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ampia distesa d'acqua salata Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il mare è una vasta distesa di acqua salata connessa con un oceano; lambisce le coste di isole e terre continentali[1].
Il termine è ampiamente usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali, di acqua di mare o di biologia marina; equivale a oceano anche quando lo si contrappone alle terre emerse.
In pochi casi, molto particolari, lo stesso termine è usato per indicare masse d'acqua chiusa, come il Mar Caspio, salmastro ma di notevole estensione, o per ragioni toponomastiche, come il Mar Morto; nonostante il nome, essi sono geograficamente dei laghi.
I mari dipendenti sono le parti di ogni oceano che si distinguono dal resto perché contornati parzialmente dalla terraferma, in misura più o meno consistente. Si distinguono quindi dall'oceano aperto[2].
Nei mari dipendenti possono si possono distinguere due diverse tipologie: mari interni e mari aperti o marginali[3][4].
Quando un mare interno è molto vasto e circondato da terre appartenenti a più di un continente o subcontinente è detto "mare mediterraneo". Nell'uso pratico, questo termine si applica ai seguenti quattro mari[6]: Mar Mediterraneo, il mediterraneo per antonomasia[7] (tra Europa, Asia e Africa), il Mar Glaciale Artico (tra Europa, Asia e America), il Mediterraneo Australasiatico (tra Asia e Oceania) e il Mediterraneo Americano (tra i due subcontinenti dell'America del Nord e dell'America del Sud). Il nome di questi mari è riportato nelle carte geografiche solo nei casi del Mar Mediterraneo propriamente detto e del Mar Glaciale Artico; negli altri due casi, il nome è usato in oceanografia, geologia e biologia marina, mentre nelle carte si trovano i nomi dei mari dipendenti[8]
Secondo alcuni testi, i mari interni circondati da terre appartenenti ad uno stesso continente, e quindi non considerabili "mediterranei", sono denominati "mari periferici"[4]; altri, invece, usano quest'espressione come sinonimo di "mare dipendente"[9]; altri testi ancora usano l'espressione "mari periferici" per indicare una categoria intermedia tra i mari marginali e i mari interni: quella dei mari separati dall'oceano attraverso un cordone di isole[3].
Seguendo un criterio geologico, si distingue la categoria dei mari epicontinentali, che sono situati su una piattaforma continentale[4].
Si fornisce di seguito un elenco di mari dipendenti, suddivisi secondo l'oceano di appartenenza. In alcuni casi si noterà che alcuni mari dipendenti, e in particolar modo i mari mediterranei, comprendono a loro volta altri mari. Sono inclusi alcuni golfi, baie e canali che, per la loro straordinaria vastità, sono considerabili mari sotto ogni aspetto, nonostante il nome.
Nell’uso comune, ma non in quello scientifico[11], alcuni laghi vengono chiamati "mari" o "mari chiusi" quando sono di vastissime dimensioni oppure, anche se limitati di estensione, le loro acque sono salate, o infine per consuetudine legata alle lingue parlate nella zona in cui si estendono, in cui si indicano con lo stesso termine tutte le distese d'acqua; in arabo, ad esempio, con il termine bahr si intendono i laghi, i mari e anche i grandi fiumi[12]. Tra questi rientrano:
La Luna è caratterizzata da varie configurazioni morfologiche chiamate mari, pur non essendo caratterizzati dalla presenza di acqua; si tratta in realtà di pianure basaltiche. Sono stati chiamati mari perché il colore più scuro faceva presupporre nell'antichità la presenza di acqua. Sulla Luna è presente dell'acqua, non allo stato liquido, ma sotto forma di ghiaccio; l'origine di tale ghiaccio dovrebbe essere dovuta a comete che si sono scontrate con il satellite in posizioni poco o per nulla irradiate dai raggi del Sole.
Acqua liquida potrebbe essere presente sulla superficie o nel sottosuolo di molti altri satelliti, tra cui ricordiamo principalmente Europa, una delle 79 lune di Giove. Si pensa che Europa ospiti al suo interno un vero e proprio oceano sotto la superficie ghiacciata, circondante tutto il satellite. Si pensa che sulla superficie di Titano siano presenti idrocarburi liquidi, anche se sarebbe più esatto descriverli come "laghi" al posto di "mari".
Lo studio del comportamento del mare e dei suoi fenomeni, tradizionalmente collegato con la navigazione, lasciato alle considerazioni empiriche basate sull'esperienza dei marinai. Il suo studio scientifico non è mai stato sviluppato finché non vi è stato l'interesse. Una prima grande campagna di ricerca venne fatta per poter prevedere le migliori condizioni per lo sbarco in Normandia della seconda guerra mondiale, altri fondi di ricerca furono stanziati dalle multinazionali nelle campagne di trivellazione delle piattaforme petrolifere dagli anni cinquanta a oggi. Ancora oggi, gran parte delle ricerche si basano su considerazioni sperimentali e probabilistiche. Il movimento delle onde si definisce come moto ondoso e con le dovute approssimazioni il suo studio ha suddiviso le onde in diversi tipi, che si possono definire regolari.
Al mare è in genere attribuita una importante e non trascurabile forza mitigatrice sul clima. L'azione mitigatrice del mare fa sì che l'acqua (del mare o di un lago) in estate accumuli calore dall'ambiente soprastante per restituirlo progressivamente durante la stagione invernale: da questo risultano una temperatura massima estiva e una temperatura minima invernale medie (sia reali sia percepite con umidità relativa e umidità assolute), e una differenza termica finale decisamente minori rispetto al clima continentale.
Questo divario cresce via via che in latitudine-longitudine ci si allontana dal livello del mare (dai due tropici ai poli aumenta a causa tra luglio e gennaio per la diversa inclinazione dei raggi solari e la diversa durata del giorno), mentre scende con l'altitudine (in montagna durante l'estate la temperatura è più bassa). Per questi due fattori, il semplice valore assoluto dell'escursione termica non può essere adottato come misura dell'influenza del mare su un certo clima locale. Una delle più valide formule per il calcolo dell'indice di marittimità è quella del climatologo russo N. N. Ivanov[15]
dove:
L'indice ha questi valori tipo: clima oceanico (fino a 68), marittimo (69-100), debolmente continentale (178-214), estremamente continentale (oltre 214)
La costa o litorale è la linea di confine tra la terra e l'acqua di un oceano, golfo, mare o grande lago. Comprende sia la spiaggia sommersa sia quella emersa e termina quando cambia l'assetto vegetativo o fisiologico. Le onde marine, il moto ondoso, le maree sviluppano fenomeni di trasporto dei sedimenti, che può essere longitudinale o trasversale alla linea di riva. Sotto il profilo della pendenza di una spiaggia, essa può essere divisa in dissipativa, intermedia o riflettente.
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