Fu famoso per un classico della letteratura italiana per bambini, Le orecchie di Meo, illustrato da Attilio Mussino, una contaminazione con Pinocchio che ebbe un seguito nel 1938.
È ricordato inoltre come uno degli autori novecenteschi della prima fantascienza italiana con Ipergenio il disinventore, Il gigante dell'apocalisse, un ciclopico robot volante (tradotto in spagnolo nello stesso anno[1]), Il rotoplano "3bis", una gara nella stratosfera, e il già citato Le orecchie di Meo.[2]
Fu anche l'autore del maggiori numero di romanzi apocrifisalgariani, tra i quali Il fantasma di Sandokan (1928)[3], più volte ripubblicato nei decenni successivi.
In un saggio divulgativo del 1928, Il libro del dopolavoro, fu tra i primi a occuparsi della questione del tempo libero.
Pubblicò tre saggi di psicologia dietro lo pseudonimo di Ellick Morn, tradotti anche in francese e portoghese, mentre dietro lo pseudonimo di Donna Clara firmò vari manuali di arredamento, economia domestica, bellezza, dedicati alle donne.
Fu attivo anche nel teatro dialettalepiemontese, nell'ambito della commedia realistica e moraleggiante.[4] Dai suoi soggetti furono tratti alcuni film muti.