Ki Tisa
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Ki Tisa, Ki Tissa, Ki Thissa, o Ki Sisa (ebraico: כִּי תִשָּׂא — tradotto in italiano: “quando farai”, incipit di questa parashah) ventunesima porzione settimanale della Torah (ebr. פָּרָשָׁה – parashah o anche parsha/parscià) nel ciclo annuale ebraico di letture bibliche dal Pentateuco, nona nel Libro dell'Esodo. Rappresenta il passo 30:11-34:35[1] di Esodo, che gli ebrei leggono durante il ventunesimo Shabbat dopo Simchat Torah, generalmente a fine febbraio o in marzo.
- Da non confondersi con le parashot Ki Teitzei o Ki Tavo.
Gli ebrei inoltre leggono la prima parte della parshah, Esodo 30:11-16[2], che riguarda la tassa pro capite di mezzo siclo, quale lettura biblica del maftirnello Speciale Shabbat Shekalim.[3] Parti della parasha che parlano dell'intercessione di Mosè la misericordia di Dio – Esodo 32:11-14[4] e Esodo 34:1-10[5] – vengono anche letti nei giorni di digiuno del Dieci di Tevet, del Digiuno di Ester, del Diaciassette di Tammuz, del Digiuno di Gedaliah, e nel servizio di preghiera pomeridiano (Mincha) nel Tisha b'Av. Gli ebrei leggono un'altra parte di parshah, Esodo 34:1-26[6], che rammenta i Festival dei Tre Pellegrinaggi (Shalosh Regalim),[7] come lettura iniziale della Torah nel terzo giorno intermedio (Chol HaMoed) di Pesach. Gli ebrei leggono anche una maggiore selezione della stessa parte di parshah, Esodo 33:12-34:26[8], come lettura iniziale della Torah nello Shabbat che cade durante uno dei giorni intermedi di Pesach o di Sukkot.
La parshah narra della costruzione del Tabernacolo, l'incidente del Vitello d'oro, la richiesta di Mosè a Dio che rivelasse la sua legge, e come Mosè diventasse radiante.