Fratelli Bielski
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I Fratelli Bielski (in polacco Otriad Bielskich, letteralmente Brigata Bielski) conosciuti anche come "unità Bielski"[1], furono un gruppo di partigiani ebrei polacchi che salvarono alcune migliaia di ebrei dai ghetti e dai campi di sterminio, combattendo contro le forze di occupazione naziste in prossimità di Nowogródek e Lida nella parte di Polonia occupata dalla Germania, ora facente parte della Bielorussia occidentale.
Sotto la loro protezione più di 1 200 ebrei sopravvissero alla guerra, rendendola una delle più grandi missioni di soccorso dell'Olocausto[2]. Il gruppo trascorse più di due anni vivendo nella foresta di Naliboki (o Nalibocka)[3] e fu inizialmente organizzato dai quattro, di dodici, fratelli della famiglia Bielski: Tuvia, Zus, Asael e Aron.
L'unità Bielski, secondo la sociologa e storica della Shoah Nechama Tec, che fu la prima a «riportare quell'episodio del Novecento alla luce»[4] dimostra che nella Shoah non tutti furono «vittime passive» rassegnate al loro destino «che si lasciavano condurre passivamente alla morte». Lo stereotipo che ha contraddistinto gli ebrei d'Europa per molti anni, secondo la Tec, è contraddetto proprio dall'operato dell'unità combattente che la studiosa considera: «la più massiccia operazione di salvataggio mai compiuta da ebrei verso altri ebrei»[1].