Corsa austro-italiana agli armamenti navali
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La corsa agli armamenti navali tra l'Impero austriaco e il Regno d'Italia iniziò nel 1860 quando entrambi si dotarono di una serie di navi da guerra corazzate, ovverosia delle navi a vapore protette da piastre di armature di ferro o acciaio, molto più potenti delle navi di linea, interamente in legno. Queste navi furono costruite per instaurare il controllo sul mare Adriatico, in caso di conflitto tra i due paesi.
L'unificazione di gran parte dell'Italia nel periodo subito antecedente, portò alla fusione delle varie marine degli ex stati italiani nella Regia Marina. La componente sarda comprendeva due corazzate della classe Formidabile, ordinate dalla Francia nel 1860, che divennero le prime corazzate a ferro battuto dell'Italia. Il paese iniziò rapidamente un sostanziale programma di costruzione per rafforzare la Regia Marina, poiché gli italiani credevano che una forte marina avrebbe avuto un ruolo cruciale nel rendere il regno nato da poco, una grande potenza.
Queste azioni catturarono l'attenzione dell'Impero austriaco, che guardava all'Italia con grande sospetto e preoccupazione, poiché le affermazioni irredentiste dei nazionalisti italiani erano dirette in territori austriaci chiave come Venezia, Trentino e Trieste. In risposta alla crescente forza della Sardegna, che presto diventerà l'Italia, la Marina imperiale austriaca ordinò due corazzate di ferro (classe Drache) nel 1860. Iniziò così una corsa agli armamenti navali tra Austria e Italia, incentrata sulla costruzione e l'acquisizione di corazzate. Ciò continuò per i successivi sei anni, e quando scoppiò la guerra tra i due stati nel 1866, l'Austria possedeva sette corazzate contro le dodici italiane.
Mentre l'Italia risultò dalla parte vincente della guerra e acquisì il Regno Lombardo-Veneto ai sensi del Trattato di Vienna, la Regia Marina fu definitivamente sconfitta nella Battaglia di Lissa dalla molto più piccola Marina imperiale austriaca. Le loro scarse prestazioni portarono a un periodo di abbandono con budget ridotti e l'interruzione della costruzione di nuove navi; l'Italia non avrebbe armato un'altra corazzata fino al 1873.
Nel frattempo, l'Austria si riformò nell'Impero austro-ungarico nel 1867 dopo aver perso la Guerra delle sette settimane contro la Prussia. Negli anni successivi alla Battaglia di Lissa, Wilhelm von Tegetthoff avrebbe supervisionato la costruzione di altre tre corazzate e la ricostruzione di una quarta. Dopo la morte di Tegetthoff nel 1871, la Marina austro-ungarica entrò in un periodo di abbandono, con solo cinque ulteriori corazzate costruite nei successivi tredici anni. Entrambe le marine si impegnarono in ulteriori progetti di costruzione tra il 1870 e l'inizio del 1880, ma la corsa agli armamenti terminò nel 1880 a causa della firma della Triplice Alleanza tra Italia, Austria-Ungheria e Germania nel 1882 e l'introduzione di nuove tecnologie che portarono al sviluppo di corazzata policalibro/pluricalibro. Nonostante la loro alleanza, tuttavia, l'Italia e l'Austria-Ungheria si sarebbero impegnati in una seconda corsa agli armamenti incentrata sulla costruzione di navi da battaglia all'inizio del secolo. Questa corsa agli armamenti sarebbe continuata fino all'inizio della prima guerra mondiale.