Guerra tra Repubblica di Venezia e Regno d'Ungheria
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La guerra tra la Repubblica di Venezia e il Regno d'Ungheria scoppiò nel 1411 poiché la prima mirava al controllo dei passi alpini mentre il secondo cercava uno sbocco sul mare Adriatico.
Guerra tra Repubblica di Venezia e regno d'Ungheria parte Guerre croato-ungheresi-veneziane | |
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Data | 1411 - 1413 |
Luogo | Friuli |
Casus belli | Controllo delle rotte commerciali sull'alto adriatico ed i passi alpini orientali |
Esito | Accordo fra le parti per il possesso dei territori occupati |
Modifiche territoriali | Smembramento della Patria del Friuli |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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Il fuoriuscito fiorentino Filippo Scolari, al servizio di Sigismondo ed alla testa di 16.000 ungheresi e boemi, invase il Friuli, prendendo e saccheggiando Monfalcone, Marano, Portogruaro, Ceneda, Serravalle, Belluno, Feltre, il Trevisano, il Veronese ed il Padovano (dove sperava nell'insurrezione antiveneziana a favore degli spodestati Carraresi, Scaligeri e da Camino).
Lo Scolari, assieme a Sigismondo ed alla testa di 6.000 cavalieri, entrò a Udine il 28 settembre 1411, dopo che la città aveva chiesto invano protezione al duca d'Austria Ernesto “Il Ferreo” d’Asburgo; Udine fu costretta a pagare un alto prezzo per evitare il saccheggio; il 30 settembre cadde anche Cividale.
Anche i veneziani invasero il Friuli causando stragi e saccheggi: il nobile friulano Tristano Savorgnan, dopo essere stato assediato quattro mesi nel proprio castello di Povoletto, fece atto di sottomissione alla Serenissima e riparò subito a Venezia dove fu nominato provveditore. Proprio Tristano Savorgnan si rese protagonista di un'azione ardita: con 400 cavalieri, numerosi fanti e innalzando false insegne ungheresi ingannò la guarnigione che presidiava le mura cittadine e riuscì ad entrare a Udine, ma venne scoperto e subito cacciato (28 marzo 1412). Carlo I Malatesta, al soldo di Venezia, con 8.000 cavalieri e 6.000 fanti saccheggiò anche i territori di Enrico IV conte di Gorizia (maggio-giugno 1412).
Neppure l'Istria fu risparmiata dal conflitto: Venezia occupò Buie, Portole, Rozzo e Colmo, mentre gli ungheresi occuparono il castello di Montona credendolo di Venezia, scoprendo invece che era presidiato da milizie patriarcali. I due contendenti si affrontarono per il controllo dei territori appena occupati; Venezia realizzò 22 miglia di fossi e terrapieni lungo il Livenza, che fu pattugliato da una flottiglia munita d'artiglierie; Filippo Scolari con 3.000 cavalieri e truppe raccolte nelle guarnigioni (boemi, tedeschi, ungheresi ed alcuni feudatari friulani) attaccò di sorpresa all'alba il campo veneziano a Motta di Livenza (24 agosto 1412).
Carlo Malatesta venne ferito tre volte negli scontri e Taddeo del Verme (anch'egli ferito nello scontro) furono alla fine soccorsi da un contingente di cavalleria condotta da Ruggero "Cane" Ranieri e Crasso da Venosa, i quali riuscirono a respingere gli attaccanti che lasciarono sul campo più di 1.300 tra caduti e feriti[1]. Guglielmo da Prata ed altri tre capitani furono fatti prigionieri, e cinque delle sei bandiere furono perse. Passati all'offensiva, i Veneziani posero l'assedio a Udine (15 ottobre 1412), riuscendo a sconfiggere Filippo Scolari, solo per venire cacciati dall'esercito guidato da Sigismondo, divenuto frattanto re di Germania, che fu accolto in città il 13 dicembre 1412. Venezia occupò tuttavia i porti della Dalmazia ed assoldò Pandolfo III Malatesta signore di Fano, Brescia e Bergamo, ma nessuno raggiunse un successo decisivo.
Le parti firmarono una tregua di cinque anni a Castelletto del Friuli (17 aprile 1413), anche a causa dell'avanzata ottomana nei Balcani; l'ostilità di Venezia impediva inoltre a Sigismondo di recarsi a Roma ed ottenere l'incoronazione imperiale. Ognuno dei due belligeranti mantenne i territori occupati fino ad allora.