La Festuca arundinacea (sin. Schedonorus arundinaceus e Lolium arundinaceum) è una specie di monocotiledone della famiglia delle Poaceae comunemente nota come festuca alta. È una specie di graminacea perenne C3 di stagione fresca originaria dell'Europa. È un'importante erba da foraggio in tutta Europa e molte cultivar sono state utilizzate in agricoltura. È anche un'erba ornamentale nei giardini e una pianta per il fitorisanamento.

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La cultivar predominante nei pascoli britannici è la S170, una varietà priva di endofiti.[1] Nel suo ambiente nativo europeo, la festuca alta si trova nelle praterie umide, sulle rive dei fiumi e nelle località costiere.[2] La sua distribuzione è un fattore climatico, edafico o di altri attributi ambientali[3]. In Nuova Zelanda, dove è stata introdotta, la specie è particolarmente prolifica nelle paludi salmastre, dove è spesso una parte importante del biota vegetale[4].

Descrizione

È una specie erbacea, a culmo relativamente alto, provvista di lamine fogliari piuttosto appiattite, ristrette e di forma lanceolata. Porta una infiorescenza a spiga.

Prefogliazione: arrotolata
Ligula: membranosa
Auricole: piccole
Collare: suddiviso, largo, può presentare peli
Guaina: suddivisa
Foglia: fortemente solcata, nervatura centrale pronunciata
Habitus: cespitoso
Rizomi: rari e corti
Stoloni: assenti

Storia

La festuca arundinacea venne selezionata ai Kew Garden di Londra (UK)[5]

Utilizzi

Specie microterma, molto utilizzata nella realizzazione di tappeti erbosi poiché tollera caldo, siccità e ombra. Rimane verde tutto l'anno e resiste a molte malattie, sopporta molto bene l'usura ed è molto persistente anche in caso di scarsa manutenzione. È la specie più adatta al clima italiano e predilige suoli fertili, con un pH di 6 - 6,5. Viene spesso usata anche nei campi di calcio.

In campo agronomico riveste un notevole importanza per la produzione di fieno, in quanto specie a rapido essiccamento, seguita da Dactylis glomerata e Phleum pratense.

Tossicologia

Nei bovini alimentati per almeno due settimane con F. arundinacea contaminata dalle micotossine prodotte dal fungo Acremonium coenophalium può comparire la sindrome Fescue foot caratterizzata da gangrena secca preceduta da alopecia e cianosi alle estremità (arti, padiglioni auricolari, scroto, coda).

Quando ingerita in notevoli quantità, provoca negli animali manifestazioni di zoppia dovute all'instaurarsi di processi necrotici all'apparato tegumentario degli arti simili a quelli evidenziabili in corso di ergotismo cancrenoso. Questi processi sembrano imputabili a lenta e prolungata vasodilatazione periferica complicata da infezioni secondarie. I fenomeni necrotici si estendono col tempo alla base della coda e nelle regioni auricolari, e si complicano più tardivamente con atassia motoria, deambulazione barcollante, convulsioni che si concludono con il decesso degli animali.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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