Marcione
vescovo e teologo greco antico / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Marcione (in greco antico: Μαρκίων?, Markíōn; Sinope, 85 circa – Roma, 160) è stato un vescovo e teologo greco antico, fondatore della dottrina cristiana che prende il nome di marcionismo, considerata eretica sin dalla chiesa primitiva.
L'ipotesi che Marcione sia stato il primo a redigere un canone del Nuovo Testamento, sviluppata da Adolf von Harnack[1], è tuttora oggetto di dibattito tra gli studiosi[2][3][4][5][6].
I suoi insegnamenti antigiudaici furono rilevanti nel cristianesimo del II secolo, continuando poi ad essere influenti nei secoli successivi, e furono percepiti come una notevole minaccia dai Padri della Chiesa, in particolare dalla Chiesa di Roma, che poi emerse vittoriosa dalla lotta contro le altre correnti dei primi secoli per essere confermata nel concilio di Nicea (325).
Sebbene spesso incluso nella corrente gnostica, Marcione accolse la dottrina di Paolo di Tarso, che sottolineava come la salvezza non fosse ottenibile solo attraverso la Legge, e la portò alle sue estreme conseguenze. Secondo Marcione esistevano due divinità: il Dio degli Ebrei, iroso e di giustizia , autore della Legge e dell'Antico Testamento, e il Dio Padre di Gesù Cristo, Dio di amore e di consolazione, che aveva mandato il proprio figlio per salvare gli uomini; solo il secondo era il vero dio da adorare e che portava la salvezza. Cristo rivelò il vero Dio e fu crocifisso dai seguaci del dio dell'Antico Testamento.
Per sostenere le proprie dottrine, Marcione raccolse il primo canone cristiano di cui si ha notizia, che comprendeva dieci lettere di Paolo e un vangelo (probabilmente il Vangelo secondo Luca epurato di alcune parti), detto Vangelo di Marcione;[7] allo stesso tempo rigettava completamente la Bibbia ebraica, considerandola ispirata da un dio inferiore.