Loading AI tools
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La descrizione dello spazio dal punto di vista geografico rende la narrazione verghiana autenticamente verista e assume, nelle novelle e nei romanzi, dignità di protagonista.
Basti pensare alla novella Malaria:
Lo spazio descritto in modo reale è essenziale alla narrazione non solo in questa novella, in cui una malattia di per sé inafferrabile sembra assumere sembianze concrete, ma anche in altre dove l'agire e il dire dei personaggi diventa drammatico.
In Rosso Malpelo non potremmo immaginare questo ragazzino e il suo dramma se non lavorasse in una cava di rena rossa, quasi a mimetizzarsi con le sue lentiggini e i suoi capelli di colore rosso. Malpelo muore, in modo epico, quasi mitico dentro la cava, dopo essersi avviato all'interno di quei cunicoli da dove mai nessuno è tornato:
Malpelo si incammina all'interno del ventre della terra, e ritorna nei pensieri e nelle paure dei ragazzi come una divinità ctonia.
Nella novella La Lupa "Gnà Pina" si muove in un paesaggio a lei perfettamente idoneo e cioè quello campestre e la seduzione di Nanni Lasca avviene nel fossato tra le "stoppie riarse dei campi immensi, che si perdevano nell'afa, lontan lontano verso l'Etna nebbioso, dove il cielo si aggravava sull'orizzonte".[3]
Se non ci fosse l'adeguata descrizione spaziale la novella non avrebbe quel sapore di tragedia antica che ha. La morte della gnà Pina avviene fuori in mezzi ai campi, così come in mezzo ai campi avvenivano i suoi incontri con Nanni:
La Lupa arriva un'ultima volta con i papaveri rossi, fiori sgargianti ma effimeri, di breve durata come di breve durata era stata la sua storia con Nanni.
Gli spazi esterni sono i luoghi del peccato, della ribellione ai canoni sociali che vogliono una vedova (per quanto giovane e bella possa essere) relegata in casa, a vivere del ricordo del marito e della pietà dei vicini.
La Lupa si ribella appunto a questi canoni, a queste regole, ma sa che esistono e in modo più o meno istintivo li infrange soltanto fuori.
Ella non disonora mai il focolare domestico, non seduce Nanni in casa, e non va in chiesa. Tutti i luoghi chiusi, domestici, sono da lei rifuggiti o vissuti solo in termini funzionali come ad esempio il pagliericcio in cucina per dormire.
Abbiamo perciò, una netta distinzione tra dentro e fuori. Nel dentro vi sono le regole, la famiglia, le convenzioni e costrizioni; fuori vi è la libertà, l'amore o la lussuria, il lavoro che affranca da qualsiasi imposizione possa avvenire dagli altri.
Come avviene per Rosso Malpelo, la libertà si conquista fuori, lontano dagli altri, gli spazi aperti fanno così da rifugio per questi ed altri personaggi.
Certamente non si può ignorare l'importanza delle descrizioni spaziali nella novella La roba; e non si può dimenticare la figura di Mazzarò immaginato lungo disteso su tutte le sue smisurate proprietà in modo da fondere in un'unica sostanza simbolica spazio e personaggio "Pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la terra, e che gli si camminasse sulla pancia".[5] Le iperboli linguistiche che Verga usa per indicare la grandezza dei magazzini di Mazzarò sono funzionali ed essenziali alla resa narrativa. Il personaggio di Mazzarò. Mazzarò era un omiciattolo, che a vederlo non gli avresti dato un centesimo, magro e piuttosto basso, di grasso aveva soltanto la pancia che riempiva con soli due pezzi di pane. Il protagonista è un avaro, molto ricco e privo di sentimenti. Ma la ricchezza non lo rende migliore o soddisfatto di sé: non ha una famiglia, non ha eredi e la sua ROBA se la vuole portare nell'aldilà. Mazzarò è quindi solo e triste e il messaggio che possiamo dedurre leggendo questa novella è: possedere "ROBA" non è utile, è più utile avere affetti e soprattutto godersi la vita.
Nella novella Libertà lo spazio è quello del paese con la piazza, il campanile, le viuzze che diventano trappole per i "galantuomini", il palazzo della baronessa che muore fatta precipitare da un balcone. Quei luoghi prima amici, innocui, che ispiravano fiducia e sicurezza diventano, subitamente, teatro di morte e violenza.
C'è anche lo spazio metaforico del mare a cui è paragonata la folla senza controllo:
Ed ancora lo spazio reale del muro del cimitero davanti al quale sono fucilati alcuni dei rivoltosi, e poi il carcere alto e vasto come un convento.
E prima ancora il paese che all'improvviso si fa deserto, con i portoni spalancati delle case signorili deserte, soltanto i cani e il chiaro di luna.
Sicuramente della novella rimane impressa la baraonda della rivoluzione, la forza della violenza narrata con brutalità verista, ma anche l'immagine del paese testimone di una carneficina improvvisa quanto inutile.
Nei romanzi veristi lo spazio verghiano diventa ancor più protagonista.
I Malavoglia sarebbero inconcepibili senza la carica emotiva e psicologica che dà ai protagonisti lo spazio protettivo e minacciato dagli eventi che è "la casa del nespolo".
In casa tutto è buono e protettivo, la casa del nespolo è il bene di tutti. Padron 'Ntoni morirà per il dolore di averla persa. Alessi con il riscatto della casa affrancherà la famiglia dalla vergogna. Il lume che splende nella casa di Alfio Mosca fa battere il cuore di Mena, il cortile dove avvengono le chiacchierate fra vicini è un palcoscenico ora gioioso ora triste. Il lavatoio è lo spazio dove ognuno dice la sua, dove si danno le "rispostacce" tra comari. Alla bottega dello speziale si chiacchiera di politica, per non parlare dell'osteria della Santuzza.
Fin qui lo spazio circoscritto, conosciuto, poi c'è lo spazio del mare in cui si intersecano buono e cattivo. Il mare è cattivo quando ingoia Bastianazzo e la Provvidenza con il suo carico. Diventa buono quando dà la possibilità ai Malavoglia di poter pagare il debito:
Lo spazio marino è usato dallo scrittore anche quando vuol enfatizzare un certo stato d'animo, in questo caso positivo e di speranza:
Uno spazio che invece assume quasi sempre connotati negativi è quello della città. Nella città 'Ntoni va “a fare il soldato” e rimane abbagliato da tutto ciò che appare nuovo, ricco, facile:
Il giovanotto infatti, per cercar fortuna va ad impelagarsi nel contrabbando e finisce in carcere. Anche Lia, la sorellina minore sente il richiamo dell'ignoto, di una vita più facile e con meno stenti; come già detto si perderà e non tornerà più ad Aci Trezza.
La città in tutte le sue sfaccettature è sempre vista in modo negativo, nella novella “Libertà” la città è il luogo del carcere, dove portano i prigionieri per essere processati:
Anche nella novella L'amante di Gramigna la città è luogo in cui la perdita di se stessi è irreparabile:
Nel Mastro-don Gesualdo lo spazio della città è decisamente negativo, abbiamo visto Gesualdo Motta vi muore due volte, prima moralmente e poi fisicamente. Nel resto della narrazione a volte lo spazio serve per rendere in modo più chiaro lo stato d'animo e la psicologia di Gesualdo. Un sistema geniale che ancora una volta fa sì che non si senta la mancanza del narratore onnisciente.
Il lettore si trova proiettato all'interno e capisce pienamente i sentimenti del soggetto narrato:
E ancora:
Il paesaggio naturale è quasi un alter ego di Gesualdo, avviene per certi versi la stessa introiezione al rovescio che c'è nella Lupa. La descrizione dello spazio nella produzione verista assume quindi, anche valore simbolico e il principio dell'impersonalità rimane comunque inalterato, anzi aiuta il lettore a percepire l'ambiente in modo più funzionale alla narrazione.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.