Museo archeologico virtuale
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Il museo archeologico virtuale, conosciuto anche con l'acronimo di MAV, è un museo di tipo archeologico-virtuale, ubicato ad Ercolano, a pochi passi degli scavi archeologici, che racconta la vita delle città romane ai piedi del Vesuvio, poco prima dell'eruzione del 79: si tratta, nel suo genere, di uno dei più importanti al mondo[1].
Museo archeologico virtuale | |
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La facciata | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Ercolano |
Indirizzo | Via 4 Novembre, 44 - Ercolano |
Coordinate | 40°48′26.1″N 14°21′01.4″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Archeologico e virtuale |
Istituzione | 2008 |
Apertura | 2008 |
Visitatori | 13 879 (2021) |
Sito web | |
Storia e descrizione
La nascita del museo risale al 2003, quando venne firmato il protocollo d'intesa per il restauro dell'ex plesso scolastico Iaccarino, da destinare appunto a sede museale: i lavori iniziarono nel 2005[1] e la struttura venne inaugurata l'8 luglio 2008[2]; con una superficie di circa cinquemila metri quadrati, suddivisa in tre livelli[3], nei primi due anni è stato visitato da oltre duecentomila visitatori, diventando il museo più visto della Campania, superando sia quello archeologico nazionale che quello di Capodimonte a Napoli[1].
L'obiettivo principale del museo è quello di far scoprire la realtà della vita quotidiana di tutte quelle città che sorgevano alle falde del Vesuvio e che furono distrutte dalla sua furia eruttiva nel 79: mancano al suo interno reperti, basando la visita esclusivamente mediante tecniche di ricostruzioni tridimensionali, effetti multisensoriali, libri virtuali, ologrammi e multiproiezioni sincronizzate[4], per un totale di settanta installazioni[3]. Un tavolo interattivo, coadiuvato da suoni di voci e grida da mercato, illustra gli usi e costumi della popolazione ercolanense, mentre riproduzioni grafiche permettono di osservare la Villa dei Papiri e la sua ricca biblioteca ed il Foro e la Schola Armaturarum di Pompei, ultima sala del museo ad essere inaugurata nel dicembre 2010[5]. La ricostruzione del Teatro di Ercolano, ancora sepolto sotto una coltre di tufo ed esplorato tramite cunicoli in epoca borbonica, è affidata ad un video wall, un sistema audio ad alta definizione ed un modellino in scala 1:1000[6]: le stesse tecniche vengono utilizzate anche per la ricostruzione delle terme[7]; in un ambiente tridimensionale, chiamato cave, è possibile osservare la ricostruzione di case e giardini non solo di Pompei ed Ercolano, ma anche di Stabiae, Baia e Capri[8]. Il museo è dotato inoltre di una galleria, di circa millecinquecento metri quadrati, dove oltre allo svolgimento di mostre ed eventi[9], ospita anche una sala di proiezione con uno schermo di ventisei metri e tecnologia 3D, nella quale viene riprodotta l'eruzione del Vesuvio del 79, con l'aggiunta di una piattaforma vibrante per la simulazione di terremoti[10]. La struttura si completa con un auditorium di trecento posti, dotato di uno schermo di dieci metri di lunghezza[11].
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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