Forcella-San Gaetano fino alla zona della Maddalena, in Piazza Garibaldi e Piazza Mercato. Fondato da Pio Vittorio Giuliano negli anni '50, il clan è stato tra i più potenti di tutta la Campania dagli anni '70 agli anni '90.[1]
La dinastia dei Giuliano è lunga e originariamente legata al contrabbando di sigarette. Il capostipite si chiamava Pio Vittorio Giuliano (1927-2009[2]), noto contrabbandiere di sigarette e artefice principale di questo affare di famiglia (anche i fratelli Salvatore e Giuseppe si diedero al contrabbando). Pio Vittorio era uno dei 6 figli di Luigi e tra questi vi erano Guglielmo (morto anziano) Salvatore, Giuseppe e Luigi (omonimo del padre); Luigi Giuliano senior a sua volta era uno dei 12 figli di Erminia e Nunzio Giuliano provenienti da Cassino e trasferitisi a Napoli nel 1889.
Pio Vittorio ebbe, con Gemma Sacco, 11 figli (6 maschi e 5 femmine):
I fratelli Giuliano conobbero il contrabbando negli anni del dopoguerra, nell'ambito della malavita cittadina (ma non tutti si sono fatti travolgere dalla spirale criminale).
Il clan per quasi un trentennio, dalla fine degli anni settanta e per tutti gli anni ottanta e novanta, è diretto dai figli di Pio Vittorio Giuliano con i cugini Ciro Giuliano e Luigi Giuliano (figli di Giuseppe Giuliano, fratello di Pio Vittorio), oltre che da Tonino Capuano.
Negli anni '80 emerge particolarmente la figura di Luigi Giuliano, che diventa così conosciuto a tutti come "'o Re", al quale si aggiungono presto i fratelli Guglielmo ("'o Stuorto"), Salvatore ("'o Muntone"), Carmine ("'o Lione") e Raffaele ("'o Zui"). L'unico figlio maschio del capostipite Pio Vittorio che restò fuori dagli affari illeciti fu il primogenito Nunzio, che in seguito alla morte per overdose di eroina del figlio Pio Vittorio, omonimo del nonno[4], decise anche di dissociarsi pubblicamente dalla famiglia, finendo ciononostante ammazzato a via Tasso nel 2005 per una vendetta trasversale, prima che i fratelli, a cominciare dal capo Luigi 'o Re, decidessero di collaborare con la giustizia. A distanza di tanti anni i suoi sicari non hanno ancora nome, né volto[5]. Particolarmente attiva negli affari criminali della famiglia c'è anche una sorella di Luigi, Erminia, detta "Celeste", maritata con Giuseppe Roberti, detto "Capavacante". Tra i loro crimini, l'assassinio del diciottenne Nicola Gatti nel 1993. Al giovane ragazzo di Forcella, persona di fiducia della famiglia, venne affidato il compito di controllare le figlie della coppia, Gemma e Milena, all'epoca minorenni, ma il ragazzo instaurò una relazione con entrambe le ragazze. Il suo corpo non fu mai ritrovato e solo nel 2010, grazie anche alle rivelazioni di alcuni pentiti, è stata ricostruita la sua fine: attirato con un pretesto da Giuseppe Roberti su un motoscafo, al largo di Mergellina venne tramortito con una mazza e gettato in mare legato ad un'ancora. Per questo omicidio Roberti "Capavacante" si trova ancora adesso in carcere.[6]
Tra gli anni ottanta e novanta i fratelli Giuliano sono i padroni della città: sono proprietari di negozi, ristoranti, night club e "Lovigino" è il sovrano indiscusso del crimine campano, controllando un clan che fattura decine di miliardi all’anno con droga, estorsioni, prostituzione, usura, totonero e contrabbando di sigarette[7]. È una famiglia dai matrimoni sfarzosi con ostriche, champagne, cantanti e mondana (scalpore fecero le foto pubblicate a fine anni ottanta che ritraevano Diego Armando Maradona che brindava con alcuni dei fratelli Giuliano).[8][9]
Nella faida tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia della prima metà degli anni ottanta, il clan si adopera per annientare Raffaele Cutolo, fondatore e capo della Nuova Camorra Organizzata. In questo contesto i fratelli Giuliano si inseriscono stabilmente nell'organizzazione detta Nuova Famiglia, creata con il solo intento di distruggere Cutolo.
Le numerose guerre tra gli anni ottanta e novanta contro i Contini, i Licciardi, i Lo Russo, i Misso e i Mazzarella depotenziano però notevolmente il clan Giuliano e i numerosi pentimenti dei principali boss fanno progressivamente perdere peso a quella che veniva considerata tra le più potenti famiglie camorristiche.
Il clan conobbe anche due faide interne a partire dagli anni novanta, che coinvolsero i vari parenti della famiglia Giuliano e il loro parentado, e che posero di fatto fine all'egemonia del clan. Vi fu poi anche una terza faida, nell'ambito di una guerra di camorra, negli anni dieci di questo secolo.
I figli di Nunzio Giuliano (1948-2005) sono:
I figli di Luigi Giuliano (Napoli, 3 novembre 1949), detto "'o Re" o anche "Lovigino", e Carmela Marzano sono:
I figli di Guglielmo Giuliano (Napoli, 26 maggio 1951), detto "'o Stuorto", sono 9 quelli avuti dalla prima moglie Rita Tolomelli (1954-aprile 2008) sposata nel 1972 tra cui:
I figli di Carmine Giuliano (1953-2004), detto "'o Lione", e Amalia Stolder (sorella di Raffaele) sono tre, due femmine e un solo maschio[20]:
I figli di Salvatore Giuliano (Napoli, 10 maggio 1954), detto "'o Muntone", sono nati da due matrimoni[22]. Quelli avuti dalla prima moglie Rita Saltalamacchia:
e quelli avuti dalla seconda moglie, Assunta Stolder, sorella di Amalia, che sono 5, di cui due noti alle forze dell'ordine e sono[23]:
I 5[26] figli di Raffaele Giuliano (1969) e sua moglie Elvira Daniele (1969):
Guglielmo Giuliano (1º luglio 1994), omonimo del nonno, figlio di Raffaele Giuliano (6 giugno 1974), a sua volta figlio di Guglielmo Giuliano (Napoli, 26 maggio 1951), capo storico di Forcella e fratello di Lovigino.
Poi ci sono i figli di Giuseppe Giuliano (1935-9 luglio 1998), fratello del capostipite Pio Vittorio, e Rita Ilardo (1935-5 febbraio 2014), che sono:
Tra quelli afferenti alla Paranza dei Bambini (cartello Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante):
poi ci sono quelli avuti con Carmela De Rosa (1965), che sono invece:
Infine vi sono poi altri Giuliano: Manuel Giuliano (Napoli, 16 novembre 1989) e Antonietta Giuliano (1996), tutti e due legati alle nuove leve del clan.
In seguito ad alcune importanti operazioni condotte contro i clan di Forcella, in particolare nei confronti di alcuni gruppi composti da giovani o giovanissimi, è stata evidenziata la presenza di membri del clan Giuliano. Dalle indagini è emerso come costoro facciano parte di un "cartello" insieme ai clan Amirante-Brunetti-Sibillo che punta ad allontanare i Mazzarella-Del Prete-Buonerba. Osservatori e giornalisti parlano di "terza generazione dei Giuliano".[34][35]
Oltre a Luigi Giuliano, si erano già pentiti i due fratelli di Luigi, Guglielmo e Raffaele.
Nel 2004 il fratello Carmine è morto per un cancro alla gola e nel 2005 fu ucciso un altro dei fratelli, Nunzio, del tutto estraneo agli affari della famiglia. Il 7 dicembre 2006 viene ucciso il figlio del boss, Giovanni Giuliano, che aveva in precedenza rifiutato il programma di protezione.[36][37]
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