Massacro di Babij Jar
azione di sterminio di massa di ebrei a opera dei nazisti in Ucraina nel settembre 1941 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Babij Jar (in ucraino Бабин Яр?, Babyn Jar; riferito spesso con la denominazione in russo Бабий Яр?, Babij Jar) è un fossato nei pressi della città ucraina di Kiev. Il luogo è tristemente noto per essere stato, durante la seconda guerra mondiale, un sito di massacri ad opera dei nazisti e collaborazionisti ucraini ai danni della popolazione locale. Particolarmente documentato e noto fra tali massacri fu quello compiuto tra il 29 e il 30 settembre 1941, in cui trovarono la morte 33 771[2] ebrei di Kiev,[3] secondo il dettagliato rapporto fatto da personalità e militari tedeschi.[4] La decisione fu presa dal governatore militare e generale Kurt Eberhard, dal comandante della polizia del Gruppo d'armate Sud, dal SS-Obergruppenführer Friedrich Jeckeln, e dal comandante delle Einsatzgruppe C, Otto Rasch con l'aiuto dell'SD e di battaglioni delle SS, con l'appoggio della polizia ausiliaria ucraina.[5] Fu uno dei tre più grandi massacri della storia dell'Olocausto, superato solo dal massacro della operazione Erntefest in Polonia, nel 1943, con più di 42 000 vittime, e dal massacro d'Odessa, con più di 50 000 ebrei assassinati nel 1941.[6] La Shoah denomina l'eccidio come «massacro della gola di Babi Yar».[7]
Massacro di Babij Jar | |
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Burrone di Babij Jar vicino a Kiev (2004) | |
Tipo | Genocidio Omicidio di massa |
Data | 29-30 settembre 1941 |
Stato | Ucraina |
Coordinate | 50°28′17″N 30°26′56″E |
Responsabili | Einsatzgruppen Ordnungspolizei Sonderkommando 4a Wehrmacht Friedrich Jeckeln Otto Rasch Paul Blobel Kurt Eberhard |
Motivazione | sentimento anti-ebraico |
Conseguenze | |
Morti | 33.771 ebrei nei primi due giorni 100.000-150.000 ebrei, prigionieri di guerra sovietici e nazionalisti ucraini nei seguenti giorni oltre a Rom e Sinti di cinque campi nomadi[1] |
Sopravvissuti | 29 nei primi due giorni |