Elio Pagliarani
poeta italiano (1927-2012) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Elio Pagliarani (Viserba, 25 maggio 1927 – Roma, 8 marzo 2012) è stato un poeta e critico teatrale italiano.
«Quando andò a Milano, sui diciott'anni, scrisse o disse, con linguaggio più o meno rilkiano, che andava a cercare le "parole d'oro": le trovò di ferro, e poi si accorse che erano proprio quelle, di ferro o acciaio, che andava cercando.»
(Elio Pagliarani[1])
Ha lavorato nel mondo editoriale ed è stato critico teatrale del quotidiano Paese sera dal 1968 al 1987[2]. È stato tra i principali esponenti della neoavanguardia (comparendo tra l'altro nell'antologia I Novissimi del 1961), uno dei protagonisti del Gruppo '63[3], all'interno della quale ha occupato tuttavia una posizione autonoma e personale[2]. La sua poesia, caratterizzata da toni crepuscolari, nasce dalla cronaca e dalla vita quotidiana; prosa, inserzioni dialettali, collage di vario tenore sono gli ingredienti del suo stile. Ha anche pubblicato testi teatrali[2].
Pagliarani è stato uno scrittore che ha saputo costantemente reinventarsi nel corso degli anni. Da un lato una fedeltà quasi fotografica al reale, e al mondo della piccola gente, dal sottoproletariato a impiegati come La ragazza Carla, la sua opera più significativa e riconosciuta[3]; dall'altro l'uso di una serie di procedimenti tecnico-formali tipici delle avanguardie, una capacità inusuale di giocare con la lingua e i suoi ritmi[4].